Taranto, tre morti sospette in 7 giorni: 28 indagati per presunta malasanità



Dal 27 giungo al 4 luglio deceduti una neonata per asfissia, un 57enne che non ha superato una trasfusione e un motociclista a cui non è stata riscontrata un'emorragia interna: la Procura ionica procede per omicidio colposo

Ventotto, tra medici e infermieri, indagati a Taranto per omicidio colposo. Sono tre le inchieste aperte dal 27 giugno al 4 luglio scorsi dalla procura ionica per altrettante morti sospette avvenute negli ospedali di Taranto e di Castellaneta.



La prima morte sospetta è quella della piccola Caterina, nata il 27 giugno nell’ospedale di Castellaneta e deceduta pochi minuti dopo la nascita per asfissia, secondo quanto accertato dal medico legale dopo l’autopsia disposta dal pubblico ministero Remo Epifani. Il secondo caso a distanza di poche ore è avvenuto al Santissima Annunziata di Taranto. Domenico Lomancino, 57enne tarantino, una decina di giorni prima del decesso si è recato al pronto soccorso dopo aver accusato un malore ed è stato sottoposto a una serie di accertamenti al termine dei quali non è stato disposto il ricovero, ma solo una terapia. Il 57enne così è tornato a casa, ma a distanza di poco tempo è stato costretto a tornare all’ospedale per il manifestarsi dei dolori. Questa volta i medici, dopo ulteriori controlli, gli hanno somministrato una sacca di plasma che sarebbe stata assorbita in poco tempo. Da quel momento sarebbero sopraggiunte le complicazioni che avrebbero poi condotto Lomancino alla morte. L’ultimo caso riguarda Francesco Lagioia, motociclista tarantino di 46 anni, ricoverato il luglio nel reparto ortopedia della struttura ospedaliera di Taranto per una frattura al bacino dopo un incidente stradale. Nonostante gli esami al suo arrivo in ospedale, i medici non si sarebbero accorti che l’uomo aveva un’emorragia interna che lo stava lentamente uccidendo.

Spetta ora alla magistratura stabilire le eventuali responsabilità sulle tre vicende, ma resta comunque lo sconcerto per i fatti avvenuti a breve distanza l’uno dall’altro negli ospedali tarantini. “E’ una situazione che crea allarme anche tra i medici che dovrebbero lavorare in serenità – ha dichiarato l’avvocato Carlo Petrone, difensore di un indagato – ma non bisogna sparare nel mucchio. Spesso l’iscrizione nel registro degli indagati è solo un atto dovuto ai fini degli accertamenti medico legali. E’ necessario tuttavia – prosegue l’avvocato Petrone – che la sanità sia seguita con maggiore attenzione perché il diritto alla salute è un bene primario dei cittadini”.

L’Azienda sanitaria locale intanto ha dato il via a un’indagine interna, ma solo per la morte della neonata. Il direttore medico di Castellaneta, Michele Lonoce, in un comunicato stampa ha dichiarato di aver avviato “le procedure previste dell’Audit Clinico, con il coinvolgimento della struttura di Risk Management, dell’Asl di Taranto, al fine di procedere ad una immediata verifica sull’accaduto”. Una decisione che servirà a stabilire se le procedure seguite sono state regolari, ma che non mira a individuare eventuali colpevoli. “Al momento – si legge ancora nel comunicato -, dalle risultanze oggettive e sanitarie, in possesso alla direzione medica di Castellaneta, è escluso un coinvolgimento dei medici e degli operatori sanitari dell’ospedale”.

da Il Fatto Quotidiano



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