Il Fisco regala 285milioni di euro a chi evase 90 miliardi pagandone 2,5

AGGIORNAMENTO: I 2,5 miliardi citati in questo articolo, che le lobby delle slot avrebbero dovuto pagare a fronte di un'evasione accertata di 98 miliardi di euro, sono stati ulteriormente ridotti, in un primo momento, a 611 milioni di euro: che poi sono stati ridotti ancora a 500 milioni! Da 98 a 0,5 miliardi... e non è detto che li pagheranno, visto che hanno pure presentato ricorso...!!!

Staff nocensura.com
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Siamo nuovamente davanti all'assurdo.
Lo stato vuole regalare - grazie ad una legge di Berlusconi  - 285 milioni di euro ai gestori delle slot machine. L'azienda che ne riceverà la fetta più consistente è la "Bplus" il cui titolare è un latitante per "associazione a delinquere", come illustra l'articolo de "Il Fatto" che vi proponiamo di seguito. 

La questione è stata sollevata in questi giorni, viene dunque da chiedersi dove fossero i deputati del centrosinistra il parlamento ratificava questa legge. Perché è uscita solo oggi e non si sono opposti quando era il momento di farlo? Forse perché, come ha detto la deputata democratica Garavini, "in parlamento ci sono troppi amici dei Re delle slot?

Per ricostruire l'Emilia hanno ritoccato nuovamente le accise sulla benzina, il cui prezzo è prossimo ai 2€ al litro (soglia già superata nei mesi scorsi in alcuni distributori) e dobbiamo assistere a queste regalie. 

Ma se questa "donazione" ai big delle slot fa indignare "a prescindere", la cosa assume contorni ancora più grotteschi quando pensiamo che le concessionarie delle slot avevano evaso 98 miliardi e ne hanno pagati solo 2,5 con uno sconto del 96,5%  mentre i piccoli contribuenti vengono vessati da equitalia anche per pochi spiccioli, con le ganasce fiscali alle automobili e ai mezzi da lavoro e la casa che finisce all'asta in pochi mesi...

Oltretutto, i videopoker - che possono diventare una vera e propria dipendenza come le droghe - stanno rovinando migliaia di cittadini... vedi "Videopoker dipendenza: una vera e propria emergenza sociale silenziosa"

Staff nocensura.com

di seguito l'articolo de "Il Fatto Quotidiano":

Mentre lo Stato carica sulla benzina i costi della ricostruzione post terremoto in Emilia, due decreti del governo Berlusconi fanno piovere cifre da capogiro sulle società che gestiscono le "macchinette" dell'azzardo. Motivo, un "premio produttività" per il 2011 e il "raggiungimento del livello di servizio". Massima beneficiaria la Bplus di Corallo, latitante per associazione a delinquere
Ci sono 285 milioni di euro che potrebbero essere destinati alla ricostruzione dell’Emilia. Sono lì nelle casse del governo, e potrebbero essere usati per aiutare le popolazioni colpite dal doppio sisma di martedì scorso e del 20 maggio. E invece il tesoretto sarà distribuito ai concessionari delle slot machine mentre il conto del terremoto sarà pagato dai soliti grazie all’aumento delle accise sui carburanti.
Il primo tesoretto da 62 milioni. Proprio il giorno dopo la prima scossa in Emilia, l’associazione di categoria delle imprese del settore slot, l’Assotrattenimento, ha emesso un comunicato entusiasta sintetizzato così dalle agenzie di stampa: “I gestori delle slot machine avranno un rimborso da 133 milioni di euro, grazie agli oltre 29,7 miliardi di euro raccolti dalle ‘macchinette’ nel 2011”. Il decreto anti-crisi del governo Berlusconi del novembre 2008 prevede, infatti , un meccanismo diabolico che riduce l’aliquota delle tasse sugli introiti delle slot machine, quando la raccolta aumenta. Il tesoretto deriva quindi dalla riduzione dell’aliquota dal 12,6 per cento al 12,15 della raccolta grazie al boom del gettito del 2011, più 8,3 miliardi rispetto al dato di riferimento del 2008.

In realtà, secondo i calcoli dell’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato, il rimborso per i gestori sarebbe pari alla metà. Il direttore dell’Aams, Raffaele Ferrara, è in partenza. Per lui è pronta la poltrona di amministratore di Fintecna Immobiliare. Ma i tecnici dell’Aams raggiunti dal Fatto in questo clima di smobilitazione, spiegano che “la differenza tra gli acconti versati finora e quella dovuta sulla base dell’aliquota ridotta non è di 133 milioni ma solo di 61 milioni e 922 mila”. Una montagna di soldi comunque che dovrà essere girata dai concessionari delle slot alle imprese dei gestori che installano le slot nei bar e raccolgono le monetine. Ma non c’è alcuna ragione logica per attribuire i benefici della crescita delle giocate a chi già ha guadagnato tanto in questi anni grazie al boom del gioco mentre le conseguenze negative sul piano sociale ricadono sulla comunità.
Il secondo tesoretto da 233 milioni di euro. Sempre dall’Aams però fanno notare che ai 62 milioni bisogna aggiungere un secondo tesoretto ben più consistente che sta per essere restituito proprio ai concessionari delle slot: 223 milioni di euro (poco meno dei danni strutturali in Emilia della prima scossa del 20 maggio) che lo Stato pagherà per il raggiungimento dei livelli di servizio da parte dei concessionari . La somma è attribuita grazie a un decreto del precedente governo Berlusconi del dicembre 2005 che premiava con lo 0,5 per cento della raccolta le concessionarie che investivano sulla rete telematica attraverso la quale devono controllare le slot sparse nei bar della penisola. Grazie a questa norma, modificata nel 2008, sempre da Berlusconi, in seguito alle rimostranze dell’Unione europea, se le slot sono collegate correttamente alla rete dei concessionari e trasmettono i dati al cervellone della Sogei, cioè se fanno semplicemente il loro dovere rispettando gli obblighi della convenzione con i Monopoli, ai concessionari spetta un premio pari fino allo allo 0,5% della raccolta dell’anno. Questa somma per l’anno 2011 dovrebbe essere pari a 223 milioni.
Entrambi i tesoretti dovranno essere divisi tra i concessionari pro quota: alla BPlus di Francesco Corallo andrà il 24,3 per cento delle somme; a Lottomatica il 15 per cento; alla Hbg il 9,6 per cento; alla Gamenet il 12,8 per cento; alla Cogetech il 9,6 per cento; alla Snai il 7,1 per cento. Alla Gmatica il 5,3 per cento; a Codere il 2,6 per cento.
La condanna da 2,5 miliardi. Il paradosso è che la Corte dei conti nel febbraio scorso ha condannato i medesimi concessionari a pagare 2,5 miliardi perché molte slot non hanno trasmesso i dati alla rete controllata dalla Sogei per mesi, talvolta per anni, impedendo il controllo di legalità sulle giocate dalla fine del 2004 fino al 2006. Il leader del mercato delle slot, la Bplus di Francesco Corallo, inseguito da un mandato di cattura emesso lunedì scorso dal Gip di Milano per associazione a delinquere, è stata condannata in primo grado a pagare 845 milioni di euro. La sentenza è stata impugnata e la sua efficacia è sospesa, ma un’eventuale conferma del verdetto in via definitiva porterebbe probabilmente al dissesto di Bplus e di molti concessionari. Per la Corte dei conti, Cogetech deve 255 milioni; Sisal 245 milioni; Gamenet 23 milioni; Snai 210 milioni; Hbg 200milioni; Gmatica 150 milioni; Cirsa 120 milioni; Codere 115 milioni e Lottomatica 100 milioni.
Le stesse dieci concessionarie che incasseranno tra breve dall’Aams 223 milioni per l’assolvimento dei livelli di servizio nel 2011 devono ancora pagare – per i giudici contabili di primo grado – una somma dieci volte maggiore per l’inadempimento del periodo 2004-2006. Per fare un esempio, Bplus ha già incassato un centinaio di milioni di euro per il riconoscimento da parte di Aams dei livelli di servizio negli anni passati (secondo i bilanci, 51 milioni per il 2007-2008 e 37 milioni per il solo 2009) e potrebbe incassare altri 55 milioni di euro per il 2011 mentre – per la Corte dei conti – deve pagare 845 milioni per i suoi inadempimenti passati.
Compensazione per le slot. Il governo Monti – dopo aver fatto propria l’idea di Angelino Alfanodella compensazione dei crediti tra Stato e imprese a favore delle imprese – potrebbe proporre ai concessionari una compensazione a favore stavolta dell’erario e quindi dei terremotati. Per chiudere la vertenza sulle maxi-multe che si trascina da cinque anni (la Procura chiedeva inizialmente 90 miliardi di euro) i re delle slot dovrebbero rinunciare ai loro crediti verso l’Aams destinando i 223 milioni di euro dei livelli di servizio all’aiuto dei terremotati. In cambio lo Stato rinuncerebbe alla sua pretesa sui 2,5 miliardi. D’altro canto, proprio con la scusa del reperimento di somme in occasione del terremoto in Abruzzo i concessionari delle slot machine hanno ottenuto il via libera al grande affare delle videolottery, le slot, simili a quelle dei casinò, che permettono di vincere fino a 500 mila euro con una giocata. E in Abruzzo stanno ancora aspettando i soldi promessi per la ricostruzione.

Per conoscere TUTTI I REGALI e benefici concessi alla "casta delle slot machine" leggi l'articolo ECCO TUTTI I REGALI ALLE LOBBY DELLE SLOT... 


Commenti

Anonimo ha detto…
per conoscenza spedisco una piccolissima parte del problema. ma per favore cercate di non confondere videopoker videolottery e new slot sono tre cose differenti e sopratutto non confondete i concessionari che attualmente sono 12 ,se non sbaglio, con quei poveri cristi che corrono nei bar gestendo le slot. sarebbe bello che pubblicaste a chi appartengono le concessionarie.
spero di essere stato di aiuto. buon lavoro.
Le norme sul gioco d'azzardo scritte da una società di consulenza privata. La quale, su richiesta di un cliente che beneficerà di quelle regole, elabora testi giuridici al posto dell'istituzione a ciò preposta, ovvero i Monopoli di stato, peraltro titolari della fondamentale funzione regolatoria.

Anche questa realtà, con contorni piuttosto inquietanti, emerge dall'ordinanza con cui il gip di Milano ha disposto gli arresti domiciliari per l'ex presidente della Bpm, Massimo Ponzellini, con l'accusa di associazione a delinquere. L'inchiesta, tra le altre cose, ha messo nel mirino finanziamenti che la Bpm avrebbe erogato senza i dovuti controlli alla Atlantis, società concessionaria dei giochi che fa capo al latitante Francesco Corallo (tra l'altro figlio di Gaetano Corallo, in affari decenni fa con il boss mafioso Nitto Santapaola). Il tutto mentre a capo dell'organismo di vigilanza della Bpm c'era Raffaele Ferrara (non indagato), contemporaneamente direttore dei Monopoli di stato, ovvero l'istituzione che cura le concessioni e regola il settore. Insomma, intrecci a non finire per una fotografia finale che appare a tratti surreale.

Dall'ordinanza del gip si apprende che i pm milanesi nel dicembre del 2011 hanno interrogato Guido Marino (non indagato). Chi è? Semplice, si tratta di un imprenditore che conosce a menadito i gangli del settore dei giochi. È titolare della Mag consulenti associati, una società privata che fino al 2007 ha lavorato con i Monopoli.

In più, si evince dalla stessa ordinanza, da anni fornisce i suoi servizi a clienti come Lottomatica, Sisal, Snai e Atlantis. Ebbene, parlando dei rapporti della sua società con Atlantis, e dell'introduzione a partire dal 2009 della nuova normativa sulle slot machine di ultima generazione, Marino sostiene che «per conto di Atlantis abbiamo redatto su richiesta di quest'ultima un articolato riguardante la disciplina e le caratteristiche degli apparecchi, i luoghi di ricezione degli apparecchi, l'individuazione di un'aliquota d'imposta, l'importo da versare una tantum e altri aspetti della disciplina». Il pm naturalmente chiede come sia possibile una cosa del genere, visto che la scrittura delle norme, per giunta avvenuta su input di una società a cui le stesse si applicheranno, dovrebbe spettare al regolatore nazionale, ovvero i Monopoli di stato. Marino risponde che «era nota la necessità dello stato di reperire risorse per la ricostruzione dell'Abruzzo dopo il terremoto. Era anche noto nell'ambiente che il ministero dell'economia cercasse fonti di finanziamento diverse dalle imposte ordinarie». Insomma, in questo contesto Atlantis «ci chiese il progetto di cui ho parlato prima». L'articolato, secondo quanto Marino racconta di aver sentito dire, sarebbe poi stato consegnato alla Atlantis e da questa veicolato ai Monopoli, anche attraverso l'intermediazione di alcuni deputati come Amedeo Laboccetta e Marco Milanese (quest'ultimo indagato).

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