L’Eurogendfor e la Repubblica dei Robocop
“Molto spesso la realtà supera la finzione”, un’espressione d’uso comune (ultimamente molto ricorrente) per rimarcare lo stupore che si prova di fronte a certi accadimenti, così assurdi da arrivare a superare la più sconfinata fantasia umana.
Nel mondo cinematografico vengono spesso prodotti film avveniristici e fantascientifici, con l’intento di immaginare il mondo e la società in cui viviamo in un ipotetico futuro prossimo o remoto, solo per citarne due su tutti: 2001 Odissea nello Spazio (1968) del maestro Stanley Kubrick e la trilogia Ritorno al futuro (1985), diretta da Robert Zemeckis.

Il Consiglio d’amministrazione della OCP è in grado di organizzare la vita dei cittadini in funzione del suo unico interesse: il profitto, che per una multinazionale è un imperativo categorico, la sua stessa ragion d’essere.
Nella Detroit del futuro Verhoeven ha immaginato la dittatura capitalista, la sottomissione legale del popolo ai padroni del profitto. Il regista olandese ha visto nella OCP i nazisti del futuro, rappresentando il nazismo oggi l’emblema del regime totalitario: infatti colori del logo OCP richiamano direttamente alla bandiera nazista.


solo di strade, edilizia, trasporti ecc… ma anche di interventi di sostegno ai più deboli. I servizi sociali rischiano infatti di essere presi a colpi di mannaia dai sempre più disperati assessori al bilancio, e ciò significa che la famiglia con un portatore d’handicap dovrà provvedere da sè al disagio, con tutto ciò che comporterà.


Questo è ciò che accade quando le città diventano facile preda dell’usura planetaria. Questa è la crisi che il regista di Robocop nel 1987 aveva immaginato nella Detroit del futuro, con il relativo avvento del privato che sostituisce il pubblico per incrementare i suoi profitti e appropriarsi dei cittadini.
Non è un caso infatti che oggi le privatizzazioni siano diventate la parola d’ordine a cui ogni pubblica amministrazione italiana è chiamata a rispondere battendo i tacchi. E nel disegno dei nuovi dominatori rappresentati dalla Troika (UE, BCE e FMI), lo smantellamento sistematico degli stati attraverso la privatizzazione del tessuto produttivo e del welfare diventa una necessità improrogabile. E gli stati dell’Unione monetaria devono sottostare al diktat, devono man mano cedere la loro sovranità (parola che suscita immediate allergie epidermiche agli €urocrati) come Mr. Goldman Sachs – Monti dichiarava sfacciatamente qualche mese fa. Devono lasciare il passo al privato, agli organismi sovranazionali non eletti e immuni a qualsiasi azione legale da parte da chicchessia. Perchè la necessita della Troika è una necessità da difendere con manganelli e proiettili di gomma se necessario. E non è detto che tutti i governi e tutti gli uomini delle forze armate siano disposti a reprimere le piazze affollate da gente che rivendica la propria sovranità, il proprio diritto ad esistere.
Ed è per questo che, esattamente come l’OCP si era impossessata delle forze dell’ordine, la Troika oggi istituisce l’Eurogendfor (EGF), ovvero la polizia agli ordini della BCE (ente privato al 100%) che sembra abbia già esordito a Piazza Syntagma reprimendo la recente rivolta d’Atene, dove il maggior sindacato di polizia greca aveva dichiarato: «Rifiutiamo di metterci contro i nostri genitori, fratelli, figli, contro i cittadini che chiedono un cambiamento». Ed aveva minacciato di arrestare i membri della Troika per «insulto alla democrazia e alla sovranità nazionale». L’EGF non deve rispondere a nessuno delle sue azioni, ha poteri illimitati e non può essere citato in giudizio. E’ un ente sovranazionale e immune nei confronti di cittadini e stati ex-sovrani.
La profezia di Verhoeven sembra essersi avverata, le grandi consorterie finanziarie europee che si nascondono dietro la Troika si stanno impadronendo degli stati nazionali, impongono le loro regole e le loro forze dell’ordine. Il tutto sta accadendo in questi giorni, con il colpevole silenzio della politica e dei mass media, anch’essi assoldati e al servizio della Troika.
Nel film del regista olandese il protagonista è Robocop, una macchina ricavata dai resti di un poliziotto massacrato dai criminali, il simbolo della tecnica che sostituisce l’uomo. Eppure alla fine sarà proprio l’androide a sventare i piani dell’OCP, la vera mandante della criminalità organizzata. Robocop ritrova la coscienza propria dell’essere umano, che alla fine prevale sulla macchina. Nella società distopica della futuristica Detroit Verhoeven lancia un messaggio di speranza e di grande fiducia verso l’uomo. Ed è su quest’ultima parte che la realtà, purtroppo, stenta a raggiungere la fantasia…
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