Poi vennero a prendere i dipendenti pubblici...

Questa mattina a Perugia i dipendenti della Regione Umbria hanno fatto un presidio davanti il luogo dove ieri un imprenditore ha ucciso due loro colleghe. C'erano le sigle sindacali e le istituzioni e c'erano rappresentanze di lavoratori pubblici di altre categorie e c'erano anche i lavoratori privati, una delegazione della Nestlè era presente all'iniziativa. Colpisce senza dubbio il comunicato del rappresentante della Rsu, Marco Bencivenga (Cgil) che in qualche modo è anche un atto d'accusa. "Non vorremmo che tutto finisse in una brutta notizia di cronaca presto dimenticata. Ci è sembrato di avvertire, nel modo in cui il fatto è stato raccontato da certa stampa o in tv, che vi sono interpretazioni un po' forzate. Ma, con tutto il rispetto per i familiari dell'omicida-suicida, forse è tempo di ribadire che nessuno può addebitare colpe a due dipendenti pubbliche e che l'applicazione delle regole compete alla pubblica amministrazione, piaccia o no". Dello stesso impianto il comunicato dei sindacati:
" Alla base di tutto ciò - si legge nel testo - non può esserci che la follia, ma sarebbe comunque utile cercare di capire quanto la disperazione, conseguenza di questa crisi dirompente e lunghissima, ha contato sulla decisione maturata. Così come andrebbe analizzata fino in fondo l’influenza che i continui attacchi denigratori, di cui in questi ultimi anni sono stati oggetto i lavoratori pubblici, abbiano avuto nella decisione di porre fine, oltre che alla sua, alla vita di due lavoratrici che svolgevano il proprio lavoro per un compenso di poco superiori ai mille euro al mese”. Non sappiamo quanto il clima contro i dipendenti pubblici abbia inciso nella decisione di un folle  di prendersela con due lavoratrici innocenti, ma le preoccupazioni dei lavoratori del pubblico impiego di Perugia non sono campate in aria. Da anni si assiste ad una retorica che accumuna i lavoratori del pubblico impiego a fannulloni, ad un costo inutile e parassitario ed alla burocrazia da eliminare. In una società in crisi, dove la violenza mediatica si concentra di volta in volta su capri espiatori di turno, si rischia che i bersagli contro la  crisi diventino le vittime della crisi stessa. Per chi non lo sa infatti, una delle due donne uccise ieri era una precaria.


Fonte: controlacrisi.org - tratto da: 

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