Terremoto Emilia: Il Governo cala il sipario: non ci saranno altri aiuti

Il sottosegretario Catricalà: «Il tempo del lusso è terminato, le regole Ue sono chiare» Si apre il nodo bancario: se non cambia il decreto troppa discrezionalità sui finanziamentidi Francesco Dondi per "La gazzetta di Modena"
«Stampare moneta o ricorrere al debito pubblico per garantire la copertura finanziaria è un lusso che non possiamo più permetterci». Una premessa che il Sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà fa durante la trasmissione radiofonica di Radio Uno, a cui partecipa anche il direttore dellaGazzetta. Una premessa che chiude sul nascere ogni speranza di vedere esteso l’arzigogolato rinvio delle tasse e dei tributi anche per chi non ha avuto danni diretti alle abitazioni e ai magazzini, ma sconta un crollo di fatturato superiore al 30% per le ripercussioni del terremoto.
«Credo che il Governo non abbia la possibilità di dare grandi aperture - continua Catricalà - perché c’è un problema di copertura finanziaria e di conformità con le disposizioni della Ue. Il Consiglio dei ministri ne ha discusso ampiamente e ha escluso con fermezza di pagare i danni indiretti. Ormai il decreto è stato varato dal Governo, la questione è in Parlamento, sono sicuro che se ne discuterà. Aspettiamo con serenità un giudizio. Bisognerà trovare una copertura, e poi concordare con l’Europa la modalità della norma, che potrebbe essere formulata in modo diverso. Estendere gli aiuti anche laddove non c’è una diretta consequenzialità potrebbe essere mal visto dall’Europa».

Ecco, l’Europa che per mesi è rimasta un’entità marginale del dramma emiliano in pochi giorni assume un ruolo determinante e centrale con il balletto sui 670 milioni di aiuti (ieri è arrivato il via libera ufficiale) e il ruolo di parafulmine per il ragionieristico approccio del Governo italiano che nessuno sconto è disposto a concedere.
«Ma noi non vogliamo bonus - ribatte in trasmissione Errani - soltanto una dilazione del pagamento di tasse e contributi per due anni. Non siamo di fronte ad aiuti di Stato».
La vertenza sembra comunque chiusa e non si intravede alcuna soluzione positiva. Ci sarà da pagare. Punto. Ora l’unica ancora di salvezza è la discussione in Senato (venerdì scadono i tempi per gli emendamenti al decreto) che la prossima settimana sarà discusso in commissione per approdare in aula soltanto ad inizio dicembre. Probabilmente fuori tempo massimo visto che gli imprenditori avranno tempo soltanto fino al 30 novembre per certificare i danni di fronte all’Agenzia delle Entrate e recarsi in banca per chiedere il prestito (da iniziare a ripagare a luglio) per regolarizzare le posizioni contributive e tasse tuttora sospese. Gli agibili e i danneggiati indirettamente dovranno invece pagare tutto e subito, in un’unica soluzione. La stangata è in arrivo e ben annunciata.
Ma sul fronte bancario c’è ancora un nodo tutto da sciogliere. Il decreto legge, al momento, dice che gli istituti di credito “possono” erogare i finanziamenti con gli interessi a carico dello Stato. Una parolina, quel “possono”, che mantiene in fibrillazione tanti imprenditori. Potere non significa dovere e quindi, al momento, le banche hanno ampia discrezionalità. In questo contesto si inserisce quindi il merito creditizio. Detto in parole povere: se un’azienda era già in sofferenza economica prima del terremoto difficilmente potrà accedere al finanziamento messo a disposizione, ma non vincolato, dallo Stato. Qualche istituto di credito modenese ha già lasciato intendere che non farà valere il merito creditizio, ma altre banche più internazionalizzate potrebbero anche prendere strade diverse mettendo ulteriormente in crisi un tessuto produttivo e sociale che soffre e di certo non chiede lussi, ma almeno pretende il minimo sindacale.


Fonte: http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2012/11/22/news/il-governo-cala-il-sipario-non-ci-saranno-altri-aiuti-1.6068120

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