FITCH VS ITALIA: SCACCO AL RE IN DUE MOSSE

Di Alberto Micalizzi
Siamo ad un passo dall’evento del secolo, ma non del XXI secolo…parlo dell’evento degli ultimi 100 anni: l’Italia che diventa ufficialmente “spazzatura”. Ancora un taglio al rating e con un imbarazzante “BB+” saremo al livello dell’Indonesia e della Bulgaria, però “spavaldamente” avanti di un gradino rispetto alla Nigeria e all’Angola! Sembra uno scherzo ma è la realtà.
Se qualcuno aveva ancora dubbi su questo epilogo l’altro ieri l’agenzia di rating Fitch li ha fugati, confermando che “le DEBOLI PROSPETTIVE DI CRESCITA nominali sono un elemento di debolezza per il rating” …. come ammonire un nano sul fatto che sarà giudicato in base all’altezza.
Le agenzie di rating applicano un modello economico errato intrinsecamente, basato sull’assurdo di conseguire la crescita del PIL riducendo il debito pubblico, dimenticando l’elefante nel salotto, e cioè che l’Italia può solo finanziarsi a debito! Ecco perché a Luglio 2013 potei prevedere con certezza i tagli verificatisi nel 2014, e perché oggi posso affermare che vi sarà un ulteriore taglio...
Solo che il prossimo taglio sarà fatidico, perché i BTP perderanno la prerogativa di essere utilizzabili come garanzia collaterale sul mercato interbancario …. dopo di che lo scacco al Re sarà compiuto.
Non si illuda chi crede agli interventi salvifici di Mario Draghi. Ormai non c’è più alcuna correlazione tra i tassi di interesse sulle nuove emissioni di BTP, oggi attorno a 1,5% grazie alla narco-bolla finanziaria in atto, ed il rischio di fallimento medio-alto che viene attribuito al nostro Paese.

In questo, solo in questo, le agenzie di rating hanno tragicamente ragione. Un Paese come l’Italia potrebbe tecnicamente fallire domattina se soltanto la BCE staccasse la spina….togliesse la somministrazione controllata di ossigeno che serve a tenere il paziente in stato comatoso, sebbene clinicamente vivo. Ma il paziente non deve morire…dunque un pò di bastone (il taglio del rating) ed un pò di carota (gli illusori interventi BCE).
Del resto, ad Ottobre 2014 la stessa agenzia aveva detto che “senza un ritorno alla crescita del PIL e a GRANDI ECCEDENZE DEL SALDO PRIMARIO il compito di ridurre gradualmente l’elevato rapporto Debito/PIL sarà più impegnativo”, che svela pudicamente lo scopo di tutto e cioè GARANTIRE CHE L’ITALIA RESTI SOLVIBILE A BENEFICIO DEI CREDITORI.
Quindi, tutto è fatto per proteggere la “sacralità” del DEBITO, perché se ad un Paese fosse concesso uno sconto diverrebbe un pericoloso precedente. Ecco perché la Grecia è condannata ad uscire disordinatamente dall’Euro … evento già scontato nei cambi tra valute.
Per il resto, solo menzogne e manipolazioni. Dire, come ha appena fatto Fitch, che “attuare con successo le RIFORME STRUTTURALI FAVORIREBBE LA CRESCITA” è ingannevole, dato che tutti sanno che la crescita richiede investimenti, non tagli!
Ma a combattere sono in pochissimi. C’è ancora qualche magistrato coraggioso che resiste da solo, qualche analista che alza la voce e qualche associazione di categoria che si costituisce parte civile…ma nulla più.
Per il resto solo il silenzio assordante delle istituzioni, esemplificato dalla recente decisione del Ministero dell’Economia di non costituirsi parte civile nello storico processo che dal 4 Febbraio 2015 sta celebrandosi proprio contro Fitch (e Standard&Poors) per manipolazione di mercato presso la Procura di Trani, un processo tenuto scandalosamente sotto silenzio da tutti i media ufficiali.
Signor Ministro, perché non confida come TUTTI facciamo nei magistrati? Lei chi è per decidere di non costituirsi parte civile IN NOME DEL POPOLO ITALIANO contro i presunti manipolatori di mercato che un giudice italiano ha deciso di rinviare a giudizio?
Fossi al suo posto proverei una profonda vergogna pensando agli 8 imprenditori italiani che ogni giorno si tolgono la vita a causa di quella crisi nella quale siamo stati artificialmente spinti da una coalizione di forze e di interessi extra-nazionali di cui anche le agenzie di rating fanno parte, e che in maniera indisturbata sta succhiando la linfa vitale dell’intero Paese.
Alberto Micalizzi


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