La Russia ammassa truppe al confine con l’Iran
Traduzione di Gabriele Picelli
Secondo fonti russe bene informate, l’esercito russo prevede che un attacco all’Iran avrà luogo entro l’estate e ha elaborato un piano d’intervento per spostare soldati attraverso la confinante Georgia per stazionare in Armenia, paese confinante con l’Iran.
Il presidente del Consiglio di Sicurezza Russo (SCRF), Viktor Ozerov, ha dichiarato che il Quartier Generale dell’esercito russo ha preparato un piano d’intervento nel caso di un attacco all’Iran.
Dmitry Rogozin, il quale recentemente è stato ambasciatore russo presso la NATO, ha messo in guardia contro un’aggressione all’Iran.
“L’Iran è un nostro vicino,” ha detto Rogozin. “Se l’Iran fosse coinvolto in un intervento militare si tratterebbe di un’aperta minaccia per la nostra sicurezza.” Ora Rogozin è vice Primo Ministro russo ed è considerato anti-occidentale. Egli supervisiona il comparto della difesa russa.
Fonti del Ministero della Difesa russo sostengono che l’esercito russo non crede al fatto che Israele disponga di adeguate risorse militari per sconfiggere le difese dell’esercito iraniano, e ritiene inoltre che sia indispensabile l’intervento dell’esercito statunitense.
Il significato dei preparativi allo spostamento di truppe russe non sta soltanto nella protezione di propri interessi vitali nell’area, ma forse anche per appoggiare l’Iran nel caso di un tale attacco. Le fonti aggiungono che un’escalation militare russa nella regione potrebbe in teoria comportare che l’esercito russo coinvolga le forze israeliane, quelle statunitensi o entrambe.
Fonti bene informate dichiarano che i russi hanno avvertito delle “imprevedibili conseguenze” nel caso l’Iran venga attaccato, mentre ci sono russi i quali dicono che l’esercito russo parteciperà all’eventuale guerra, dato che essa minaccerebbe i suoi interessi vitali nell’area.
L’autorevole quotidiano russo “Nezavisimaya Gazeta” ha riportato una fonte militare russa, la quale dichiara che la situazione formatasi attorno a Siria e Iran “fa sì che la Russia acceleri il processo di perfezionamento delle sue forze militari nel sud del Caucaso e nelle aree del Mar Caspio, Mediterraneo e Mar Nero.”
Quest’ultima informazione deriva da una serie di segnalazioni e fughe di notizie da parte di portavoce ufficiali russi e agenzie di stampa governative che affermano come un attacco israeliano sia certo entro l’estate.
A causa degli effetti sugli interessi vitali russi nella regione, le fonti affermano che i preparativi a tale attacco iniziarono due anni fa, quando fu modernizzata la base militare 102 a Gyumri, in Armenia. Si dice che occupi un’importante posizione geopolitica nella regione.
Le fonti dicono che le famiglie dei militari russi in questa base armena vicina ai confini con la Georgia e la Turchia sono già state evacuate.
“La base militare 102 è un’importante punto, l’avamposto della Russia nel Caucaso meridionale,” ha spiegato al giornale una fonte militare russa. “Occupa una posizione geopolitica molto importante, ma il Cremlino teme di dover perdere questa ubicazione.”
Queste fonti informate dicono che con il ritorno di Vladimir Putin alla presidenza russa, l’eventualità che ordini di nuovo un attacco alla Georgia come fece nell’agosto 2008 è anche diventata una possibilità.
I russi ritengono che la Georgia collaborerebbe con gli Stati Uniti per impedire che i rifornimenti raggiungano la base, ora approvvigionata principalmente per via aerea. Al momento la Georgia blocca l’unico percorso per il trasporto via terra mediante il quale potrebbero viaggiare i rifornimenti militari russi.
Il carburante per la base russa in Armenia giunge dall’Iran. Gli ufficiali russi pensano che questo valico di frontiera possa essere chiuso nel caso di una guerra.
“Può darsi che sarà necessario impiegare mezzi militari per superare il blocco dei trasporti georgiano e introdurre corridoi di trasporto diretti in Armenia,” dice Yury Netkachev, ex vicecomandante delle forze russe in Transcaucasia. La geografia dell’area indica che qualsiasi corridoio di rifornimento del genere, considerate le strade e la topografia del paese, dovrebbe attraversare la Georgia centrale, avvicinandosi alla capitale Tbilisi.
L’esercito pensa di condurre a settembre le propri esercitazioni militari annuali denominate “Kavkaz 2012.” Tuttavia, fonti bene informate dichiarano che i preparativi e il dispiegamento di equipaggiamenti e uomini è già iniziato in previsione di una possibile guerra con l’Iran.
Queste fonti rivelano che le nuove attrezzature di comando e controllo per le informazioni sui bersagli schierate nella regione sono in grado di utilizzare il sistema GPS russo, il GLONASS.
Secondo l’esperto della regione Pavel Felgenhauer della Fondazione Jamestown con sede a Washington, “pare che l’aviazione del Distretto Militare del Sud sia stata riequipaggiata quasi al 100% con nuovi jet ed elicotteri.”
Felgenhauer ha fatto notare che nel 2008, le manovre Kavkaz consentirono all’esercito russo di schierare segretamente forze che sarebbero riuscite nell’agosto di quell’anno a invadere la Georgia.
Il Ministro della Difesa Anatoly Serdyukov ha già annunciato che le nuove Spetsnaz, ovvero le unità dei Corpi Speciali, saranno dispiegate a Stavropol e Kislovodsk, ubicate nella regione del Caucaso del Nord.
Le fonti russe sostengono che l’esercito russo ritiene che se gli Stati Uniti entreranno in guerra con l’Iran, potranno dispiegare forze in Georgia e navi da guerra nel Mar Caspio grazie al possibile supporto dell’Azerbaigian, il quale ha dichiarato infatti che non avrebbe consentito l’uso del proprio territorio da parte di Israele per sferrare un attacco al vicino Iran.
C’era stata l’ipotesi secondo cui, date le migliori relazioni tra Israele e Azerbaigian, lo stato ebraico potesse impiegare basi da cui avviare attacchi aerei sui vicini siti nucleari iraniani. Di recente Israele ha accettato di vendere all’Azerbaigian attrezzature militari per 1,2 miliardi di euro.
Un’ulteriore fastidio per il presidente georgiano Mikhail Saakashvili è la prospettiva che le truppe d’assalto russe aviotrasportate, o corpo d’elite VDV, possano essere spostate nelle due province georgiane secessioniste dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud. Queste due province sono state prese dall’esercito russo nel corso della guerra russo-georgiana dell’agosto 2008. In un primo momento Mosca dichiarò fossero paesi indipendenti, ma ora il Cremlino sta rivelando che possono essere annessi alla Russia.
Allo stesso modo il generale di corpo d’armata Vladimir Shamanov, comandante dei VDV,ha annunciato che i soldati russi in Armenia saranno rinforzati da paracadutisti con elicotteri d’assalto e da trasporto.
“Al reparto d’assalto russo (dalla regione transcaucasica) può essere ordinato di dirigersi verso sud per evitare il presumibile dispiegamento di basi militari americane in Transcaucasia, per collegarsi con i soldati in Armenia e impadronirsi del corridoio energetico del Caucaso del Sud con il quale gas naturale e petrolio azero, turkmeno e di altri del mar Caspio possono raggiungere i mercati europei,” ha detto Felgenhauer.
“Con un repentino intervento militare la Russia può garantirsi il controllo di tutti gli stati del Caucaso e del Caspio che costituivano il suo ex dominio, mettendo così l’Occidente, troppo assorbito dall’Iran, davanti a un fatto compiuto che non potrebbe invertire,” ha detto.
“Contemporaneamente, una piccola guerra vittoriosa unirebbe la nazione russa in appoggio del Cremlino, consentendogli di schiacciare i rimasugli del movimento filo-democratico ‘per elezioni trasparenti’, e come premio finale l’intervento militare russo potrebbe infine distruggere forse il regime di Saakashvili.”
Putin non ha fatto mistero di disprezzare Saakashvili, e grazie al suo ritorno alla presidenza può ritenere l’eliminazione del presidente georgiano una faccenda incompiuta. Proprio come nel 2008, Putin non dovrà preoccuparsi molto di inviare soldati in Georgia, dato che ci fu una reazione tiepida degli Stati Uniti e dei paesi europei all’invasione russa e alla conseguente occupazione.
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