Electrolux: la rete "Salviamo l'Italia" si mobilita

ELECTROLUX: E’ ORA DI RISCOSSA. “SALVIAMO L’ITALIA” SCENDE IN CAMPO
Sabato 8 febbraio a Pordenone la prima manifestazione della Rete SI (Salviamo l’Italia) che unisce 25 associazioni di categoria. Già disponibile in rete il primo bilancio della desertificazione industriale e gli effetti della disoccupazione in Italia. Sul palco nomi famosi di imprenditori che hanno fatto la storia imprenditoriale del Nordest.

L’appuntamento è sabato 8 febbraio alle 15,30 a Pordenone in via Roma,2 – Auditorium della Regione FVG. La Rete Salviamo l’Italia si mobilita e lancia la sua prima iniziativa concreta a sostegno dell’industria e dei lavoratori italiani. Perché la crisi dell'Electrolux può essere superata. E c’è un’alternativa al degrado sociale della disoccupazione.
A testimoniarlo sabato, davanti a migliaia di lavoratori, ci saranno oltre a Massimo Colomban molti degli imprenditori che hanno fatto la storia imprenditoriale del Nordest. Sul tavolo le possibili soluzioni per salvare Electrolux e le altre centinaia di imprese italiane in difficoltà o che se ne vogliono andare dal nostro Paese. Saranno presenti oltre ai portavoce della Rete SI salviamolitalia.it  molte delle 25 associazioni organizzatrici dell’incontro. Il tam tam di rete e sui social network è già iniziato. Molte le adesioni che gli organizzatori stanno sottoscrivendo, ma l’entrata sarà libera a chiunque voglia unirsi, partecipare e condividere le strategie per il rilancio dell’industria italiana.

Il tema caldo: Electrolux. Ma non solo, perché la desertificazione industriale è già in atto e centinaia di imprese nazionali ed internazionali, potrebbero rimanere e prosperare in Italia se venisse abolita l’IRAP, se venissero ridotti il peso delle tasse e soprattutto dei contributi che pesano sui lavoratori, venisse messo un tetto all’IMU (che non superi il 5% del reddito lordo o lo 0,5% sul fatturato), venisse riportato il costo dell’energia alla media dei nostri concorrenti europei. I 10.000 lavoratori dell’Electrolux, con l’indotto, generano 300 milioni all’anno di imposte, di risorse, per lo stato, ma se rimarranno disoccupati produrranno 100 milioni all’anno di costi sociali per lo stato. La differenza per il Nostro Paese, checché dicano i nostri politicanti, è di ben 400 milioni all’anno in più per lo stato Italiano se l’Electrolux rimane, e la rinuncia per lo stato, nell’ipotesi di taglio ai 4 balzelli di tassazione demenziale sopra elencati, sarebbe di solo 100 max  150 milioni all’anno; anche dopo i tagli dell’IRAP e del 20% dei contributi dei lavoratori il bilancio per lo stato rimarrebbe positivo di oltre 250 milioni all’anno! E’ antieconomico e poco intelligente non fare questi tagli alle assurde tasse che hanno già provocato negli ultimi 5 anni oltre 1 milione di ulteriore disoccupazione e che ci costa almeno 25-30 miliardi all’anno allo stato.

La situazione italiana. Abbiamo già perso 500 grandi imprese, il 30% dell’industria, tra cui anche FIAT. Seguiranno la ACC, l’Ideal Standard, ed altre centinaia di aziende in difficoltà a causa delle troppe tasse (60% in più della media Ocse), troppi contributi sul lavoro, il caro energia e il costo di una burocrazia e cultura nemica delle imprese, e quindi del lavoro, della dignità e benessere dei cittadini, in palese contraddizione dell’Art.1 della Nostra Costituzione.

Valore impresa. Rete Si è a fianco delle aziende, perché sono loro a creare reddito, impiegando lavoratori e creando prodotti dai quali lo Stato incassa il 22% di IVA, senza contare tutte le altre imposte sui consumi, le accise sui carburanti ed energia e mille altri balzelli e tasse che le persone occupate creano e spendono (la ricchezza dello stato). Ogni lavoratore nella media italiana produce 70.000 euro/anno di prodotti che moltiplicati per il totale dei lavoratori in Italia, producono i 1.600 miliardi di PIL (Prodotto Interno Lordo che è la somma di tutti i prodotti annuali di ogni singolo lavoratore). Non solo:  ogni persona che lavora e produce e genera dai 20.000 ai 40.000 euro annui di entrate per lo stato. E cosa più importante: ogni persona disoccupata o in CIG o in mobilità costa allo stato almeno 10.000 euro all’anno. Per questo, uno stato intelligente dovrebbe preoccuparsi che a produrre ci siano più italiani possibile; quindi siccome a produrre, ed a creare occupazione, sono le imprese con i loro lavoratori, dovrebbe favorirle o perlomeno tassarle poco, o comunque con un livello inferiore agli altri stati concorrenti e confinanti.

Fonte:  http://sisalviamolitalia.it

Il volantino ed il materiale informativo: clicca per ingrandire le immagini 






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