Le confessioni del capogruppo PdL Franco Fiorito sui soldi pubblici sprecati

Continuavano a chiamarci Bancomat

Ex capogruppo del PdL. Lasciato dalla fidanzata. Autosospeso dal PdL per “gesto di dignità”. E pure un po’ “fagiano”, con due g ovviamente. Ecco come si presenta, come si fa vedere in giro il consigliere del PdL alla regione Lazio, Franco Fiorito, quello accusato di peculato per aver distratto dalle casse della Regione un milione di euro. L’accusa, lo ricordiamo, è emersa dalla relazione del successore di Fiorito, Battistoni, alla guida del gruppo PdL alla Pisana.


ACCUSE E CONTRO ACCUSE - Battistoni ha consegnato un rendiconto economico dal quale sono emersi i giroconti per fortissime somme effettuate da Fiorito, scrive la Procura nel decretare l’assunzione dei conti Unicredit e la perquisizione dell’ufficio privato, “attraverso bonifici su conti correnti personali, operazioni di giroconto di assegni versati su conti personali o intestati a persone estranee alle funzioni consiliari e, infine, con prelievi di denaro compiuti allo sportello o tramite bancomat”. Il Fatto Quotidiano è riuscito ad ottenere un’intervista con l’ex capogruppo che si presenta scortato in un bar di Piazza Euclide, e vuota il sacco.
LE VACANZE - Probabilmente è il primo atto di una faida interna al PdL destinata a comprometterne l’assetto in Regione. Fiorito sta mettendo insieme un contro-dossier, e ha “un ripostiglio pieno di carte”. Qualcuno inizia a tremare. Franco Fiorito ammette di aver passato una bella vacanza in Costa Smeralda a spese dei contribuenti.

Sì, è vero, ho pagato con i soldi del gruppo. Ma poi ho versato nel conto del partito ciò che avevo speso.
Peccato che nella relazione Unicredit manchi questa voce in entrata. Può dimostrare di aver restituito i soldi?
Certo che lo farò. Nel mio ufficio ho migliaia di carte e fatture di tre anni di amministrazione. Ho una stanza intera, nel mio ufficio, piena di faldoni con le ricevute di Battistoni per manifesti finti, fatte registrare da sue due associazioni, “M a j a kov s k i j ” e “L a z z a ro n i ”, per un totale di 70 mila euro.
Fiorito ne ha per tutti. C’è il consigliere che ha affittato un’auto a spese del gruppo per fiondarsi in un albergo di Aprilia dove avrebbe intrattenuto un incontro amoroso in piena regola – “Oh, non lo segnà che questo è sposato, eh”, dice Fiorito al Fatto. Nelle disposizioni di Fiorito, una Smart che usava la sua segretaria, di quelle in dotazione al gruppo, e un bel Suv.
BUONI BENZINA - Così fan tutti, dice Fiorito.
Non sono il primo. Guardate per esempio i buoni benzina che ho rimborsato. Io non li ho mai visti e infatti ho il sospetto che non li abbiano mai dati materialmente e che si facevano dare i soldi. Adesso ho scritto agli altri per sapere come li hanno spesi e perché, altrimenti andiamo in galera per voto di scambio. La cifra è di circa 50 mila euro. Su queste ricevute ho molti dubbi: tre consiglieri, Battistoni, Miele e Del Balzo hanno presentato al gruppo un conto totale di 100 mila euro in tre. So no conti un po’ anomali e sospetto siano falsi. Di queste spese ne sono venuto a conoscenza da poco. Perché io delegavo il mio caposegreteria, Bruno Galassi, a fare materialmente da cassiere. Sono capogruppo e tesoriere, da noi non esiste differenza tra i due ruoli.
Soldi in contanti affidati al consigliere Del Balzo. Il festino a Cinecittà per 50mila euro in cui “c’erano delle gnocche travestiste con le gonnelline bianche. Non ci sono andato, ma qualcuno, dai racconti riportati, si sarebbe divertito”. E poi i bonifici, i soldi movimentati da Fiorito Italia su Italia ed Estero su Estero.
BELLA FIGURA - Bankitalia parla di 700 mila euro, per Fiorito sono di meno. Ma…
Non sono 753 mila euro, ma 300 mila. Ci sono dei bonifici trasferiti anche all’estero, è vero, ma non arrivo a quella cifra. Sui movimenti totali, tra Italia e estero, arrivo a circa 700 mila. Non lo scrivete però, non ci farei una bella figura.
Scritto, ovviamente. Fiorito ostenta tranquillità: dice di avere i documenti per dimostrare che “nulla è stato fatto in danno al partito o al gruppo”. Ma sta di fatto che Renata Polverini è sul piede di guerra e ha promesso le dimissioni se il partito fosse stato morbido. Alla Pisana è già guerra e mancano ancora tre anni alle elezioni.


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