Dirigenti (superpagati) nominati senza concorso? E Monti condona tutto



Duri e inflessibili quando si parla dei diritti dei lavoratori, il governo "dell'equità" quando si tratta di "colletti bianchi", grandi imprese e ancor di più banche, se la fa nei pantaloni; dopo il mega-regalo da 2,5 miliardi di euro a Morgan Stanley, dopo la clamorosa retromarcia sulle "commissioni di massimo scoperto", dopo aver "salvato" gli Yacht di lusso e aver DIMINUITO l'IMU sulla seconda casa a chi ha un reddito elevato, aumentandolo invece ai redditi bassi,  (PER CITARE ALCUNI DEI TANTI CASI...) arriva l'ennesima bravata dell'uomo del Bilderberg: il CONDONO per un esercito di dirigenti - ottocento - assunti SENZA CONCORSO... lo stato gestito come un'azienda privata, dove viene assunto chi vogliono loro. (Da notare che non si tratta di semplici impiegati - e già sarebbe grave - ma di dirigenti PROFUMATISSIMAMENTE PAGATI.

Alla faccia delle famiglie che fanno i salti mortali per mantenere gli studi universitari ai figli.
Alla faccia dei giovani che sacrificano i migliori anni della loro vita sui libri...


Più di 800 dei dirigenti dell’ente pubblico che vigila contro l’evasione fiscale di cittadini, imprese, partiti ed enti in tutta Italia, è stata scelta in maniera discrezionale, senza criteri di trasparenza ed è tenuta sulla corda della revoca. Infatti i dirigenti non sono di ruolo e dunque facilmente revocabili se non in linea con i superiori. A chi conviene tutto questo?
Ma la legge vigente è chiara e dopo le condanne del Tar all'Agenzia delle entrate, il Governo Monti presenta in Parlamento il "salva dirigenti", un piccolo comma contenuto nella Legge semplificazioni.

FaiNotizia.it vuole raccontarvi una storia che pochi conoscono...
L'Agenzia delle Entrate, sottoposta alla vigilanza del Ministero dell’economia per quanto riguarda l’indirizzo politico, gode di autonomia regolamentare, amministrativa, patrimoniale, organizzativa, contabile e finanziaria.
Questa autonomia gestionale permette all’Agenzia di collocare le risorse umane, senza alcun controllo, nemmeno di spesa. Unico vincolo, come ogni Ente pubblico, il rispetto delle norme sull'accesso ai ruoli dirigenziali, consentito solo tramite concorso pubblico.
Peccato però che l'ultimo concorso pubblico risalga a 12 anni fa e che 800 attuali dirigenti dell’Agenzia, siano stati scelti tra i funzionari interni, senza criteri di trasparenza e senza concorso pubblico. Questo significa che i nominati che occupano un ruolo dirigenziale non sono dirigenti effettivi e possono quindi essere facilmente sollevati dall'incarico dai propri superiori.
Insomma la maggioranza dei dirigenti dell’Agenzia che vigila contro l’evasione fiscale di cittadini, imprese, partiti ed enti in tutta Italia, è stata scelta in maniera discrezionale ed è tenuta sulla corda della revoca. A chi conviene tutto ciò?
Le pronunce del Tar non sono piaciute all'Agenzia delle entrate che ha proposto ricorso dinnanzi al Consiglio di Stato, ricavandone, nelle more della discussione di merito, la sospensiva della eseguibilità della sentenza. L'agenzia ha dunque chiesto una norma di "copertura" al Governo.
Il governo Monti ha tentato prima con i decreti precedenti (Milleproroghe e Liberalizzazioni) e adesso con il decreto semplificazioni, approvato ieri al Senato ed ora alla Camera per l'approvazione definitiva, che contiene al comma 24 articolo 8 la norma "salva dirigenti".
«La previsione suscita non pochi dubbi e porta con sé un'evidente contraddizione - sostienePietro Paolo Boiano, vice segretario generale di Dirstat, la federazione nazionale di associazioni e sindacati dei dirigenti e dei funzionari della Pubblica Amministrazione, intervistato da FaiNotizia.it il format di giornalismo d'inchiesto di Radio Radicale - perché se da un lato impone all’Agenzia delle Entrate di attuare le procedure selettive previste della legge n. 296 del 2006, e dalla legge n. 248 del 2005, per la copertura dei posti vacanti di Dirigente, dall’altro lato, la autorizza a continuare ad abusare del suo potere non soltanto facendo salvi gli incarichi già conferiti ma, cosa più grave, attribuendo incarichi dirigenziali a propri funzionari con la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato. Viene, quindi, stabilito proprio quanto è stato recentemente dichiarato illegittimo dalla giurisprudenza amministrativa, che ha annullato un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate».
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