La "flat tax" al 15% di Salvini? Ingiusta, oltre che irrealizzabile



A cura di nocensura.com

Da diversi mesi il segretario della Lega Nord sta girando l'Italia - e ancor di più i canali televisivi) in lungo e in largo per promettere, tra le tante cose, la cosiddetta "flat tax", ovvero un'aliquota fiscale unica del 15% per tutti. Inizialmente la proposta prevedeva un'aliquota del 20%, ma dopo qualche settimana è scesa al 15%, e chissà che tra qualche mese non scenda al 10% - visto che il giochino funziona - o magari potremmo diventare un paradiso fiscale o un porto franco... 

Negli ultimi giorni anche Berlusconi si è allineato alla proposta della flat tax; il cavaliere ha visto che funziona, non poteva che accodarsi.

Ovviamente nessun "simpatizzante" ha pensato di chiedere a Salvini come intende finanziare questo consistente abbassamento delle tasse, che sarebbe possibile solo se l'Italia si riappropriasse della propria sovranità monetaria, cosa che - attenzione - non significa "uscire dall'euro", visto che anche ai tempi della Lira l'emissione monetaria era gestita da banchieri privati, gli stessi banchieri privati che oggi - in quanto soci di Banca d'Italia - possiedono le quote della BCE.

Come possano, così molti italiani, credere a queste promesse è qualcosa che sfugge alla comprensione, al razionale. Non solo perché senza una riforma "auritiana" in ambito economico-monetario abbassare le tasse sarà un utopia, ma anche per il pulpito dalla quale provengono: un partito che ha governato per oltre un decennio e che mentre il paese andava verso la progressiva deriva, si è preoccupato di sistemare il Trota in Consiglio Regionale e soddisfare i vari membri del "cerchio magico" bossiano. La Lega non ha mantenuto praticamente niente del programma che li ha portati più volte al governo, la Bossi-Fini non ha risolto niente, i clandestini sono stati regolarizzati a colpi di sanatorie da 6/700.000 beneficiari alla volta, le forze dell'ordine hanno subito pesanti tagli, e le condanne per i reati di allarme sociale non sono state aumentate. La Lega di governo sarà ricordata per il teatrino dei ministeri al nord e per i diamanti di Belsito.

Ma sono bastati pochi mesi e gli italiani hanno dimenticato tutto. Evidentemente in questo paese conta di più le promesse e gli slogan che pronunci in televisione che quello che hai fatto. Proprio così. Berlusconi su questo ci ha basato le fortune elettorati, e anche Renzi deve la sua popolarità - fortunatamente in calo - ai teatrini televisivi e ai format di Marketing.

A parte questo, la flat tax non sarebbe nemmeno una buona legge. Sarebbe l'ennesima legge che tutela i ricchi, e con "ricchi" non si intende chi guadagna centomila euro all'anno, ma chi porta a casa milioni di euro.

Con la flat tax del 20% chi guadagna 1.000€ paga 200€ e chi guadagna 100 milioni ne paga 20. La differenza sta "solo" nel fatto che il primo con 800€ fatica a vivere, mentre l'altro con 80 milioni di euro si fa i rubinetti d'oro.

Il compito di uno Stato serio e degno di questo nome, A MAGGIOR RAGIONE IN UN SISTEMA CAPITALISTICO, ha il compito, o meglio lo avrebbe, di prelevare i soldi a chi ne ha di più, per ridistribuirli tra chi ne ha bisogno.

Chi ha un reddito basso, e guadagna una cifra al di sotto di una soglia prestabilita, dovrebbe essere esentato dal pagare le imposte sul reddito, anche perché quei pochi soldi che maneggia li reimmette nell'economia - di certo chi guadagna 7/800 ma anche 1.000€ non risparmia ne investe - pertanto paga le tasse sui consumi (l'IVA) e fa girare l'economia.

Chi ha un reddito elevato invece, può pagare anche il 30%: chi guadagna un milione di euro non può avere problemi a pagarne 300.000 di tasse, sopratutto se sapesse che quei soldi vengono impiegati per manutenere i beni comuni e per aiutare i bisognosi. 

In un contesto come quello di oggi, con uno stato che RAPINA i cittadini del 60/70% dei propri redditi, per pagare interessi miliardari alle banche, finanziare missioni militari, acquistare jet da guerra e altri sprechi, nonché per alimentare il sistema di malaffare e corruzione che appare sempre più generalizzato, ed i privilegi della casta politica e delle altre caste, un cittadino non può che sentirsi vessato, spremuto come un limone, ed è normale che si incazzi, anzi: probabilmente dovrebbe arrabbiarsi di più.

Il centrodestra italiano sta cercando di sdoganare l'idea che sarebbe giusto pagare tutti la stessa percentuale, ma in realtà "fare parti uguali tra diversi" è la vera ingiustizia. I cittadini dovrebbero contribuire in base alle proprie possibilità economiche, ed è giusto che l'imposizione fiscale aumenti sulla base di fasce di reddito. Un calciatore non può pagare quanto un operaio!

Ci vuole equità e non uguaglianza.



Staff nocensura.com




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