La casta blocca la legge sul "controllo esterno" su bilanci


Gli scandali che si sono susseguiti sull'uso illecito dei rimborsi pubblici - da Lusi e Belsito fino alle recenti vicende del pidiellino FIorito - non sono servite a niente: i partiti si sono di fatto arrogati il diritto di continuare a spendere come vogliono i soldi che incassano mediante il finanziamento pubblico e non, bloccando la norma che avrebbe reso obbligatorio il controllo esterno dei bilanci. 
Una VERGOGNA che però probabilmente presto sarà CANCELLATA con l'eliminazione del finanziamento pubblico, che dopo questa notizia sarà reclamato a voce ancora più alta mentre Matteo Renzi, che probabilmente sarà incoronato leader del PD grazie al provvidenziale aiuto del PDL (siamo all'assurdo...) una misura che la casta è riuscita a far acclamare ai cittadini, inferociti dai continui scandali sulla gestione dei fondi, ma che rischia di danneggiare i cittadini stessi in quanto senza il finanziamento, avrà le risorse necessarie per fare politica solo chi dispone di ingentissimi patrimoni personali o gode dei finanziamenti (condizionati) dei poteri forti e di grossi imprenditori come Riva, il patron di Ilva, che pare abbia donato forti somme sia al PD che al PDL...
La casta utilizza i soldi pubblici per mangiare aragoste o per pagare diplomi e lauree per dare un minimo di credibilità ai rampolli di partito: possiedono orde di giornalisti pronti a scrivere papiri propagandistici, godono dei salotti televisivi, non avrebbero bisogno del cospicuo finanziamento pubblico che ricevono: soldi che però sarebbero necessari per un movimento nato invece dal basso e non sponsorizzato (finanziato) da qualche potente di turno che poi in cambio pretende leggi ad personam o favori simili. Il Movimento 5 Stelle, che noi consideriamo il binario morto del dissenso rifiuta il finanziamento e lo vuole abolire: in questo modo non potrà che fare un'opposizione debole e flebile, confinata al blog di Beppe Grillo sulla  quale si concentra tutto: Beppe Grillo critica i media asserviti e addirittura rifiuta la TV, con i soldi del finanziamento pubblico avrebbe potuto realizzare un'ottima testata libera: forse persino una TV visto che se alle politiche del 2013 prenderà davvero il 15% avrebbe avuto diritto - solo per quella elezione - ad almeno 30 milioni di euro, che se fossero spesi nel modo giusto, per esempio, per rompere la censura su temi importanti come MES, Fiscal compact, Eurogendfor e le altre porcate di cui non parla mai nessuno, ad iniziare da Grillo stesso, non sarebbero sprecati. Anche perché 100 milioni di euro, per una nazione come l'Italia, non sono molti: ci sono numerosi sprechi ben più scandalosi...
Staff nocensura.com
Di seguito l'articolo di ANSA:
Più trasparenza nei bilanci dei gruppi parlamentari della Camera che però avranno un controllo interno a Montecitorio e non passeranno al vaglio di una società di certificazione esterna, come aveva proposto il presidente Gianfranco Fini. Lo prevede il nuovo Regolamento, letto dall'ANSA, che la Giunta esaminerà domani.
L'Ufficio di presidenza della Camera già in primavera aveva deciso di modificare il Regolamento di Montecitorio per garantire una maggiore trasparenza nell'uso dei fondi da parte dei gruppi parlamentari. La Giunta per il regolamento si è quindi riunita il 31 luglio per esaminare una proposta dei Questori che ha ricevuto un via libera di massima dalla Giunta stessa. Il presidente della Camera Fini aveva chiesto di inserire in questa bozza di Regolamento la previsione che i bilanci dei gruppi fossero controllati da una società di certificazione esterna alla Camera. La bozza, con questa integrazione, è stata esaminata dalla Giunta mercoledì scorso, ma l'orientamento dei gruppi è stato quello di eliminare il controllo esterno, in base al principio dell'autogiurisdizione degli organi costituzionali (la cosiddetta 'autodichia'). La Giunta ha quindi incaricato Antonio Leone (Pdl) e Gianclaudio Bressa (Pd) di redigere una nuova bozza, che è stata presentata negli uffici della Camera e che sarà votata domani.

Il testo, che l'ANSA può anticipare, prevede che "entro trenta giorni dalla propria costituzione, ciascun Gruppo approva uno statuto", il quale "indica l'organo competente ad approvare il rendiconto e l'organo responsabile per la gestione amministrativa e contabile del Gruppo". Inoltre viene esplicitato che i "contributi" della Camera "sono destinati dai Gruppi esclusivamente agli scopi istituzionali riferiti all'attività parlamentare e alle funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili, nonché al fine di garantire il funzionamento degli organi e delle strutture dei Gruppi". Si esplicita qualcosa che già avviene e cioé che i Fondi non possono essere usati a scopi privati o estranei alle finalità parlamentari.
E qui scatta il controllo sull'effettivo uso dei soldi per le sole finalità istituzionali. Esso sarà effettuato dal collegio dei Questori, cioé i tre deputati di maggioranza e opposizione che sono a capo dell'Amministrazione di Montecitorio.


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