La Ue vuole vietare il porno su internet rivolta degli utenti in rete


NdR – a me nn piace vietare, ma  quel “toglieteci tutto ma nn il porno” fa ridere e allora mi viene da pensare che spesso nella nostra Società se non poni dei limiti tutto diventa troppo invasivo, come se a me dovesse fregare qualcosa di come le persone trovano il proprio piacere (basta non me lo ritrovi da per tutto) . Son robe da borghesi poco naturaliste, più da 118 che da media o all’opposto da 113. All’interno di tutto questo impellente “moralismo”c’è molta ipocrisia, vedi alla voce schiavi del sesso, prostituzione, film xxx, bordelli, cabine del sesso, casini  ecc. e cmq se lo tolgono dal video e da internet a me non dispiace, chi lo vuole si comprerà un video.  Ricordo però sempre cosa ho imparato: che tra le pòrno e l’amùr è come mangiare o stare a guardare…appunto robb da voyer’s, a me non gusta a chi invece interessa lo usi, non si faccia truffare e almeno non li troveremo nei parchi la notte a sbirciare che fanno pure paura hihihihihihi    :-) – macwalt
BRUXELLES - Toglieteci tutto, ma non il porno: se la crisi non è riuscita ad innescare una protesta visibile contro le istituzioni europee, la sola minaccia di far sparire il materiale pornografico dal web ha costretto il Parlamento europeo a bloccare le sue caselle di posta elettronica che in soli due giorni sono state inondate da centinaia di migliaia di email di cittadini infuriati per la proposta che l’Eurocamera discuterà martedì.
Tutto nasce da una risoluzione «non vincolante», cioè una presa di posizione politica che quindi non ha alcun vincolo legislativo, che il Parlamento voterà martedì prossimo. Si chiama “Mozione per eliminare gli stereotipi di genere in Ue”, e chiede agli Stati membri di fare ogni sforzo per eliminare la discriminazione delle donne dalla pubblicità e chiede il bando di ogni forma di pornografia dai media.

La formulazione è piuttosto vaga, perché chiede «il divieto di tutte le forme di pornografia nei mezzi di informazione e della pubblicità del turismo sessuale». Non è chiaro quindi cosa si intenda per “mezzi d’informazione”, e il testo inglese della risoluzione parla di “media” ed è quindi ancora più vago. L’intenzione dei legislatori dovrebbe essere quella di mettere al bando solo la pubblicità degradante per le donne, ma se si interpretasse in modo estensivo la risoluzione potrebbero venire vietate tutte le piattaforme che ospitano contenuti a luci rosse, solo perché il web in sé è parte dell’universo “media”. Preoccupati dalla sparizione dei filmati hard o, come dicono molti di loro, dalla messa in discussione della libertà di diffondere contenuti in rete, centinaia di migliaia di cittadini hanno scritto altrettante email di protesta ai parlamentari: oltre 600 mila in soli tre giorni, un vero e proprio “attacco” iniziato giovedì scorso che ha costretto il Parlamento ad innalzare le difese tecnologiche “filtrando” le caselle di posta degli eurodeputati. Ad innescare il passaparola tra navigatori della rete è stato anche il Partito dei pirati, la formazione svedese che ha rappresentanti anche nell’assemblea di Strasburgo e che si batte per la libertà del web e dei suoi contenuti. La vicenda ha messo in allarme il Parlamento che, ammettendo di aver scelto parole “poco felici” e troppo generiche per la sua risoluzione, sta seguendo la situazione in vista di martedì, con il timore di attacchi hacker ai suoi siti web.


Fonte: http://www.ilmattino.it/tecnologia/internet/ue_porno_web_rete_internet/notizie/257232.shtml.

Tratto da: nuovaresistenza.org


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