Sfrattato, senza lavoro e con un figlio disabile: appello disperato a Napolitano

Disoccupato, con a carico tre bambini di cui uno disabile, è stato sfrattato e (soprav)vive abusivamente in una scuola. Una situazione disperata quella di Francesco Caccavale di Nola, che ha rivolto un accorato appello al presidente della Repubblica Napolitano. 


Ci auguriamo che possa essere ascoltato e aiutato dalle istituzioni, ma purtroppo, alla luce di quello che sta accadendo in Italia, dubitiamo fortemente che succeda. Sono moltissime le famiglie alle prese con situazioni disperate, e anziché aiutare e sostenere queste persone, lo stato le abbandona a se stesse.


Di seguito l'articolo pubblicato su metropolisweb
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Il dramma di Francesco Caccavale: «Costretti a vivere abusivamente in una scuola

di Roberto Mazza

NOLA - Sfrattato, con un figlio disabile e senza lavoro, non sa dove andare a dormire. E’ il dramma che sta vivendo Francesco Caccavale, di Nola, che ha deciso di scrivere al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con la speranza che si possa trovare una soluzione adeguata. Attualmente - è l’unica sistemazione trovata finora - è costretto a vivere in una scuola occupata abusivamente con i suoi tre figli.
Purtroppo, però, né lui né la moglie hanno un lavoro stabile. Sono costretti ad arrangiarsi con qualche lavoro saltuario con l’unico obiettivo di dar da mangiare ai propri figli. Ma nulla di più.

Una situazione di particolare disagio che, purtroppo, in un momento storico di particolare crisi economica, non è nemmeno l’unica. Giorno dopo giorno, la povertà aumenta sempre più, soprattutto in zone come il Nolano-Vesuviano, dove il lavoro sta diventando davvero un miraggio.

Già in passato, Caccavale aveva cercato di attirare l’attenzione dei mass media e delle istituzioni sul suo caso. Arrivando addirittura ad occupare uno dei locali al piano terra del municipio di Nola. Anche in questo caso, senza alcun risultato. Ora, la lettera disperata al Presidente della Repubblica, con la speranza che possa servire a smuovere la situazione.

«L’unica cosa che chiedo», dice Caccavale, «è che le istituzioni esaminino il mio caso. Vorrei che chi ha il compito di vigilare, esaminasse la pratica relativa alla mia posizione, nel momento in cui sono stato sfrattato dall’abitazione dove vivevo prima, per capire se le procedure erano tutte regolari».
Francesco Caccavale e la sua famiglia erano assegnatari di un alloggio al rione «Gescal» di Nola, prima di essere sfrattati dal comune. Ma la cosa più grave, è che per strada è finito anche un figlio disabile che avrebbe avuto bisogno di cure particolari e di un’abitazione adeguata. E non di vivere in una scuola.
«Siamo vittima di soprusi», conclude Caccavale nella lettera al presidente Napolitano.


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