Giulio Andreotti e i segreti che si porta nella tomba - il caso "Gladio"

andreotti E’ morto poco dopo mezzogiorno di lunedì 6 maggio 2013, a 94 anni nella sua casa romana, Giulio Andreotti, un nome che non ha certo bisogno di presentazioni. Sulla scena politica per tutta la seconda parte del secolo scorso, da più tempo della regina Elisabetta, è stato sette volte presidente del consiglio, oltre ad una serie più o meno infinita di altri incarichi e – negli ultimi anni – pure senatore a vita.
Improvvisare un necrologio su un personaggio del genere è affare improbo, senza dover ripercorrere la storia dell’Italia repubblicana. Esponente della Democrazia cristiana fra i più “atlantici” e filo Nato, Andreotti è stato un nemico feroce del movimento operaio e dei movimenti in genere, con forti zone d’ombra su tutto il periodo stragista che colpì anche Brescia il 28 maggio 1974. Storicamente accertato
anche il legame organico tra la sua corrente, cui faceva riferimento la Dc siciliana, e la mafia. Più gestore del potere che uomo politico dotato di una visione propria, seppur di destra, aveva nel rapporto con Washington (e con il Vaticano) una delle più salde assicurazioni politiche della sua carriera, finita più volte anche nelle aule di tribunale, ultimamente per le vicende connesse al biennio ’92 – ’94, le stragi di mafia e la nascita della cosiddetta Seconda Repubblica.
Sui mille segreti, veri e presunti, che Andreotti ha custodito fino alla morte si potrà forse sapere di più nei prossimi mesi, ed anni, “segreti di stato” permettendo. Fino ad ora, l’archivio politico dell’esponente democrstiano è rimasto blindato nel caveau sotterraneo dell’Istituto Don Sturzo di Roma dove tutti i principali esponenti della Dc hanno lasciato le loro carte. Oltre 3.500 grandi faldoni conservati in due grandi archivi a scomparti mobili che occupano due intere stanze dei sotterranei dell’Istituto che già accoglie le 1.400 buste di Luigi Sturzo, l’intero archivio della Dc, quello di Flaminio Piccoli, le  trecento “buste” Giovanni Gronchi e le 350 di Mario Scelba: 600 metri lineari di carte, documenti, articoli di giornale e appunti personali che fino all’ultimo Andreotti ha aggiornato e che al momento rimangono secretati.
L’intervista con Aldo Giannuli, ricercatore di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Milano già  collaboratore con la Commissione Stragi e autore di numerosi libri sui segreti dell’Italia repubblicana, che vedono in Andreotti uno degli snodi fondamentali.

 Fonte: http://www.radiondadurto.org/2013/05/06/andreotti-e-i-segreti-che-si-porta-nella-tomba/

Quando Andreotti svelò l'esercito segreto "Gladio"
Giulio Andreotti sarà ricordato per il leader di un governo occidentale che ha svelato all'opinione pubblica l'esistenza della "GLADIO" l'esercito segreto. Non lo fece "a posteriori", quando la vicenda era chiusa e consegnata al passato, come spesso accade in questo genere di circostanze, ma ne rivelò l'esistenza, che fino a quel momento era stata mantenuta riservata.

Ma secondo il Generale Inzerilli, dietro alla rivelazione potrebbero esserci motivi particolari...

Di seguito alcuni articoli dell'epoca sulla questione:

Il caso Gladio Da "Repubblica" Dicembre 1990

Inzerilli accusa Andreotti "Buttò Gladio per coprire i veri stragisti" Articolo de "Il Giorno" del 18 Giugno 1995

Giorgio FABRE «Ma su Gladio Andreotti mentì» Tratto da: Panorama, 29.11.2007, p. 91.
Stay-behind. Il generale Inzerilli, l'uomo che guidava la struttura, dopo quattro processi durati oltre 10 anni scrive un libro e accusa l'allora presidente del Consiglio.

Gladio, l'esercito segreto Documentario di "History Channel" su Gladio, durata: 52 minuti


Staff nocensura.com


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