«Bloccare il traffico è come un sequestro» finiscono in cella i militanti No Tav

Andrea Fabozzi

Contro «la violenza cieca del blocco stradale» che altro non è che «una particolare forma di sequestro di persona» ecco spuntare una anzi due proposte di legge alla camera. Puntano a introdurre pene pesanti per chi arresta il traffico sulle strade «ordinarie».

Sono proposte vecchie. Ha due anni quella di Edmondo Cirielli, il deputato carabiniere col doppio lavoro (è presidente della provincia di Salerno) noto alle cronache come firma sulla legge che doveva salvare Cesare Previti. Ha quattro anni quella di Giancarlo Lehner, il deputato-giornalista di Libero-Giornale-Panorama. Ma le proposte si sono risvegliate, assieme, e oggi approdano alla discussione in commissione giustizia. Avranno una corsia privilegiata? Non si può escludere, lo si capirà al termine della seduta e poi molto dipenderà dal parere che il governo deve esprimere. Di certo il relatore è un deputato di primo piano del circolo Ghedini, l'avvocato Contento. E l'obiettivo di tanto attivismo sanzionatorio è evidente: le manifestazioni dei «No Tav» che nelle scorse settimane hanno bloccato il traffico lungo molte strade, al sud come al nord. Non solo, la stretta poliziesca nella versione del «garantista» Lehner prevede il carcere anche per manifestazioni davanti alle scuole, alle università, alle fabbriche, agli uffici...
Il tentativo è evidentemente quello di reprimere anche la pratica dei picchetti. Ma l'intenzione principale resta quella di mandare in galera, immediatamente visto che è previsto l'arresto in flagranza, chi protestando ferma o anche solo rallenta la circolazione stradale. Oggi è reato penale solo bloccare mediante «congegni o altri oggetti» la circolazione ferroviaria. Andando incontro a un'esigenza opposta a quella che si evidenzia oggi, infatti, nel '99 il parlamento decise di depenalizzare i reati minimi come il blocco stradale, che attualmente dunque è punito con una sanzione pecuniaria. Troppo poco, secondo Lehner, Cirielli e Contento, servono 5 o 6 anni di carcere, raddoppiati se il reato è commesso «da più persone anche non riunite». Come capita a chi manifesta. Nella compagnia di deputati decisi a far qualcosa per mettere fine ai blocchi stradali - che secondo Lehner sono «assimilabili alla violenza privata» - ci sono anche un bel po' di finiani e persino un dipietrista, l'onorevole Favia che da Forza Italia proviene. E tutto questo accade mentre oggi la ministra Paola Severino comincia il suo giro di incontri con i partiti della maggioranza per cercare un'intesa sulle leggi in materia di giustizia. Chissà se il Pd vorrà chiedere garanzie anche su queste nuove iniziative anti cortei, per correggerle o per bloccarle. O se l'ansia di non fermare gli scavi per l'alta velocità condizionerà anche i democratici.

La ministra Severino comincerà stamattina i suoi incontri con i rappresentanti di Futuro e libertà, tra loro proprio la presidente della commissione giustizia della camera, Giulia Bongiorno. Più complicato sarà l'appuntamento immediatamente successivo, quello con la delegazione del Pdl guidata dall'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini. Con lui, per salvare le forme, ci saranno anche i capigruppo nelle commissioni giustizia e l'ex ministro (per 4 mesi) Nitto Palma, impegnato ora come commissario Pdl nella Campania delle tessere false. La giornata di oggi si chiude con l'Udc e l'Api, domani Severino incontrerà il Pd mentre nessuno spazio è previsto per Italia dei valori e Lega che sono fuori dalla maggioranza.Questi incontri bilaterali, fortemente voluti dal Pdl, esalteranno le differenze tra i partiti. I berlusconiani svicolano sui provvedimenti anti corruzione, usano l'emendamento approvato alla camera che introduce la responsabilità civile diretta dei magistrati come materia di scambio nelle trattative, soprattutto fanno muro contro la reintroduzione del falso in bilancio. In più vorrebbero rilanciare la legge contro le intercettazioni. Il Pd cercherà di far passare qualche aggravante in tema di corruzione e soprattutto di cambiare il testo sulla responsabilità dei giudici, ieri anche il nuovo presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli l'ha definito «un vulnus per l'imparzialità dei giudici». Margini di trattativa ci sono, anche se ai suoi il segretario del Pdl Alfano ha detto che «terrà il punto». La ministra della giustizia si è impegnata a presentare le proposte del governo intorno al 16 aprile.

da "Il manifesto"




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