Il comunista in cachemire che ha regalato le frequenze a Mediaset per l'1% dei ricavi


Il "comunista in cachemire", Massimo D'Alema... che apparentemente è scomparso dalla scena politica, ma dietro le quinte c'è, e all'interno del suo partito è ancora molto influente...

Di "perle" nelle sua carriera ce ne sono diverse, ma la più eclatante, che non smetteremo MAI di ricordare, è quella del REGALO DELLE FREQUENZE TV A MEDIASET. E' stato il Governo D'Alema a stabilire che Mediaset deve pagare solo l'1% dei guadagni per la concessione delle frequenze TV.

Le frequenze utilizzate da Mediaset infatti, appartengono allo STATO, che le affida in CONCESSIONE, come avviene per gli stabilimenti balneari e altro. Solitamente, nelle "concessioni" la fetta grossa dei guadagni la ottiene lo Stato, che nel caso delle frequenze TV invece si accontenta dell' 1% dei ricavi MILIARDARI di Mediaset...

Forse è stato il suo modo per sdebitarsi con Berlusconi per il contributo che gli ha dato per diventare, in quegli anni, leader dell'opposizione: aiuto in termini di VISIBILITA' televisiva e sui giornali, dove D'Alema spesso criticava Berlusconi.

Chi non è giovanissimo ricorderà la visibilità che ha avuto D'Alema in quegli anni, persino "Striscia la notizia" lo mostrava quotidianamente, inventando la "fu fu dance", dal gesto che D'Alema ripeteva spesso, di soffiarsi sulle mani strette in pugno: una vera e propria "operazione simpatia", perché anche queste "trovate" contribuiscono moltissimo alla popolarità di un personaggio pubblico...

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Alessandro Raffa per nocensura.com

Ma i 'regali' di D'Alema a Berlusconi non sono finiti: ecco i 5 principali 'inciuci'... 
Inciucio n. 1: salviamo Rete 4
Siamo alla fine del '94. Alla vigilia della caduta del primo governo Berlusconi (il 22 dicembre 94), c’è una sentenza della Corte Costituzionale che afferma un principio antitrust, correggendo la precedente Legge Mammì che viene definita incostituzionale, e cioè che la Fininvest di Berlusconi può avere solo 2 reti televisive (non 3). Quindi Rete4 deve essere venduta o andare sul satellite. Il tutto a favore di Europa7 che ha vinto regolarmente la gara per la concessione statale. Quindi Rete4 è abusiva e Europa7 ha diritto a trasmettere (e tra l'altro è anche pronta ad assumere molti dei dipendenti di Rete4). Quando di lì a poco il centrosinistra va al governo, basterebbe che convertisse in legge la sentenza della Corte Costituzionale, cosa normalissima e giusta perché appunto Rete 4 ha perso la concessione e sta trasmettendo abusivamente. Però per Berlusconi sarebbe un colpo quasi mortale perché perderebbe il confronto con la Rai proprio nel momento della quotazione in Borsa, le sue aziende sono indebitate e le banche chiedono di rientrare.
A quel punto cosa succede? D'Alema si mette d'accordo sottobanco con Berlusconi e Letta assicurando che le sue televisioni non saranno toccate e che quindi la sentenza della Corte non sarà tradotta in legge, perpetuando di fatto una situazione incostituzionale. Un danno enorme per il Paese che arriverà fino ai giorni nostri.
E' ormai celebre lo sconcertante intervento in Parlamento nel 2003 di Violante, il quale si lascia sfuggire la verità. Da notare le facce di Fassino e Visco mentre Violante fa "outing".
Inciucio n. 2: i referendum sulle Tv e il definitivo affossamento della sentenza della Corte
All'inizio del '95 ci sono i referendum sulle televisioni promosso dalle Acli e da varie associazioni di giornalisti e registi per a) vietare gli sport dentro ai film in televisione e b) portare il numero delle reti a una per ogni soggetto privato (come in altri paesi). Di nuovo Berlusconi suda freddo, e allora comincia a dire che il referendum è inutile, tanto lui sta per vendere le sue televisioni (all'epoca si parlava anche di Murdoch come acquirente) e che comunque è disponibile a una legge bipartisan sulla riforma della televisione che sia trasversale e accettata da tutti. 
A quel punto D'Alema & C. abboccano di nuovo e cominciano a fare una trattativa per evitare il referendum, mentre non fanno praticamente campagna pubblicitaria al voto. Dall'altra parte le tv commerciali di Berlusconi avviano una campagna terroristica a favore del NO ("altrimenti non avrete più i vostri programmi televisivi preferiti, ecc.ecc.").Alla fine Berlusconi fa saltare la trattativa (che era finta lontano un miglio e solo D'Alema poteva cascarci), non viene fatta nessuna legge condivisa (ovvio), B. non vende nessuna televisione e vince il referendum (ovviamente perché ha fatto da solo la campagna elettorale mentre il centrosinistra è stato a fischiare sul pero). La conseguenza è anche che, in forza del referendum vinto da Berlusconi, il centrosinistra avrà una scusa in più per non tradurre in legge la sentenza della Corte Costituzionale (che sancisce appunto che Rete4 debba essere venduta o andare sul satellite liberando le frequenze a favore di Europa7), cosa che sarebbe invece legittimo.
Inciucio n. 3: la Bicamerale e le proroghe "salva Rete4".
Siamo alla fine del '95 (caduta governo Dini): Berlusconi, che ha sempre strepitato fino a quel momento per andare alle elezioni anticipate, si rende conto di avere i magistrati alle calcagna per vari filoni di inchiesta (tra cui All Iberian, la sua società off shore che pagava le tangenti a Craxi) e deve quotare in borsa le televisioni. Decide che non può rischiare di perdere le elezioni con Prodi e allora si inventa il "dialogo": un "governo di larghe intese" con l'amicone D'Alema, per fare le riforme ma anche allontanare le ambizioni di Prodi, Fini e Di Pietro, che stanno sgomitando per affermarsi come leader. Ora, l'obbiettivo di Berlusconi si capisce, è disperato e furbo, sa cosa vuole e come giocarsi la partita. Ma D'Alema perché ancora una volta non fa gli interessi del centrosinistra (appoggiare Prodi, vincere le elezioni e fare 'sta benedetta legge sul conflitto di interessi) e invece ancora una volta fa gli interessi di B.? Comunque, nonostante i due si presentino amorevoli e bellini anche a "Porta a Porta", alla fine non se ne fa di niente. Sotto la spinta di Fini e Prodi si va alle elezioni. E vince Prodi. 
Nasce il movimento dell'Ulivo, c'è una grande speranza di rinnovamento, il popolo del centrosinistra ritrova energia. 
E D'Alema, simpatico, cosa decide di fare? Non entra nel governo per ripicca, comincia a osteggiare Prodi e si inventa insieme a Berlusconi una bella "bicamerale" per riformare nientepopòdimenoche la Costituzione (luglio 1996)! Cioè, con uno come Berlusconi, che ti ha già fregato due o tre volte con finti accordi, è indagato a Milano per corruzione giudiziaria e corruzione semplice, a Palermo per mafia e riciclaggio, mentre a Firenze già si parlava di lui e Dell'Utri come possibili complici delle stragi di mafia del '93... tu, caro D'Alema, ci vai a riscrivere la nostra Costituzione?Tra l'altro, nello stesso giorno in cui, a luglio, viene fatto l’accordo per la Bicamerale (ch poi ovviamente sarà fatta saltare da Berlusconi) passa una legge che proroga la situazione di fatto delle tre reti della Fininvest, cioè la possibilità per Rete4 di continuare a trasmettere in barba alla legge. Maccanico (centrosinistra) firma la proroga fino alla fine del '96. Poi, di proroga in proroga e di furbizia in furbizia, si arriva fino al 2002, quando la Corte Costituzionale torna a ripetere la sentenza e dà un anno di tempo per farla rispettare. Ma intanto Berlusconi è tornato al governo (2003) e si fa il suo decreto "Salva Rete4" da solo. Di nuovo, un bel grazie a D'Alema per la lungimiranza e l'acume politico.
Inciucio n. 4: l'eleggibilità fuorilegge di Berlusconi
Esiste una legge del '57 (articolo 10, Capo II, del "D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361) per cui chi ha concessioni pubbliche (come ad esempio le frequenze Tv che lo Stato "concede" ai privati) è ineleggebile, cioè non può essere eletto. Nel '94, quindi, B. sarebbe ineleggibile grazie a questa legge. C'è poco da fare: o vende le aziende o si candida. Ma di nuovo arriva il soccorso "rosso" di D'Alema & C.: siccome l'ineleggibilità di una persona la stabilisce la maggioranza parlamentare, viene deciso ad ampia maggioranza che la concessione statale non è di fatto di Berlusconi, che è il proprietario, ma di Confalonieri, che è il manager che gestisce l'azienda (il quale non si è nemmeno candidato). Fatta la legge, trovato l'inganno, insomma. Nel '96, con il centrosinistra come maggioranza parlamentare, la scena si ripete: B. sarebbe ineleggebile ma viene considerato eleggibile. La legge italiana viene gabbata a tarallucci e vino. E di nuovo così nel 2001, 2006, 2008. Le maggioranze vanno e vengono, ma la truffa ai danni del popolo italiano rimane.
Inciucio n. 5: l'abilitazione provvisoria a Rete4.
Anno 1999: D'Alema concede a Rete4, che ha perso la gara per le nuove concessioni televisive, un'abilitazione provvisoria per continuare a trasmettere, in barba al fatto che quelle frequenze sono state assegnate per legge a Europa7.
Mi fermo qui, sebbene altre leggi-regalo siano state fatte negli anni scorsi dai governi di centrosinistra, soprattutto quello presieduto da D'Alema, a favore del centrodestra e di Berlusconi.
O comunque a favore della "casta", dello "statu quo". Perché a questo punto è lampante che in Italia non si voglia cambiare niente, ma soltanto mantenere certi privilegi dei soliti potenti. E zitti tutti, non un telegiornale che ne parli. 
Per un bel rinnovamento, soprattutto morale, l'unica soluzione sarebbe che davvero sparissero tutti i personaggi che ammorbano la vita politica italiana da 15/20 anni a questa parte. A destra come a sinistra, naturalmente.
E che arrivassero facce nuove, giovani, validi, senza interessi da difendere, se non quelli del paese. Una destra e una sinistra moderne, che si alternino negli anni al governo, ma sempre con rispetto, senza urla becere, ma anche senza accordi e accordicchi sottobanco.
Pura utopia, dato che i giovani rampanti dell'ambiente stanno già respirando quest'aria mefitica da così tanto tempo che non credo riescano a intravedere altro.


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