Lettera a Marine Le Pen: tre iniziative per liberarci dall’euro

Lettera a Marine Le Pen: tre iniziative per liberarci dall’euro senza uscire formalmente dall’euro
Lettera a Marine Le Pen: tre iniziative per liberarci dall’euro senza uscire formalmente dall’euro Di Stefano Di Francesco
L’euro finirà. E’ una certezza. Quel che resta da capire è come arriverà la sua fine. Sarà l’Italia ad uscire dalla moneta comune? Sarà la Francia del FN a determinare la rottura dell’odiato euro? Saranno i Paesi come la Germania e l’Olanda ad abbandonare questo pastrocchio di pseudo-moneta?
La nostra convinzione è che la cosa migliore sarebbe quella di tornare immediatamente padroni del nostro destino, ritornare alla nostra Sovranità monetaria, legislativa, civile nel più breve tempo possibile.
Esiste però una via breve? Esiste la possibilità di condannare a morte la moneta comune senza uscire dall’euro, senza rompere i trattati, senza dichiarare guerra alla comunità finanziaria globale che prospera sulla produzione di BTP da parte del Governo italiano?
La risposta è SI e proviene da un gruppo di eccellenti studiosi come Cattaneo, Zibordi, Mosler, Bossone.
Uscire unilateralmente dall’euro, rappresenta una sfida aperta al sistema di potere che attraverso la finanza globalizzata controlla interi continenti, detta le regole dello sviluppo e del commercio, decide chi può avere cosa e chi no, stabilisce i criteri per accedere a questo o quel bene ed il prezzo dello stesso.
Come fare allora? Bastano tre semplici provvedimenti che il Governo francese o italiano potrebbero adottare anche domani mattina:

1 – Emettere dei Certificati di Credito Fiscale per un importo di 200 miliardi di euro da destinate al taglio delle imposte a lavoratori ed imprese del settore privato ed alle famiglie.
Lo Stato può emettere certificati che distribuisce a lavoratori e imprese e decretare che, dopo due anni dall’emissione, possano essere usati per pagare le tasse. Questi Certificati diventano quindi anche loro di fatto moneta (ricordiamo che la moneta nelle moderne economie, è il mezzo attraverso cui è possibile pagare le imposte allo Stato). In questo modo il Governo, senza ancora avere il controllo della sua Banca Centrale, può creare moneta che utilizza per ridurre le tasse. In una democrazia, il compito di uno Stato è fare gli interessi dell’economia nazionale, non quelli del mondo finanziario che la Banca Centrale europea rappresenta e quindi se volesse, lo Stato italiano potrebbe invertire il meccanismo monetario che da trenta anni soffoca la nostra economia ricominciando a creare moneta. Un punto essenziale è che i CCF sono moneta e non debito; lo Stato non li rimborserà ma li accetterà in pagamento delle tasse.
Il fatto di attendere due anni prima dell’utilizzo dei CCF per il pagamento delle tasse, è necessario per permettere all’economia di tornare a crescere sulla base dello stimolo fiscale prodotto.
In estrema sintesi, l’emissione dei CCF produrrebbe i seguenti effetti:
A – l’assegnazione dei CCF ai lavoratori del settore privato ed alle imprese produce un forte sostegno alla domanda interna ed al PIL;
B – la crescita del PIL permette allo Stato di vedere aumentato il gettito fiscale;
C – trascorsi due anni dall’assegnazione dei CCF, questi verranno realmente utilizzati dai cittadini ed imprese per pagare le imposte, riducendo le entrate fiscali;
D – nel frattempo però il PIL sarà salito, l’occupazione sarà aumentata, vi sarà stata una ripresa notevole dell’economia italiana e dunque l’effetto complessivo permetterà il mantenimento dell’equilibrio dei conti pubblici.

2 – Accettare per il pagamento delle imposte i Titoli di Stato al valore nominate (ovvero a 100). Con questo semplice accorgimento, si annienta la speculazione sul debito pubblico italiano, per intenderci quella che ha creato lo spettro dello spread con cui tutti i giorni ci assillano giornali e tv. Con questa semplice mossa, lo spread finirebbe nell’oblio, per sempre.
3 – Procedere alla nazionalizzazione di una banca (potrebbe essere ad esempio il Monte dei Paschi di Siena) ed attraverso questa, finanziare direttamente lo Stato mediante la sottoscrizione di Titoli di Stato non negoziabili destinati a finanziare deficit del 6-8%. Fine dell’austerità.
Tempo qualche mese e l’euro scomparirà.
L’euro cesserà di esistere perché il suo funzionamento è basato sul sistema dei trasferimenti automatici chiamato TARGET2. Osserviamo il seguente schema sul funzionamento di TARGET 2 :
In parole semplici, il sistema funziona sulla base di un trasferimento AUTOMATICO di riserve bancarie dal Paese in surplus a quello in deficit commerciale, perché se ciò non accadesse, presto il Paese in deficit non avrebbe più risorse per far funzionare il proprio sistema economico (è intuitivo che il paese in surplus, la Germania, vede aumentare la sua base monetaria, mente i paesi in deficit estero come l’Italia, la Spagna, la Grecia la vedono ridursi). Se non intervenisse un correttivo, un aggiustamento automatico, l’economia del Paese in deficit si paralizzerebbe per mancanza di moneta.
Attraverso l’emissione da parte dello Stato di Certificati di Credito Fiscale per complessivi 200 miliardi di euro destinati alla riduzione delle imposte a famiglie ed imprese, la possibilità di fare deficit dell’ordine del 6-8% del PIL finanziati attraverso l’emissione di Titoli non negoziabili acquistati da istituti di credito nazionalizzati, in Italia si avrebbe una ripresa dei consumi, della produzione e verrebbe a generarsi un costante incremento del deficit estero perché riprenderebbero le importazioni di beni e servizi. Ciò indurrebbe i paesi in surplus, come la Germania, a finanziare direttamente attraverso Target2 il crescente deficit estero italiano, garantendo flussi di credito costanti e di notevole entità. Se il governo italiano eseguisse questo piano di espansione della moneta tramite riduzione di tasse per 200 miliardi, alla fine sarebbero gli altri paesi nordici costretti a rompere loro l'euro rendendosi conto di essere in una sorta di trappola da cui è impossibile tirarsi fuori. La Germania sarebbe quindi indotta ad abbandonare l’euro, decretandone la fine, tornando al marco, che rivalutandosi porterebbe effetti positivi sia ai tedeschi, sia all’economie dei Paesi come l’Italia.
E se per impedire la realizzazione di questo piano del Governo, la Troika orchestrasse lo stesso un attacco alle banche italiane (non più al debito pubblico ed ai BTP perché come si è spiegato, lo Stato gli assegnerà valenza fiscale accentandoli per il pagamento delle imposte al valor nominale), bloccando ad esempio il sistema di pagamenti interbancari Target2, in questo modo sarebbero loro stessi a fare saltare l'euro.
E’ un piano logico, rapido, semplice ed immediatamente applicabile. Cosa si spetta a realizzarlo? Perché si vuole mantenere artificialmente in depressione l’Italia, la Spagna, la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda e tra poco anche la Francia?

Fonte: ioamolitalia.it

Commenti

Unknown ha detto…
Ottimo articolo e spero che porti a delle vere concretezze.
Non mi piace dirlo ma i francesi ci stanno sempre un passo avanti.
Il loro simbolo è il gallo è ovvio che il nostro è il pollo allo spiedo.

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