Guerra e Cheeseburger

Uno spettro si aggira in Europa. No, non è il comunismo: sono le agenzie di rating statunitensi. La Grecia è in bancarotta, la zona euro è in procinto di spezzarsi, JP Morgan fa "errori" da miliardi di dollari; non c'è futuro (posti di lavoro) per le nuove generazioni. Eppure il braccio armato, lo 0,1% delle élite occidentali, occupa Chicago – che si è trasformata in una orwelliana città-stato di polizia - per discutere di "difesa intelligente".

In Afghanistan, la "brillante" NATO  è pronta per una fuga umiliante. "Smart defense" è il codice per dire "non ci sono soldi". Solo cinque tra i 28 Stati membri della NATO spendono il 2% del loro prodotto interno lordo per l'esercito - come ha chiesto la NATO. Uno di loro era - sorpresa! - la Grecia.

Ecco ancora un altro corso intensivo sul neo-liberismo armato. In primo luogo la Grecia è stata più o meno costretta ad acquistare costosi sottomarini da francesi e tedeschi, poi è stata costretta a fare tagli di bilancio. Si può chiamare "cibo per i sudditi" ma è il piano di soccorso NATO.

Gli Stati Uniti pagano almeno il 75% dei conti della NATO – ancora una dimostrazione grafica dell’uso della NATO come braccio europeo del Pentagono. Ancora, nel 2011 i membri dell'Unione europea (UE) hanno speso non meno di 180 miliardi dollari per la difesa. Niente di più. Non ci sono soldi. Così toccherà al Pentagono pensare a come mandarla avanti.

E la farà andare avanti - con gusto. Come previsto, questa domenica, nella zona occupata di Chicago la NATO ha approvato - meglio ancora, il Presidente americano Barack Obama ed i suoi alleati hanno "appena deciso" - di avviare la prima delle quattro fasi dello scudo antimissile degli Stati Uniti per l'Europa.
Ciò significa, in pratica, che una nave da guerra statunitense armata di intercettori sarà di stanza nel Mediterraneo, e un sistema radar della NATO, con base in Turchia sarà controllato dalla sede centrale di Ramstein, in Germania. La base tentacolare di Ramstein è guidata da un generale americano. Ora, secondo il giornale turco “Zaman”, un Generale turco sarà il secondo in comando. E’ una specie di carota per la Turchia per l’appoggio alla campagna per un cambiamento di regime in Siria.
Chi crede che questa scelta della NATO - questo scudo non sia puntato verso la Russia, ma sia una difesa contro quel "diavolo" dei missili iraniani – pensa come pensava “Alice nel paese delle meraviglie”. Per evitare malintesi, il capo militare russo, il Generale Nikolai Makarov ha già detto che la Russia risponderà posizionando missili Iskander, a corto raggio, a Kaliningrad, vicino al confine polacco. Si può imporre che la NATO resti fuori dalla guerra fredda, ma non si può pretendere che la Guerra Fredda resti fuori della NATO.
Cottura media, ma senza ketchup

Sull’Afghanistan, la Casa Bianca ha cominciato con l’esortazione di Obama al presidente afgano Hamid Karzai per "attuare la riforma elettorale, tagliare la corruzione e spingere sui talebani per una soluzione". Questo va oltre ogni più pio desiderio: credere che il corrotto, colluso sistema di Karzai voglia "riformare" è come credere che la Casa di Saud lasci nascere una democrazia jeffersoniana. Se ci fosse una parvenza di "riforma elettorale", gli alleati di Washington in Afghanistan perderebbero qualsiasi elezione. Sono i talebani che vorrebbero costringere Karzai a fare qualche aggiustamento, non il contrario.

Allora, che c’è ancora da fare per salvare la civiltà occidentale?

Cheeseburger. Con patatine - non "libertà" - patatine fritte.

Questa nuova “cheeseburger diplomacy”, stabilita nella Sala Ovale da Obama e dal nuovo Presidente francese Francois Hollande, dovrebbe salvare la Grecia, rinnovare la zona euro e riaccendere l'economia statunitense, giusto in tempo per le elezioni presidenziali di novembre negli Stati Uniti. Come mai la formidabile catena americana di fast food Five Guys non ci ha pensato prima?
Ecco il calcolo Obama. Se il mio sfidante repubblicano Mitt Romney verrà eletto a novembre, saremo fregati più di adesso. Ho bisogno di posti di lavoro. Ho bisogno di una ripresa dell'economia. Ho bisogno che quei maledetti europei rimettano ordine a casa loro. Non posso sedermi qui ad aspettare che loro risolvano il problema greco, ho un'elezione da vincere.
Ecco il calcolo Hollande. Ho vinto la mia elezione. Ho promesso di fare posti di lavoro e crescita. Ora ho bisogno di una coalizione di volenterosi - per la crescita, altrimenti saremo investiti dall’ estrema destra, ovunque. Mon Dieu, come mai "Onshela" - Il cancelliere tedesco Angela Merkel - non lo può capire?
Per il duo franco-americano, si tratta di una situazione win-win. La politica economica di Hollande, in effetti, è la politica economica del team di Obama. Possono aver raccontato la (nuova) strategia a "Onshela" nel placido Camp David al G 8 - protetti dal mondo reale da un esercito che potrebbe buttare giù un regime in cinque minuti.
Il problema è che, né Barack né Francois hanno fatto un briefing con il Dio del mercato e con le banche europee e americane. Ai padroni dell’Universo non gliene frega niente della Grecia, della culla della democrazia: vogliono i loro soldi indietro.
Obama ha fretta. Mario Monti, l’attuale interventor italiano - ex Goldman Sachs - può avere la credibilità sui mercati per convincere Berlino e la troika (Banca Centrale Europea, Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale) che o l'Europa crescerà o non ci saranno soldi per nessuno. Ma Obama ha anche bisogno di un alleato politico strategico. E questo dovrà essere certamente la dominatrix dell’austerità: "Onshela".
Preferirei una bistecca

Il problema è che questi cheeseburger sono immersi nell’olio. Il Petrolio iraniano. Obama sta giocando una linea dura contro l'Iran essenzialmente per ragioni elettorali. Se non fosse stato per gli europei, nei prossimi cinque mesi avrebbe portato i colloqui – secondo i suoi piani – ad un boicottaggio del petrolio iraniano a partire dal 1° luglio. Ma teme l'inevitabile conseguenza che il prezzo del petrolio si impenni e allora, addio ripresa europea – e poi ovviamente bye bye anche alla rielezione di Obama.

Questo è quello che renderà ancora più succoso il prossimo giro di colloqui a Baghdad, questa settimana, tra l'Iran e le nazioni P5 +1. Dal punto di vista della squadra di Obama, il migliore risultato sarebbe ... mettiamoci d'accordo per continuare a parlare ancora un po'.
Questo lascerebbe uno spiraglio a Obama – per mezzo di Hollande – per spingere l'Europa a dimenticare il boicottaggio del petrolio, almeno fino a quando entrambe le parti continueranno a parlare, almeno per altri sei mesi. Dopo tutto, il pacchetto ultra-duro con le sanzioni rimane al suo posto - e questo certamente farebbe soffrire gli iraniani, molto di più del governo di Teheran.
L'unica cosa che conta per il team di Obama, soprattutto, è garantirsi la vittoria il 4 novembre. Funzionerà la diplomazia cheeseburger? O sarà il contrattacco di Mitt Romney che promette una politica "Non lasceremo nessuna bistecca", e nemmeno il ketchup iraniano?
Pepe Escobar è l'autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007) e Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge. Il suo libro più recente, appena uscito, è Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009).

Fonte: www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/NE22Ak02.html
21.05.2012
Tradotto per ComeDonChisciotte.org da Ernesto Celestini

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