India. Niente guest house per i due marò italiani. Cauzione respinta

Massimiliano Girone e Salvatore Latorre
Massimiliano Girone e Salvatore Latorre

di Lucia Morini
KOCHI- Respinta la richiesta di libertà su cauzione dal giudice del tribunale di Kollam, che sta istruendo l'istruttoria per Massimiliano Girone e Salvatore Latorre, i due marò italiani in carcere accusati di aver ucciso i due pescatori indiani.
Subito dopo la pronuncia del giudice, gli avvocati che difendono i due militari hanno annunciato di presentare ricorso a un tribunale di appello. Il portavoce del ministero degli Esteri Giuseppe Manzò, ha dichiarato che «I legali della difesa, d'intesa con gli esperti italiani in India, stanno preparando un testo che verrà presentato la prossima settimana.”
Nel frattempo tuonano le organizzazioni dei pescatori indiani contro la  decisione della Corte Suprema di trasferire i marò in “un luogo che non sia il carcere”, bensì una“guest house”.  Insomma un tale privilegio a favore dei nostri connazionali  non è un atto giustificato, secondo i pescatori indiani, i quali chiederanno con forza al governo di Kerala, di esaminare dettagliatamente il motivo per cui trasferirli. 

Ma non solo. La questione dei marò apre vecchi dissapori tra il governo indiano e i pescatori, i quali denunciano di non essersi mai sentiti tutelati. "Ci sono centinaia di pescatori indiani che letteralmente marciscono nelle prigioni pakistane”, ha detto un loro portavoce, precisando che l'unica colpa loro è quella di essersi avventurati inconsapevolmente in acque straniere.
Motivo per cui il Comitato di Coordinamento Pesca del Kerala, dopo aver organizzato manifestazioni in tutto il paese,  ha inviato una missiva al governo nella quale chiede che un'eventuale decisione sulla spinosa questione dei marò debba tener presente della reale condizione in cui versa questa particolare categoria.
Stesso parere arriva dall'Associazione Boat All-Kerala, che chiede al governo indiano di sostenere i marinai indiani presenti nelle carceri di tutto il mondo. "Quando i marinai indiani sono stati imprigionati a Taiwan e negli Stati Uniti, il governo indiano non è riuscito a garantire un trattamento dignitoso ai propri cittadini", ha detto Joseph Xavier Kallapurackal, segretario generale della All-Kerala Boat Owners Association. Per questo i pescatori non accettano che il governo faccia sconto ai nostri connazionali.

Nel frattempo per domani è prevista una fiaccolata di solidarietà organizzata dalle famiglie Latorre e Girone, insieme al gruppo Facebook “Ridateci i nostri leoni”. L'appuntamento è  alle 20,00 a Piazza Bocca della Verità. All'evento hanno già dato la loro adesione  associazioni  delle Forze Armate ed alcuni esponenti politici.


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Commenti

Anonimo ha detto…
Questi hanno sparato ed ucciso dei pescatori. Poco importa se pensavano fossero pirati. Dovevano prima accertare e poi eventualmente agire.Peggio per loro, è giusto che rimangano in prigione !!
Anonimo ha detto…
Non credo proprio che due "professionisti" sparino all'impazzata addosso a dei "pescatori". In ogni caso le regole di ingaggio vietano espressamente di aprire il fuoco se non estremamente sotto pericolo..... e quindi penso che prima si siano visti sparare addosso, e solo dopo hanno aperto il fuoco.

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