Sanità, continua la protesta dei medici di "Sanità in rete"


Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato dei medici di "Sanità in rete"

Il precedente comunicato: I Medici di "Sanità in Rete" criticano il governo Monti su decreto Balduzzi
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LETTERA APERTA al Presidente Comitato centrale /ai Componenti del Consiglio Nazionale FNOMCEO

Oggetto: ATTO MEDICO E CODICE DEONTOLOGICO

Egregio Signor Presidente Dott. Amedeo Bianco,
Sett/le Consiglio Nazionale

Fatta nostra la definizione europea di ATTO MEDICO
adottata dall'Union Europèenne des Mèdicins Specialist – UEMS - riunita a Budapest il 3/4 novembre 2006 secondo la quale l'Atto medico comprende tutte le azioni professionali, vale a dire le attività scientifiche, didattiche, formative ed educative, cliniche, medico tecniche compiute al fine di promuovere la salute e il buon funzionamento, prevenire le malattie, fornire assistenza diagnostica o terapeutica e riabilitativa a pazienti, gruppi o comunità nel quadro del rispetto dei valori etici e deontologici.
Tutto ciò rientra nei doveri del medico iscritto (cioè abilitato e iscritto all'ordine dei medici) o deve avvenire sotto la sua diretta supervisione e/o prescrizione.



Preso atto che il Codice Deontologico così recita

Art. 4
- Libertà e indipendenza della professione –
L'esercizio della medicina è fondato sulla libertà e sull'indipendenza della professione che costituiscono diritto inalienabile del medico.
Il medico nell’esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione, assumendo come principio il rispetto della vita, della salute fisica e psichica, della libertà e della dignità della persona; non deve soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura.
Il medico deve operare al fine di salvaguardare l’autonomia professionale e segnalare all’Ordine ogni iniziativa tendente a imporgli comportamenti non conformi alla deontologia professionale

Art, 30
- Conflitto di interesse –
Il medico deve evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l’interesse primario, qual è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato da un interesse secondario.
Il conflitto di interesse riguarda aspetti economici e non, e si può manifestare nella ricerca scientifica, nella formazione e nell’aggiornamento professionale, nella prescrizione terapeutica e di esami diagnostici e nei rapporti individuali e di gruppo con industrie, enti, organizzazioni e istituzioni, nonché con la Pubblica Amministrazione.
Il medico deve:
- essere consapevole del possibile verificarsi di un conflitto di interesse e valutarne l’importanza e gli eventuali rischi;
- prevenire ogni situazione che possa essere evitata;
- dichiarare in maniera esplicita il tipo di rapporto che potrebbe influenzare le sue scelte consentendo al destinatario di queste una valutazione critica consapevole.
Il medico non deve in alcun modo subordinare il proprio comportamento prescrittivi ad accordi economici o di altra natura, per trarne indebito profitto per sé e per altri.

Art. 70
Qualità delle prestazioni -
…......Il medico non deve assumere impegni professionali che comportino eccessi di prestazioni tali da pregiudicare la qualità della sua opera professionale e la sicurezza del malato

Riteniamo

l'Art. 13 : Le prescrizioni e i trattamenti devono essere ispirati ad aggiornate e sperimentate acquisizioni scientifiche tenuto conto dell’uso appropriato delle risorse, sempre perseguendo il beneficio del paziente secondo criteri di equità.

in palese contraddizione con la definizione di Atto Medico e dei sopracitati articoli del codice deontologico nell'espressione tenuto conto dell'uso appropriato delle risorse.

Oltre che contraddittorio rispetto allo stesso Codice Deontologico, tale dizione appare subordinare l'Atto Medico alle risorse economiche e non al valore unico e irrinunciabile della persona cui deve essere indirizzata la cura medica. Tale dizione appare inoltre demandare all'attività medica la gestione delle risorse messe a disposizione dall'Ente di cura che , pubblico o privato che sia , deve esso stesso assumersi le responsabilità di eventuali deficit di risorse economiche che possano incidere sulla cura e sulla tutela della salute della persona .

Chiediamo pertanto l'abolizione ed in subordine la ridefinizione della dizione”uso appropriato delle risorse”, in considerazione del fatto che l'uso appropriato della clinica medica compete al medico, mentre tale dizione apre la strada all'attribuzione al medico di compiti di management aziendale che potrebbero proficuamente essere svolti da figure all'uopo destinate.

Distinti Saluti

I Medici di Sanita' in Rete, 6 ottobre 2012
Facebook.com/groups/sanitainrete



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