Stephen Hawking inaugura il boicottaggio di Israele. Dure le reazioni

(ASI) Dalle pagine del Guardian a Londra il fisico Stephen Hawking, figura di eccellenza scientifica in tutto il mondo, ha lanciato un importante segnale per la democrazia e la pace. L'accademico, professore a Cambridge, noto matematico e cosmologo che ha portato avanti studi sui buchi neri, ha annunciato di boicottare il consueto ritrovo a Gerusalemme di giugno, “Facing Tomorrow 2013”, che riunisce importanti conferenze internazionali. Quest'anno l'evento celebrerà i 90 anni del Presidente israeliano Shimon Peres.
Lo scienziato la scorsa settimana ha comunicato al Presidente Peres tramite lettera di non partecipare all'evento a causa del trattamento riservato alla popolazione palestinese. La squadra di Hawking ha dichiarato di non avere ancora il permesso di rendere pubblica la lettera.
Inizialmente tale riservatezza ha portato alcune agenzie inglesi come Associated Press e The Commentator a smentire la notizia, deviando la declinazione dell'invito sulle “motivazioni di salute”. Il fisico inglese infatti, come noto, ha 71 anni ed è condannato all'immobilità da una grave forma di atrofia muscolare progressiva.

Ma il Comitato Britannico per le Università della Palestina in una dichiarazione congiunta con lo scienziato ha dichiarato: «Una decisione indipendente di aderire al boicottaggio presa sulla base della sua conoscenza della Palestina e su consiglio unanime dei suoi contatti accademici sul posto». La scelta di Hawking, maturata proprio in concomitanza con il bombardamento della Siria ad opera di Israele con armi all'uranio impoverito, non è isolata, è raccoglie adesioni negli ambienti accademici di tutto il mondo.
La “Conferenza Presidenziale” di Peres, incaricata di promuovere l'evento a Gerusalemme, rilancia duramente dalla bocca di Ismael Maimon: «Il boicottaggio accademico di Israele e' a nostro parere oltraggioso ed improprio». A dire di Maimon lo scienziato è in grave errore poiché «la missione umana ed accademica si basa sullo spirito di liberta'».
Maimon ha conluso dicendo: «Israele e' una democrazia dove tutti gli individui possono esprimere liberamente le proprie opinioni, quali che siano. L'imposizione di un boicottaggio e' incompatibile con un dialogo aperto e democratico».
Non è la prima volta che Hawking mostra sensibilità verso la quesione palestinese e l'emigrazione dei rifugiati nelle terre vicine. Nel 2009 in piena guerra a Gaza dichiarò ai microfoni di Al Jazeera: «La reazione militare è sproporzionata. La situazione è come quella del Sudafrica prima del 1990 e non puo' continuare”.

Maria Giovanna Lanotte – Agenzia Stampa Italia
 Tratto da: Informazione Libera

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