Fisco pazzo, inventa seconde case e manda multe a caso


Di lindipendenza.com
E’ una situazione fra il tragicomico e il ridicolo quella emersa a margine di una conferenza stampa tenutasi oggi a Vicenza, laddove l’associazione di imprenditori e professionisti Unionliberi ha presentato il frutto dell’operoso indagare e susseguente sanzionare del fisco italiano, che tra Vicenza e Treviso avrebbe assediato aziende e privati, con almeno 200 cartelle pazze.
L’associazione, che in Veneto conta oltre 9000 iscritti, ha rilevato almeno 200 controlli attivati nel solo mese di novembre, molti dei quali veri e propri casi di follia burocratica, con un minimo comune denominatore: una volta che l’agenzia delle entrate muove una contestazione, per quanto fantasiosa sia, il contribuente è costretto per difendersi a due storture giuridiche, pagare in anticipo il 30% della ipotetica sanzione per potersi rivolgere alla commissione tributaria e avere l’onere della prova della propria innocenza.
“Siamo alla presunzione di colpevolezza, con lo Stato che tratta i cittadini da evasori fiscali a prescindere – spiega Diego Moscheni, delegato dell’associazione Unionliberi per gli affari economici – evidentemente non è bastato al Governo imporre l’Imu, spremere ai cittadini con l’aumento dell’Iva e il caro carburanti. Adesso si è passati alla tassazione sulle tassazioni con controlli fiscali vessatori e che hanno dell’incredibile”.

Il più eclatante fra i casi segnalati è quello di una signora di Treviso, sulla cinquantina, a cui l’agenzia delle entrate avrebbe contestato il possesso di una casa vacanze a Jesolo a 100 metri dal bagnasciuga. Peccato che la donna quella villetta non l’abbia mai vista nemmeno in cartolina. Ciò nonostante, per ricorrere a norma di legge contro il provvedimento, dovrà pagare anche solo per accedere all’udienza alla commissione tributaria, e non poco: 40mila dei 160mila euro di reddito che avrebbe evaso.
Stesso caso anche per una donna di Bassano, a cui l’agenzia delle entrate contesta 40mila euro di entrate straordinarie sul conto corrente ed altri 80mila euro di “dubbia provenienza” con cui ha acquistato casa. “Peccato che si tratti nel primo caso dell’assegno con cui la donna ha chiuso il proprio rapporto patrimoniale con l’ex marito al momento del divorzio – spiegano ad Unionliberi – e nel secondo caso di un prestito ricevuto dal padre per acquistare un appartamento dove ricostruirsi una vita. Eppure di fronte ai documenti che attestano la veridicità delle due situazioni, l’agenzia delle entrate contesta una evasione di 100mila euro”.


Fonte: http://www.lindipendenza.com/fisco-pazzo-inventa-seconde-case-e-manda-multe-a-caso/

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