Striscioni Roma-Napoli: una spirale di odio che non rappresenta ne Roma, ne Napoli


A cura di nocensura.com

Ieri si è svolta la partita Roma - Napoli, in un clima di grande tensione, dovuto ai rancori sorti dopo la morte, un anno fa, del tifoso partenopeo Ciro Esposito, freddato da un colpo di pistola sparato da un tifoso giallorosso. Non ci dilunghiamo sulla vicenda, che a grandi linee conosciamo tutti.

L'uccisione di Ciro Esposito aveva suscitato grande rabbia, con una parte della tifoseria napoletana che giurava vendetta. E nelle settimane successive, un giovane romano fu accoltellato, solo perché proveniente dalla capitale.

Nonostante il divieto per i tifosi napoletani residenti in Campania di assistere al match, erano schierati oltre 1.000 agenti, e anche se per fortuna la partita si è svolta senza incidenti, all'Olimpico sono apparsi degli striscioni vergognosi, contro la madre del ragazzo morto, accusata dai tifosi romanisti di "lucrare sulla morte", e cosa forse ancora più grave, uno striscione con scritto "Daniele con noi", con chiaro riferimento a Daniele De Santis, alias Gastone, l'individuo gravemente indiziato di essere il responsabile della morte di Ciro, anche se prima di morire il ragazzo avrebbe detto di essere stato aggredito da più persone; ed in effetti, è difficile pensare che una persona abbia agito da sola. Anche senza arrivare a sparare, non si è mai vista un'incursione solitaria da parte di un ultras, che di solito agiscono in branco.


Ecco tutti gli striscioni mostrati quest'oggi a Roma. Compreso quello di vicinanza e sostegno a Gastone.Certo, in un...
Posted by Il Napulegno on Sabato 4 aprile 2015
La prima cosa che viene da chiedersi, è come abbiano fatto gli ultras giallorossi ad entrare dentro lo stadio con quegli striscioni, eludendo i serrati controlli. Non si può escludere che siano stati realizzati all'interno dello stadio, introducendo una bomboletta.

E qui, vorremmo fare una valutazione: come mai non vengono introdotti i metal detector agli stadi?!? Faciliterebbero non poco i controlli! E non rallenterebbero l'afflusso dei tifosi, che all'ingresso dello stadio dichiarano eventuali oggetti metallici (come avviene in aeroporto) e passano sotto il rilevatore. Operazione velocissima.

Ormai questo tipo di tecnologia costa poco, basterebbe sistemare dei varchi in stile aeroporto, tra l'altro ora in molti aeroporti vengono dismessi i normali ''metal detector'', sostituiti dai più moderni e tecnologici "security scan" (vedi la scheda tecnica) capaci di rilevare qualsiasi oggetto, anche non metallico: riesce a rilevare persino un biglietto da visita, cartaceo, in tasca! (anche se in Italia non mi risulta che questa tecnologia sia stata introdotta; è stata adottata, per esempio, all'aeroporto Schipol di Amsterdam ed in altri hub europei, poiché questa tecnologia è costosa) pertanto le tecnologie dismesse negli aeroporti, potrebbero essere riciclate agli stadi.

Che non ci abbia pensato nessuno, a quanto sopra, appare strano. Forse manca la volontà di procedere a controlli più serrati, non c'è altra soluzione. I metal detector dovrebbero essere installati dalle società, il costo sarebbe risibile rispetto al loro giro d'affari.

Ma andiamo avanti.

Gli striscioni esibiti dagli ultras romanisti, insieme ai soliti cori inneggianti al Vesuvio, hanno rinfocolato la rabbia e le polemiche, sui social network le parole cariche di odio si sprecano. I tifosi partenopei giurano vendetta. 

In un paese dove vigono regole (e punizioni) certe, tutto questo non sarebbe accaduto. Esibire uno striscione del genere in Inghilterra, a parte che avrebbe provocato, probabilmente, la sospensione della partita, avrebbe avuto conseguenze serie, per la società e sopratutto, per i tifosi, che sarebbero stati identificati e denunciati e non metterebbero piede in uno stadio per i prossimi lustri.

Da noi invece, evidentemente non è così. E non solo: pare che la federazione abbia deciso di depenalizzare certi cori.

Alla fine a pagare il comportamento di alcuni tifosi sarà la società, che si troverà a pagare una multa risibile, rispetto al giro d'affari plurimilionario. Multare di 10.000€ una società di calcio è come fare la multa di 2€ ad un operaio che parcheggia la macchina in divieto di sosta. Chiamarla 'sanzione' risulta improprio.

A guardare le scene di quegli striscioni esposti in curva, l'idea che ne deriva è che tutta la tifoseria fosse favorevole a quegli striscioni: in realtà, sicuramente non è così. Ma nessuno poteva permettersi di dissentire, di chiederne la rimozione, o altro, poiché farlo avrebbe significato mettersi contro i gruppi che gestiscono le curve, con alto rischio di finire linciati.

Questo è un aspetto da considerare, nel giudicare la vicenda e nel 'condannare' la tifoseria. Allo stadio ci vanno anche molti ragazzi per bene, famiglie, persone 'normali' che sono ostaggio dei pochi prepotenti a cui viene consentito di dettare legge nelle curve. Viene consentito. Perché come funzionino le cose negli stadi lo sanno tutti, ma anziché isolare le mele marce e punirle a dovere, si preferisce sparare sul mucchio, fare di tutta l'erba un fascio, e condannare tutti i tifosi mettendoli alla stregua dei facinorosi. 

Le curve degli stadi sono terra di nessuno, dove vige lo spinello libero (e purtroppo anche altre droghe) e dove a dettare le regole sono i 'capi ultras'. Sia chiaro, noi siamo favorevolissimi alla regolamentazione delle droghe leggere. Siamo sostenitori della legalizzazione e delle politiche di riduzione del danno, ma il fatto che la cannabis sia vietata ovunque, mentre nelle curve tutti confezionano spinelli e li fumano liberamente, come se fossero ad Amsterdam, conferisce l'idea di essere in un luogo dove la legge non arriva, dove la legalità resta fuori.

Anziché criminalizzare l'intera categoria quindi, iniziamo a punire chi lo merita senza etichettare quei giovani che vanno allo stadio per divertirsi, giovani che non vanno oltre allo sfottò, come da tradizione negli stadi.

E' necessario INTERROMPERE questa spirale di violenza, di ODIO, di rancore, tra due città separate da meno di 200 km di autostrada, da 1 ora di treno ad alta velocità. E isolare, finalmente, i violenti ed i facinorosi, con RAZIONALITA' e lucidità, senza scadere al teatrino, come avvenne con la partita di Coppa Italia che rese celebre a tutti "Genny la carogna", che poi - almeno in quel caso - tanto carogna onestamente non fu, visto che placò gli animi, invitò la tifoseria, agitata dalle voci che parlavano di un tifoso morto, alla calma. Le "trattative", o quantomeno il dialogo con i capi ultras esistono da sempre, e anche se questo sistema è sbagliato profondamente, c'è da dire che in alcuni casi questo ha consentito di tenere a freno violenze e scontri, poiché in quella terra di nessuno che sono le curve, gli unici ad essere riconosciuti dal "branco" come interlocutori sono loro, e non di certo le autorità di pubblica sicurezza. Questo è il sistema calcio all'italiana, chi si sorprese per il dialogo con il capo ultras napoletano o non conosce tale ambiente, oppure è un ipocrita benpensante.

La mamma di Ciro Esposito e tutti i napoletani, sappiano che - lo dico da toscano che frequenta assiduamente da anni la Capitale - i romani sono persone per bene, ovviamente il cretino c'è nella capitale, come c'è a Milano, a Napoli ed a Palermo, ma i romani sono persone generose, disponibili, piuttosto aperte mentalmente, magari un tantino nervosetti quando sono nel caotico e snervante traffico della Capitale, ma il traffico della Capitale farebbe innervosire anche Gandhi.

Un appello ai sindaci di Roma e di Napoli, Ignazio Marino e Gigi De Magistris: visto che sta per arrivare la bella stagione, fatevi promotori di organizzare una bella cena, dove a prezzi calmierati sia possibile mangiare le prelibatezze, i piatti tipici della cucina romana e di quella partenopea, roba da leccarsi i baffi.

Una bella cena dell'Amicizia tra Roma e Napoli, con modalità da concordare: o si fa "andata e ritorno", a Roma ed a Napoli, oppure una cosa a metà strada, magari sul mare, ma premurandosi di organizzare anche il trasporto pubblico.

Una cena dove esporre le bandiere e stendardi delle squadre, oltre che delle città. E perché no, invitare anche i tifosi della Lazio. (Forse pretendo troppo, forse pretendo qualcosa che in questa società non è realizzabile... ?!?)

Una cena dove i tavoli siano rigorosamente "misti", da un lato del tavolo i romani, dall'altro i napoletani. Una cena alla quale dovrebbero partecipare, in particolare, coloro che vivono di pregiudizi e idee assurde, frutto di ignoranza. Certe idee malsane possono albergare solo nella testa di chi non si è mai mosso dalla propria città, se non dal proprio quartiere. Un po' come la questione della spazzatura, che - vi assicuro, e lo dico da amante della Capitale - ce n'è di più in giro, fuori dai cassonetti, a Roma che a Napoli! 


Staff nocensura.com


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