MPS E IOR, FIGURATI SE QUALCOSA LI LEGA...


MEMORIE DI UN EX DELLA MITROKIN

MPS E IOR, FIGURATI SE QUALCOSA LI LEGA...

Ma perché i loro nomi "spariscono" da google e dalle inchieste del giornalismo?
di Piero La Porta - La fuga di notizie che svela la presenza della Cia dietro la caduta del governo Prodi è strana, giornalisticamente parlando.
I verbali di interrogatorio sfuggono dall’inchiesta giudiziaria sulla transumanza verso destra di Sergio De Gregorio e planano sui giornali.
Scarsi pettegolezzi invece trapelano dall’inchiesta sul Monte dei Paschi – mentre si registra un suicidato eccellente, David Rossi, capo della comunicazione di MPS – così come misteriosissima rimane la vicenda di un’altra banca, lo IOR, da cui è stato defenestrato Ettore Gotti Tedeschi, insediando in frett’e furia Ernst Von Freyberg, organico all’industria tedesca degli armamenti. Si fanno molte congetture ma non le più sapide.

Su MPS e IOR il giornalismo italiano ha rinunciato a investigare; non solo quello italiano. Google, per esempio, da un pezzo ha fatto sparire dalla prima pagina IOR e MPS; un motivo di più per chiedersi se le due questioni siano operativamente connesse, prima che si cominci con la solita mappazza di massonerie, poteri forti e servizi deviati, per confondere le già confuse idee della gente. 

Adesso i giornali ci illustrano per filo e per segno il ruolo di Enzo De Chiara e Robert Gorelick. Si attribuisce a Berl, mentre la Cia intriga, un ruolo di protagonista, come se la micidiale capacità di convinzione dell’ultimo degli agenti dell’Agenzia fosse davvero bisognosa delle arti del Cavaliere. Nessuno osa affermare che se De Gregorio fu irretito dalla Cia, fu anche istruito su quanto dire allorché scoperto. E’ una misura elementare. Se De Gregorio oggi chiama in causa un Enzo De Chiara e un Robert Gorelick è perché lo prevede il copione, quando fu reclutato e compensato. Oppure è un cacciaballe o un eroe.

Eppure un Enzo De Chiara e un Robert Gorelick sono personaggi ben noti, quanto meno perché li ho conosciuti persino io, che sono un signor nessuno. Anzi mi meraviglio moltissimo che non ne vanti la conoscenza anche GianLuigi Nuzzi, quello del libro “Sua Santità”, il quale li conosce bene, al pari di altri giornalisti.

Ai tempi in cui fui consulente della commissione Mitrokhin, Enzo De Chiara mi chiese un incontro. Quel giorno mi presentò Robert Gorelick e volle mettermi in contatto telefonico con un “giovane e brillante giornalista”: era GianLuigi Nuzzi, a quel tempo nei ranghi de Il Giornale. Non so che cosa si aspettassero da me; io preferii non vederli più. Ero consapevole, come consulente della Mitrokhin e col pus che facevo affiorare, nonostante le mene di Francesco Cossiga, della necessità di essere “candido come una colomba e prudente come un serpente”. Se avesse seguito la medesima strada anche Paolo Guzzanti sarebbe stato meglio.

Tempo addietro un prelato di Curia mi confidò che un americano, un ebreo americano, voleva far dimettere Benedetto XVI. La notizia la postai il 12 febbraio:”Un simpatico statunitense ebreo, coi RayBan, che lavora come consulente legale…”. Il sant’uomo non poteva essere più preciso perché aveva orecchiato la conversazione d’un altro monsignore.

Mentre leggevo le cronache su De Gregorio, gioco forza le confidenze di quel monsignore e le lontane immagini di Gorelick e di Nuzzi si sono accostate. Gorelick ha qualcosa a che fare col Vatileaks e con la tempesta nello IOR? Di certo Vatileaks e IOR sono ben più importanti di un De Gregorio. Altrettanto certamente la Cia avrebbe il massimo interesse a tenere lontano dallo IOR un candido pontefice come Benedetto XVI e quanti potrebbero inorridire se dalla santa banca del Papa transitassero i capitali per finanziare le operazioni coperte di là dal Mediterraneo. Potrebbero inorridire e sorprendersi, oggi. Durante la Guerra fredda soldi di quella fatta transitarono in quantità.

Il finanziamento delle operazioni coperte è problematico.

Non puoi andare in parlamento e dire: mi servono duecento milioni di dollari per avvelenare Chavez; oppure sono necessari quattro miliardi di euro per infiltrare i regimi di Algeri, Tunisi, Egitto e Siria, a premessa del colpo di stato in Libia e a Damasco. Una tale richiesta di fondi sarebbe alquanto imbarazzante, come si può comprendere. Ai tempi della Guerra fredda la Cia si finanziava d’amore e d’accordo con le mafie e i cartelli, mediante il traffico di droga e di armi, tanto da andare in urto con la Dea (Drug Enforcement Administration). I Corleonesi, per dirla tutta, non erano mal visti a Langley. Poi nel 1992 le cose cambiarono, ma è un’altra storia. Oggi la Cia si finanzia coi derivati e le operazioni bancarie spericolate, quando si dice la coincidenza, proprio come quelle di MPS. Ma per carità, sono solo coincidenze.

E’ una coincidenza? Ecco, s’io fossi un magistrato di quelli che indagano su MPS, mi chiederei se una parte della mazzetta miliardaria non sia transitata per lo IOR, quella santa banca dove non vogliono occhi indiscreti a svelarne i segreti. Se persino la Banca Mondiale è intervenuta per certificare l’impossibile:”Bankitalia ha svolto bene il suo compito”, significa che su MPS gravano interessi internazionali importanti. Quali? È vero che uno dei membri del Consiglio di Sovrintendenza dello IOR è legato a un eminente di MPS?

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La fuga di notizie che svela la presenza della Cia dietro la caduta del governo Prodi è strana, giornalisticamente parlando. I verbali di interrogatorio sfuggono dall’inchiesta giudiziaria sulla transumanza verso destra di Sergio De Gregorio e planano

Fonte: http://www.piazzolanotizia.it/mps-e-ior-figurati-se-qualcosa-li-lega-N354.html

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