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Visualizzazione dei post da ottobre 24, 2010

ALLUCINANTE: i nostro profili facebook CONTROLLATI

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Controllati arbitrariamente dalla POLIZIA POSTALE, senza alcun mandato della magistratura!!! La notizia ovviamente è passata coperta dall'assoluto silenzio delle TV ma è stata divulgata dall'Espresso: LEGGETE E DIFFONDETE AL MASSIMO!!! La gente ha diritto di sapere!!! "E' grottesco che mentre la maggioranza di governo si impegna da mesi per rendere più difficili le intercettazioni telefoniche richieste da magistrati, il ministero degli Interni si arroghi il diritto di intercettare i nostri dialoghi via Facebook senza alcun mandato della magistratura" Il patto tra Facebook e il Viminale è un attentato ai diritti dei cittadini digitali. E la prova che gli utenti non possono essere spettatori passivi in un rapporto diretto tra le corporation di Internet e i governi locali Nel nostro Paese abbiamo assistito negli ultimi anni a un'escalation di norme e di proposte di legge per rendere l'accesso a Internet sempre più difficile, controllato, burocratizz

Terzigno: episodi da regime sudamericano

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In questo articolo non entriamo nel merito della questione discarica, argomento che riteniamo superfluo affrontare, in quanto la diffusione di informazioni in merito è ampia, e anche se i mass media riportano le notizie nel modo a loro più "congeniale", è possibile farsi una propria idea: come al solito, preferiamo riportarvi i retroscena poco conosciuti della vicenda: quelli che al TG e su molti giornali, non leggeremo mai... E’ emergenza democratica nelle zone vesuviane. Secondo l’agenzia di stampa CNRmedia.com, in queste ore le forze dell’ordine stanno facendo irruzione a tappeto nelle abitazioni dei manifestanti. La notizia era stata lanciata 5 ore fa dal web e soprattutto dal social network più famoso, Facebook, ed ha trovato conferma in un comunicato della Questura di Napoli, che ribadisce che le perquisizioni sono solo "operazioni di routine". La polizia sta usufruendo dell’articolo 41 del codice penale che dà la possibilità di irrompere in un domicilio priva

Omicidi di stato: Simone La Penna

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Simone La Penna aveva 32 anni, di Viterbo. E' morto in carcere. soffriva di anoressia nervosa e, dalle analisi, risultava una carenza di potassio nel sangue. A Regina Coeli era arrivato il 28 giugno 2009 dal reparto medico per detenuti dell'ospedale Belcolle di Viterbo. E subito, viste le sue condizioni, era stato trasferito nel centro clinico del penitenziario romano. Sembra che avesse chiesto l'aiuto di uno psichiatra. Ma Simone è stato ucciso dall'incuria e dalla inefficienza. Lasciato morire, come fu per Stefano Cucchi. Morire di fame, questa volta e senza "l'aiuto" delle percosse. Sei persone tra medici e infermieri dell'ospedale romano Sandro Pertini e dell'infermeria del carcere Regina Coeli sono indagati dalla Procura di Roma per omicidio colposo Simone è morto per negligenze imputabili a chi doveva garantirne lo stato di salute. «Un'altra morte nelle carceri italiane e del Lazio che poteva essere evitata e su cui è necessar

Omicidi di stato: Francesco Mastrogiovanni

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Francesco Mastrogiovanni è morto martedì 4 agosto 2009 legato al letto del reparto psichiatrico dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Cinquantotto anni, insegnante elementare originario di Castelnuovo Cilento. La signora Licia, proprietaria del campeggio Club Costa Cilento lo descrive come un uomo dai modi «dolci, gentili, premurosi, soprattutto verso i bambini». Proprio nel suo campeggio la mattina del 31 luglio decine di carabinieri e vigili urbani, «alcuni in borghese, altri armati fino ai denti, hanno circondato la casa in cui alloggiava dall'inizio di luglio per le vacanze estive». Uno spiegamento degno dell'arresto di un boss della camorra per eseguire un'ordinanza di Trattamento Sanitario Obbligatorio, emessa da un sindaco non territorialmente competente. Per approfondire, vi rimandiamo al "sito ufficiale" gestito dal "Comitato verità e giustizia per Francesco Mastrogiovanni (Franco)" dove è disponibile molto materiale sul caso. http:

Concessioni Mediaset: un vero e proprio regalo. Di D'Alema.

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Dati alla mano, le concessioni radiotelevisive costano a Mediaset solo l’uno per cento del fatturato che ne ricava. Le frequenze su cui trasmettono le TV di Berlusconi, sono infatti dello Stato, che teoricamente potrebbe darle in concessione a chiunque. In questo tipo di rapporti, la logica vorrebbe che la maggior parte dei guadagni finisse nelle casse dello Stato: invece a conti fatti, Mediaset attraverso RTI trattiene il 99% dei ricavi che ne ottiene. Lo stato praticamente riceve quella che può esser definita una vera e propria "elemosina". In rapporto con altre concessioni, quella televisiva (con un volume d'affari da capogiro: nel 2007 il gruppo Mediaset ha fatturato 4 MILIARDI di Euro...) è la più conveniente in assoluto:  solitamente lo Stato non si "accontenta" certo dell'1% dei ricavi che le concessioni che assegna producono... Questa situazione sapete a chi è dovuta??? Dopo il "regalo" di Craxi, che prevedeva una tantum annua ridicol

Riflessione su "berlusconismo" e "antiberlusconismo".

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Da quando è "sceso in campo", fondando "Forza Italia" e vincendo le elezioni in tempo record, ha monopolizzato incontrastato la scena politica italiana: sicuramente le sue TV lo hanno agevolato moltissimo, ma gli va riconosciuta una grandissima abilità. Odiato da molti, amato da altrettanti, è l'unico vero leader politico presente in questo sciagurato paese: questi non vogliono essere complimenti, ma obbiettive constatazioni: nel senso che nessuno in questo paese riesce ad avere nemmeno la metà del seguito personale che ha lui: considerando che l'opposizione non ha nemmeno l'ombra di un "leader". I partiti di opposizione, e in particolare l' IdV, basano la propria politica sull' "antiberlusconismo militante", senza la minima traccia di idee, progetti e di un programma concreto: così facendo, finiscono per rinforzarlo, e certe volte - diciamolo - potrebbe venire il dubbio che lo facciano apposta. Per molti Berlusconi incarna &q

Le provincie: uno spreco da 14.000.000.000 di Euro

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Questo governo, come altri che l'hanno preceduto, hanno dichiarato di volerle ''tagliare'': e qualche mese fa la questione era tornata di attualità, salvo poi finire come sempre in una bolla di sapone: le provincie non si toccano. Tanto che ne sono attualmente allo studio altre 21, come se non bastassero le 110 esistenti che ci costano ogni anno 14 miliardi di euro, occupando immensi palazzoni e impiegando 61.000 persone che, se le provincie chiudessero, potrebbero essere utilizzate per far funzionare meglio la macchina statale che ha buchi ovunque, nonostante la pubblica amministrazione italiana abbia un rapporto impiegati/cittadini unico al mondo. Le provincie italiane muovono interessi per tutti i partiti: enti creati ad hoc, carrozzoni e poltrone da spartire, con un serbatoio infinito di incarichi in cui collocarsi o piazzare i propri ''fedeli''.Dove spendono tutti questi soldi le provincie? Apparte il mantenimento di una flotta di persone non