Inquinamento a Taranto: raddoppiati casi di tumore, 1200 decessi all'anno.


Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un articolo riguardante l'inquinamento provocato dall'Ilva a Taranto: abbiamo approfondito la questione, e vogliamo fornirvi alcuni "numeri":
  • A Taranto i casi di tumore, sono raddoppiati negli ultimi 30 anni: ogni anno i decessi sono 1.200 una casistica di gran lunga superiore alla media nazionale;
  • L'Ilva di Taranto è ritenuta responsabile di rilasciare nell'ambiente - da sola - l'8,8% della diossina prodotta in Europa; 
  • Alessandro Marescotti, Presidente di PeaceLink ha rilevato che le centraline poste nel Quartiere Tamburi di Taranto (a ridosso allo stabilimento Ilva) registrano costantemente un picco di PM10 tra le 2 e le 3 di notte: evidentemente, coperti dal buio della notte, c'è chi rilascia nell'ambiente ciò che di giorno, ad occhio nudo, desterebbe allarme.
  • Interi quartieri adiacenti all’Ilva di Taranto hanno una esposizione alle polveri minerali pari a 250 grammi annui per metro quadro, provenienti dai parchi minerari dell'Ilva: i parchi minerari dell'Ilva non sono nemmeno coperti: e questo agevola indubbiamente la dispersione di polveri nell'aria.
La questione - Ilva è ben nota: "ovviamente" le TV e i giornali non ne parlano, ma comitati cittadini e ambientalisti denunciano da anni la situazione, supportati dai numeri: ma nessuno interviene. A Taranto si continua a morire impunemente. E le amministrazioni comunali e provinciali (di dx e di sx) strizzano l'occhio all'azienda: sulla quale si basa l'economia locale: l'azienda infatti produce il 75% del PIL dell'intera provincia, e offre al territorio circa 13.000 posti di lavoro: il cui costo sociale, è però elevatissimo.

Una utente del nostro gruppo Facebook - leggendo il precedente articolo sull'Ilva ha commentato: " A Taranto praticamente in ogni famiglia c'è un morto o un malato di tumore": se consideriamo che ci sono 1.200 decessi all'anno, a fronte di una popolazione di 193.000 abitanti non c'è da faticare a crederci.

Se da una parte la realtà produttiva dell'acciaieria Ilva (una delle più importanti al mondo) è fontamentale per l'economia locale, certamente non si può permettere tutto questo: dovrebbero essere presi provvedimenti urgenti e consistenti: e pensare che il partito del governatore pugliese Vendola, ha la parola "ecologia" anche nel nome...

In questa società, nel nome del Dio denaro tutto è concesso: anche "coltivare" tumori. Situazioni simili a quella di Taranto, più o meno conosciute, in Italia ce ne sono centinaia: basta pensare al caso di Radio Vaticana, o all'incidenza di tumori più elevata della norma nei paesi sardi posti nei pressi delle basi Nato, dove vengono fatte esercitazioni anche con proiettili all'uranio impoverito: ma il caso dell'Ilva, che coinvolge un capoluogo di provincia, è indubbiamente il più grave e il più scandaloso di tutti: anche perché qualcosa potrebbe essere sicuramente fatto, se ce ne fosse la volontà: basterebbe che qualcuno rinunciasse a una parte dei profitti e mettesse mano al portafoglio... ma non fosse mai che poi gli manchi i soldi per comprare lo yacht nuovo...

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