Debito, vero affare per le banche: tanto, paghiamo noi

Ma perché questo aumento così significativo, nonostante lo “spread”? Semplice, le banche in quest’ultimo anno hanno visto aprirsi sopra di loro il paracadute della Bce che ha assicurato una liquidità pressoché illimitata consentendo così di disporre di una dote miliardaria a un tasso di interesse dell’1% appena. Con questi soldi cosa hanno fatto i nostri istituti di credito, prestato a famiglie e imprese? Neanche per sogno. Nello stesso arco di tempo i prestiti alle famiglie sono scesi da 616 a 610 miliardi di euro, soprattutto nel credito al consumo, mentre i prestiti alle imprese sono calati di oltre 35 miliardi, da 905 a 870 miliardi di euro. Solo il settore “pubblica amministrazione“, in linea con il dato del debito pubblico, ha sostanzialmente retto perdendo circa due miliardi di finanziamento nei circa 1900 miliardi di prestiti.
La realtà, dunque, è che le banche si sono finanziate presso la Bce e con quei soldi hanno acquistato i ben più redditizi titoli di Stato che quest’anno hanno assicurato rendimenti tra il 4 e il 6%. Le banche spiegano questa situazione appellandosi all’aumento consistente delle sofferenze (i crediti difficili da riscuotere) passate nell’arco dell’anno da 102 a 119 miliardi, una crescita del 16%. Un rischio che, almeno in parte, è stato coperto investendo sui titoli di Stato. Acquistando titoli per oltre 130 miliardi (la differenza positiva dell’ultimo anno) le banche hanno potuto guadagnare circa 5-6 miliardi in più di interessi. Chi ci rimette? La spesa per interessi sul debito pubblico, nello stesso periodo, è passata da 78 a 86 miliardi di euro secondo i dati della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (redatto lo scorso 20 settembre). Quella stessa spesa è destinata ad aumentare a 89 miliardi nel 2013, a 96 nel 2014 e a 105 miliardi nel 2015. Per pagare la crescita degli interessi il governo Monti ha stabilito importanti tagli alla Sanità, alle pensioni e così via. Il trasferimento di risorse è quindi visibile a occhio nudo, basta leggere i numeri.
(Salvatore Cannavò, “Il debito è pubblico, l’affare è per le banche”, da “Il Fatto Quotidiano” del 29 dicembre 2012).
Fonte: http://www.libreidee.org/2013/01/debito-vero-affare-per-le-banche-tanto-paghiamo-noi/
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