La porcata è servita. L’Ue finanzia il Ccs, la tecnologia che può innescare terremoti

La porcata (non trovo altro vocabolo) arriva a compimento. Ieri l’Unione Europea ha pubblicato un nuovo bando (il primo risale al dicembre scorso) per finanziare il Ccs, carbon capture and storage, definito anche “stoccaggio geologico della CO2″
Si tratta di iniettare in profondità nel sottosuolo l’anidride carbonica generata bruciando i combustibili fossili con i quali si produce l’energia elettrica, affinchè non entri nel’atmosfera e non contribuisca all’effetto serra.
I problemi sono due. Primo, il Ccs può innescare terremoti più del famigerato fracking: lo dice l’Accademia delle Scienze degli Usa, mica un ciclostilato dei centri sociali.
E poi – secondo problema – l’Ue ha lanciato proprio pochi giorni fa una consultazione pubblica proprio sul Ccs, che resterà aperta ancora per diverse settimane.
I complicati ingranaggi europei conterranno certo una giustificazione di questa, diciamo, apparente anomalia cronologica. Ma a me sembra voler mettere un filino il carro davanti ai buoi. Non vi pare?
L’immagina schematizza il funzionamento del Ccs. L’anidride carbonica “catturata” all’uscita da una centrale elettrica in cui si bruciano combustibili fossili può essere iniettata in un letto di carbone per favorire la fuoriuscita e lo sfruttamento del metano che di solito vi si trova associato; oppure in una falda d’acqua salata nelle profondità del sottosuolo; o ancora in un pozzo di idrocarburi, così da renderne più facile l’estrazione.
Seguendo i link che ho pubblicato nella prima parte del post si arriva ad alcune delle controindicazioni del Ccs.
In estrema sintesi, oltre al rischio di terremoti (e non si tratta affatto di scosse solo strumentali, dice l’Accademia delle Scienze Usa) c’è il fatto che i depositi geologici scelti per seppellire l’anidride carbonica, che sono apparentemente sigillati ed immobili, possono non rivelarsi affatto tali anche solo nel giro di pochi anni: il caso della miniera di Asse in Germania è da manuale.

E poi il Ccs presenta costi molto elevati ed è a stento appetibile anche con i finanziamenti pubblici: non a caso il primo bando Ue per finanziare il Ccs, quello del dicembre scorso, non è riuscito ad assegnare i 275 milioni di euro previsti per questa tecnologia. Che ora rientrano in gioco insieme ad un altro bel mucchietto di denaro.
I finanziamenti per il Ccs si affiancano ad altri per l’innovazione nel campo delle energie rinnovabili. Ma questi soldi verranno raccolti grazie ai proventi di 100 milioni di quote del mercato europeo delle emissioni di anidride carbonica: verranno cioè da un castello di speculazioni finanziarie anch’esso ben farcito di porcate.
E’ un’altra storia che merita di essere raccontata, spero di poterlo fare oggi o domani.
Due ciliegine sulla torta: come sito di stoccaggio può andare benissimo un pozzo di gas tipo quelli che abbondano in Emilia Romagna e in tante altre parti d’Italia; in caso di fuga dal deposito geologico l’anidride carbonica, oltre ad essere un gas serra, è letale ad elevate concentrazioni, è inodore e tende a stagnare in prossimità del suolo.
E ora il materiale messo on line dall’Unione Europea: il comunicato stampa e il progetto complessivo nel quale si inseriscono i finanziamenti per il Ccs


Fonte: http://blogeko.iljournal.it/2013/la-porcata-e-servita-lue-finanzia-il-ccs-la-tecnologia-che-puo-innescare-terremoti/71621

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