Lavoriamo 162 giorni all’anno per pagare le tasse: una vergogna incredibile!

Tasse, imposte, balzelli. E ancora: balzelli, imposte, tasse. È un cappio che, da quando si inizia a pagare l’obolo allo Stato, continua a stringersi sempre più forte.
Fino a lasciare senza fiato. Sono infatti lievitati a 162 i giorni di lavoro divorati dal fisco in un anno. Mentre il governo dei tecnici s’inventavano nuove tasse per accontentare le richieste di rigore avanzate dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dai tecnocrati di Bruxelles, la pressione fiscale lievitava oltre la soglia drammatica del 55% spingendo migliaia di imprese a chiudere i battenti e centinaia di imprenditori a togliersi la vita.
“Comparando il nostro peso fiscale con gli altri Paesi emerge l’insostenibilità di quello italiano”, spiega lo studio della Confesercenti sulla situazione della pressione fiscale. L’abbassamento della pressione fiscale è più che mai una priorità che non può essere risolta con qualche misura tampone. Le risorse vanno trovate tagliando la spesa pubblica. A certificarlo è stato lo stesso governo nel recente Documento di economia e finanza. “Il nostro è il paese delle tasse, delle troppe tasse – sottolinea la Confesercenti – abbiamo appena segnato il record della pressione fiscale, con il 44% del 2012, e già siamo pronti a superarlo di slancio con l’ulteriore aumento atteso per il 2013 (44,4%)”. E il futuro, sempre stando alle valutazioni ufficiali, non promette nulla di buono: le previsioni “tendenziali”, quelle cioè che diventeranno realtà se non si farà nulla, ci dicono che la maledizione del 44% ci accompagnerà – decimo più, decimo meno – almeno fino al 2017.

Lo studio della Confesercenti ricorda che l’Italia è al primo posto in Europa nel total tax rate (somma delle imposte sul lavoro, sui redditi d’impresa e sui consumi), con un 68,3% che ci vede quasi doppiare i livelli di Spagna e Regno Unito e ci colloca bel oltre quello della Germania (46,8%); ai più alti livelli europei quanto a numero di ore necessarie per adempiere agli obblighi fiscali (269), 2,5 volte il Regno Unito, il doppio dei paesi nordici (Svezia, Olanda e Danimarca) e della Francia, un terzo in più rispetto al Germania. In coda, fra i paesi Ocse, nella graduatoria di efficienza della Pubblica Amministrazione, con un valore (0,4) pari a un quarto di quello misurato per la Germania e il Regno Unito.

Fonte: http://siamolagente.altervista.org

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