"Bank of Amerika" e "Merril Lynch": "Per l'Italia vantaggioso uscire dall'euro"

Editoriale a cura di Alessandro Raffa per nocensura.com
I due colossi bancari statunitensi Bank of America e Merril Lynch, rispettivamente una banca commerciale e una banca d'investimento, hanno confermato ciò che il giornale tedesco Spiegel aveva evidenziato a metà Giugno: PER L'ITALIA SAREBBE VANTAGGIOSO USCIRE DALL'EURO. Esattamente il CONTRARIO di ciò che sostengono i partiti, in particolare i fedelissimi montiani del terzo polo e del PD di Bersani che poche settimane fa se ne è uscito definendo "pazzo chi vuole uscire dall'euro"
A questo punto, Bersani e soci dovrebbero spiegarci, DATI ALLA MANO (e non proclami da politico privi di significato) PER QUALE MOTIVO USCIRE DALL'EURO SAREBBE, SECONDO LORO, CATASTROFICO. Però effettivamente, dipende dai punti di vista. Se Bersani e soci intendono coltivare gli interessi della BCE e dell'eurocrazia targata bilderberg che vede nella crisi l'occasione giusta per sottrarci "ulteriori parti di sovranità", non possiamo che dargli ragione; l'uscita dell'Italia dall'euro sarebbe un disastro per i loro propositi di fortificare il potere europeo. Se invece intende rappresentare gli interessi dei cittadini italiani, con uno scenario come quello attuale (ad iniziare dallo spread sopra i 500 punti, ma anche se fosse a 320 sarebbe uguale) è da PAZZI non uscire dall'euro. I motivi sono molteplici, e il più significativo è l'elevatissimo spread, che ci costringe, SENZA GIUSTIFICATO MOTIVO, a corrispondere un tasso superiore al 6% a chi investe sui titoli. 
Ma non è finita qui: come sappiamo bene, gli eurocrati hanno istituito la trappola del MES, che loro definiscono, impropriamente un "fondo salva stati" (Il MES è un vero e proprio organo sovranazionale, che opera al di sopra delle leggi e di ogni controllo, e può esigere entro 7 giorni qualsiasi cifra, e non un generico "fondo", che avrebbero potuto gestire in modo mooolto diverso)
Ebbene, il MES presta soldi agli stati a un tasso del 3%: OTTIMO PER LA GERMANIA, che ottiene liquidità pagando un interesse dell'1% a chi investe sui titoli tedeschi (i famosi Bund) e quindi GUADAGNA un buon 2% sulle somme prestate agli altri stati tramite il MES; MA PER L'ITALIA, CHE PER AVERE LIQUIDITA' CORRISPONDE UN TASSO SUPERIORE AL 6% E' UNA VERA E PROPRIA, CONSISTENTE RIMESSA: esattamente ciò che è accaduto recentemente con la Spagna, alla quale l'Italia si è impegnata a prestare 20 miliardi: soldi ottenuti  corrispondendo un tasso di interesse di quasi il 7% dal quale riceveremo un tasso di interesse del 3%. 
IL SIGNOR BERSANI CHE DEFINISCE "PAZZO" CHI VUOLE USCIRE DALL'EURO ACCETTEREBBE DI PRESTARE I SUOI SOLDI AD UN TASSO DEL 3% QUANDO LUI OTTIENE QUELLE SOMME PAGANDO QUASI IL 7% ?!? Discorso che vale per tutti quei politici di PD, PDL, UDC-FLI-API che hanno votato a favore del MES...
Alessandro Raffa per nocensura.com
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Di seguito l'articolo di Jules Robert per latribune.fr tradotto per Comedonchisciotte.org da Ernesto Celestini
E SE PER L'ITALIA FOSSE MEGLIO USCIRE DALL'EURO?

Secondo le proiezioni della Bank of America & Merril Lynch, l'Italia e l'Irlanda avrebbero maggiori vantaggi se lasciassero la zona euro e adottassero una propria valuta. Al contrario, il paese che avrebbe più da perdere sarebbe la Grecia, e quello che potrebbe farlo nel modo più semplice, ma che non ne ha nessun interesse è la Germania.
L’Italia, il cui rating è stato appena degradato di due tacche da Moody, non troverebbe la sua salvezza fuori della zona euro?
Il paese è, secondo l'agenzia di rating statunitense, esposto "al rischio di contagio" da Grecia e Spagna, e al rischio "di non essere in grado di ottenere finanziamenti dai mercati dei capitali" a causa di una crescita "debole "e di una" disoccupazione troppo alta", che impediscono di soddisfare i propri obiettivi di riduzione del disavanzo.
Eppure Venerdì, l'Italia non ha avuto nessuna difficoltà a raccogliere 5,25 miliardi di euro sui mercati obbligazionari. 
Mentre molti esperti si aspettano un "Grexit", "Gli investitori sottovalutano la volontà di uno o più paesi di uscire dalla zona euro",hanno sentenziato David Woo e Athanasios Vamvakidis.  Questi due strateghi del mercato dei cambi, esperti di Bank of America & Merril Lynch hanno concluso che l'Italia sarebbe il più grande beneficiario di una simile operazione tra gli 11 paesi che hanno adottato la moneta unica.
Facendo una analisi costi-benefici, hanno stilato una classifica basata su quattro domande su una eventuale uscita dalla zona euro:
- Quali sono le possibilità di uscire in modo ordinato? 
- Quali saranno gli effetti di un'uscita sulla crescita economica? 
- Quali sono gli effetti sui tassi di prestito? 
- Qual è l'impatto sul bilancio economico del paese?
Avanzo primario per l'Italia
Nel primo caso, dove si prende in considerazione lo stato del bilancio pubblico e il conto corrente come  una misura  del rischio di  uscita, senza una grave crisi nel settore, l'Italia occupa il terzo posto.   L'Italia è davvero l'unico paese a realizzare  un vero avanzo primario,  con la Germania che è al primo posto, mentre la Francia è nono, come l'Irlanda.
Per la seconda domanda, che si basa sull'evoluzione delle esportazioni in caso di un effetto cambio più favorevole, l'Irlanda potrebbe trarre i maggiori benefici con un incremento del 7% della sua produzione, l'Italia segue con il 3%.   Dall’altro canto la Germania sarebbe penalizzata con una riduzione dell'11% della sua produzione e la Francia arriva al quinto posto ma guadagna l'1%.
Sul terzo punto, sul tasso sul debito, è la Grecia, che trarrebbe maggior vantaggio da un uscita, con una diminuzione del tasso di 2.200 punti base (bps), logicamente seguita da Portogallo e Irlanda, i tre paesi che hanno più accesso ai mercati dei capitali.L'Italia è al quinto posto (- 20 bp) seguita dalla Spagna (-80 bps). La Germania è il paese che ha più da perdere, con un aumento dei tassi di interesse di 80 bps, mentre la Francia occupa il settimo posto, senza alcun effetto.
Infine, per quanto riguarda il bilancio contabile del paese, stabilito tenendo conto della esposizione netta internazionale degli investimenti e applicando un deprezzamento della valuta, l'Irlanda si classificherebbe al primo posto, la Germania ultima (undicesima), l'Italia quarta e la Francia quinta.
Combinando questi quattro criteri, Italia e Irlanda risulterebbero al primo posto, all'ultimo la Germania e la Francia ottava.
In altre parole, la Germania potrebbe facilmente uscire dalla zona euro ma non ne ha nessun interesse ma anche l'Italia potrebbe lasciare facilmente la zona euro e con un grande vantaggio.

Il prezzo da pagare per far restare l'Italia
"La Germania potrebbe "corrompere"  l'Italia per farla restare?" Si interogano su questo punto i due esperti di Bank of America e Merrill Linch.
Dopo la dimostrazione esposta con la teoria dei giochi che prendono in considerazione i diversi scenari che penalizzano la Germania in caso di uscita o no dell’Italia dalla zona euro, ritengono che Berlino non potrà imporre sulla penisola tutto quello che ha imposto alla Grecia, sotto forma di austerità in cambio di aiuti finanziari. I due analisti ritengono che il costo per Berlino per far restare l'Italia nell'area euro sarebbe superiore a quello della sua uscita.   Questo sarebbe un motivo in più per la Germania per non trattenere Roma e per minare  la coesione dell'area della moneta unica.
Infine, se un tale scenario si rivelasse esatto " Potrebbe avere serie ripercussioni negative per i mercati finanziari nei prossimi mesi", hanno concluso David Woo e Athanasios Vamvakidis, che in questo modo danno anche loro un contributo all’ondata di pessimismo che prevede  "una estate assassina " per i mercati. 





Commenti

D. Pelosi ha detto…
a proposito di MES, se siete contrari aiutatemi a "spingere" questa petizione contro MES e Fiscal Compact.
Mi servono almeno 100 firme per cominciare. Siamo a 80.

“A dream you dream alone is only a dream. A dream you dream together is reality.”
(Un sogno che fai da solo è solo un sogno. Un sogno condiviso è realtà.)
John Lennon

http://www.avaaz.org/it/petition/Fermiamo_la_Dittatura_Economica_e_i_suoi_strumenti_MESESM_e_Fiscal_Compact/?fYCGBbb&pv=0&fb_source=message
Unknown ha detto…
Non mi convince il ragionamento sui tassi. Se si presta al 3% e si paga al 7%, ALLA STESSA ENTITA' allora il ragionamento non fa una grinza. Ma chi compra i nostri titoli al 7% non è lo stesso a chi prestiamo al 3%. In poche parole, prestiamo alla Spagna con un tasso del 3% ma chi compra al 7% è un altro. Quindi forse è meglio prendere un 3% che, in parte, copre i prestiti ottenuti al 7%

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