Creare falsi profili sui social network e sostituirsi a persone è un reato penale
FALSO PROFILO SU FACEBOOK? ADESSO E' REATO PENALE..
La rivoluzione di Facebook ha creato una serie di duplicati digitali: i famosi fake o falsi profili.
Sostituirsi sui social network ad una persona reale, creando un falso profilo fake è punibile civilmente e penalmente. Per questa tipologia di reato la legge prevede la reclusione fino ad un anno ed è possibile procedere d'ufficio. Se l'autore danneggia l'immagine d'un personaggio pubblico, per esempio, pubblicando frasi offensive che possono ledere la reputazione della persona, si può configurare anche il reato di diffamazione aggravata. Il risarcimento, in questo caso, può raggiungere cifre considerevoli da valutarsi in relazione all'episodio specifico.
Sfuggire all'individuazione della polizia postale non è facile. Chi si iscrive a facebook, anche se non rende pubblici i propri dati, lascia comunque una traccia di sé. Per esempio attraverso l'indirizzo mail con cui si effettua la registrazione e dal quale possono partire le indagini . Se l'autore non ha usato particolari strumenti di anonimato, risalire alla sua identità, dunque, può risultare alquanto semplice. Se, invece, l'autore utilizza server collocati all'estero, nei quali sono assenti validi accordi o prassi di cooperazione, l'identificazione può diventare molto più complicata.
Anche Samuele Bersani finisce nel mirino dei ladri di identità. Un ignaro utente crea su Facebook una pagina a suo nome, senza autorizzazione, e raccoglie le adesioni dei fans: oltre 21.000 in pochi giorni, superando quelle della pagina ufficiale dell'artista. E lui, il finto Bersani, si lascia prendere la mano, sommerso dai messaggi degli ammiratori. Aggiorna la pagina, inserisce una foto vera del cantante, dice di adorare le tagliatelle e di tanto in tanto gioca con i titoli delle canzoni dell'ultimo album. Peccato però che Samuele Bersani, quello vero, non fosse stato avvisato. Non solo, ma scoperto l'imbroglio, prima diventa suo fan e poi decide di lasciargli un post in bacheca con il link della sua pagina ufficiale. Ma non tutti se ne accorgono: in tanti continuano a contattare il clone, in un gioco surreale in bilico tra finzione e realtà. Per ora, Samuele Bersani, quello vero, ha reagito sportivamente all'episodio, non nascondendo però di essere infastidito dall'utilizzo non autorizzato della propria immagine.
PRECEDENTI
Non è la prima volta che personaggi famosi finiscono nella rete dei ladri di identità o soltanto di burloni ignari delle conseguenze legali delle proprie azioni. E' toccato a Monica Bellucci, Michelle Hunziker, Fiorello, Pippo Baudo e anche a Carlo Verdone.
POSSIBILI AUTORI
Dietro a questi gesti si nascondono spesso ammiratori in cerca di visibilità o ragazzi che vogliono sentirsi vip per un giorno. Del fatto commesso dal minorenne, però, in sede civile possono rispondere anche i genitori.
CONSEGUENZE LEGALI
Creare falsi profili sui social network può costare caro. Il reato di sostituzione di persona è punito con la reclusione fino ad un anno ed è procedibile d'ufficio. Ma non finisce qui. Se l'autore va oltre, pubblicando frasi offensive che possono ledere la reputazione dell'artista clonato, può configurarsi anche il reato di diffamazione aggravata. Alla responsabilità penale, poi, si aggiunge quella civile. Il danno all'immagine nei confronti di un personaggio dello spettacolo può raggiungere cifre considerevoli da valutarsi in relazione ai singoli episodi.
TRACCE NEL WEB
Sfuggire alle conseguenze di una «goliardata» nata per gioco non è così semplice. Chi si iscrive a facebook, anche se non rende pubblici i propri dati, lascia una traccia di sé. Come un indirizzo mail da cui possono partire le indagini della polizia postale. Se l'autore non ha usato strumenti di anonimato, risalire alla sua identità può essere agevole. Se, invece, l'autore utilizza server collocati all'estero, in cui sono assenti validi accordi o prassi di cooperazione, l'identificazione può essere molto difficile. Ma, in genere, a utilizzare falsi profili di personaggi famosi sui social network sono navigatori non così esperti o pericolosi. Lasciano spesso tracce nel web, facilmente individuabili dalla polizia postale, che si avvale della collaborazione di ingegneri specializzati. Il sogno di un giorno da vip rischia allora di durare davvero poco.
Fonte: Il Sole 24 Ore - tratto da Freedom24
La rivoluzione di Facebook ha creato una serie di duplicati digitali: i famosi fake o falsi profili.
Sostituirsi sui social network ad una persona reale, creando un falso profilo fake è punibile civilmente e penalmente. Per questa tipologia di reato la legge prevede la reclusione fino ad un anno ed è possibile procedere d'ufficio. Se l'autore danneggia l'immagine d'un personaggio pubblico, per esempio, pubblicando frasi offensive che possono ledere la reputazione della persona, si può configurare anche il reato di diffamazione aggravata. Il risarcimento, in questo caso, può raggiungere cifre considerevoli da valutarsi in relazione all'episodio specifico.
Sfuggire all'individuazione della polizia postale non è facile. Chi si iscrive a facebook, anche se non rende pubblici i propri dati, lascia comunque una traccia di sé. Per esempio attraverso l'indirizzo mail con cui si effettua la registrazione e dal quale possono partire le indagini . Se l'autore non ha usato particolari strumenti di anonimato, risalire alla sua identità, dunque, può risultare alquanto semplice. Se, invece, l'autore utilizza server collocati all'estero, nei quali sono assenti validi accordi o prassi di cooperazione, l'identificazione può diventare molto più complicata.
Anche Samuele Bersani finisce nel mirino dei ladri di identità. Un ignaro utente crea su Facebook una pagina a suo nome, senza autorizzazione, e raccoglie le adesioni dei fans: oltre 21.000 in pochi giorni, superando quelle della pagina ufficiale dell'artista. E lui, il finto Bersani, si lascia prendere la mano, sommerso dai messaggi degli ammiratori. Aggiorna la pagina, inserisce una foto vera del cantante, dice di adorare le tagliatelle e di tanto in tanto gioca con i titoli delle canzoni dell'ultimo album. Peccato però che Samuele Bersani, quello vero, non fosse stato avvisato. Non solo, ma scoperto l'imbroglio, prima diventa suo fan e poi decide di lasciargli un post in bacheca con il link della sua pagina ufficiale. Ma non tutti se ne accorgono: in tanti continuano a contattare il clone, in un gioco surreale in bilico tra finzione e realtà. Per ora, Samuele Bersani, quello vero, ha reagito sportivamente all'episodio, non nascondendo però di essere infastidito dall'utilizzo non autorizzato della propria immagine.
PRECEDENTI
Non è la prima volta che personaggi famosi finiscono nella rete dei ladri di identità o soltanto di burloni ignari delle conseguenze legali delle proprie azioni. E' toccato a Monica Bellucci, Michelle Hunziker, Fiorello, Pippo Baudo e anche a Carlo Verdone.
POSSIBILI AUTORI
Dietro a questi gesti si nascondono spesso ammiratori in cerca di visibilità o ragazzi che vogliono sentirsi vip per un giorno. Del fatto commesso dal minorenne, però, in sede civile possono rispondere anche i genitori.
CONSEGUENZE LEGALI
Creare falsi profili sui social network può costare caro. Il reato di sostituzione di persona è punito con la reclusione fino ad un anno ed è procedibile d'ufficio. Ma non finisce qui. Se l'autore va oltre, pubblicando frasi offensive che possono ledere la reputazione dell'artista clonato, può configurarsi anche il reato di diffamazione aggravata. Alla responsabilità penale, poi, si aggiunge quella civile. Il danno all'immagine nei confronti di un personaggio dello spettacolo può raggiungere cifre considerevoli da valutarsi in relazione ai singoli episodi.
TRACCE NEL WEB
Sfuggire alle conseguenze di una «goliardata» nata per gioco non è così semplice. Chi si iscrive a facebook, anche se non rende pubblici i propri dati, lascia una traccia di sé. Come un indirizzo mail da cui possono partire le indagini della polizia postale. Se l'autore non ha usato strumenti di anonimato, risalire alla sua identità può essere agevole. Se, invece, l'autore utilizza server collocati all'estero, in cui sono assenti validi accordi o prassi di cooperazione, l'identificazione può essere molto difficile. Ma, in genere, a utilizzare falsi profili di personaggi famosi sui social network sono navigatori non così esperti o pericolosi. Lasciano spesso tracce nel web, facilmente individuabili dalla polizia postale, che si avvale della collaborazione di ingegneri specializzati. Il sogno di un giorno da vip rischia allora di durare davvero poco.
Fonte: Il Sole 24 Ore - tratto da Freedom24
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