Crisi: La fame arriva in Belgio.


L’anno scorso, circa 121.000 belgi sono stati costretti a recarsi presso le banche alimentari, il che corrisponde al 60 o 70 per cento del cibo totale distribuito da quasi 600 associazioni secondo Nieuwsblad.
“Un triste record”
Per il direttore generale della Federazione delle banche alimentari, Alfons De Vadder, si tratta di un triste primato. Egli osserva che vi siano 4.500 nuovi aderenti nel corso dell’ultimo anno. Questo rappresenta il maggior aumento dall’inizio della crisi nel 2008. Se confrontiamo questi dati al 2005, si può anche dire che il numero dei beneficiari è raddoppiato.

Indipendenti e pensionati
La cosa più sorprendente è che gli aiuti alimentari non sono più solamente una misura di emergenza atta ad aiutare i poveri. Piccoli imprenditori, che nel mezzo della crisi non sono riusciti a farcela e sono falliti, a volte si recano alle banche alimentari.
Anche l’afflusso di pensionati è preoccupante. Questo è un fenomeno che è apparso solo di recente. Pochi anni tutto è diventato più costoso e la loro pensione non è più sufficiente per i loro bisogni primari continua De Vadder.

Tre milioni di spagnoli
La situazione non è tale solo in Belgio. In Europa vi è lo stesso fenomeno. “Dalla fine della seconda guerra mondiale, non abbiamo mai dovuto distribuire tanto cibo come in questo momento”, dice Yves Daccord della Croce Rossa europea. Daccord fa anche notare che per la prima volta in alcuni paesi sono state spese più risorse per il sostentamento interno che per l’esterno. Per esempio, in Spagna, tre milioni di spagnoli dipende da aiuti alimentari.

Traduzione a cura di Stefano Alletti.
Fonte: levif.be - tratto da 
losai.eu


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