La città dei randagi: l'epidemia dei 50.000 cani randagi abbandonati a Detroit

di Mark Binelli

Dopo che la città ha fallito e la gente se ne è andata, gli animali hanno preso il potere

Poco tempo dopo essere tornato a Detroit, mi sono imbattuto nel primo cane randagio: una femmina di pitbull, bianca, con riccioli sulla schiena – era morta. Stavo facendo un giro in una zona industriale spopolata. Il pitbull non sembrava vittima di uno scontro fra cani. Di fatto, sembrava così illesa che all'inizio mi sono impietrito, timoroso che potesse essere malata e pronta a balzare in piedi. Solo qualche metro più avanti, lo scheletro di una macchina, presumibilmente rubata ed abbandonata, giaceva tirannico. 

Se Oliver Stone facesse un film su Detroit, probabilmente direbbe: “Ehi, eliminiamo la macchina. È troppo”. Ad ogni modo, questa è Detroit. Tutto è diventato eccessivamente simbolico, dato che la maggior parte dei propositi iniziali si sono dissolti da tempo.

Dopo l'incontro, ho cominciato a notare cani dappertutto – un husky randagio fuori da una scuola, un pitbull che correva nel senso sbagliato su una rampa di uscita per l'autostrada I-94. Un amico, parlando del più e del meno, ha menzionato il fatto che la madre ora gira con lo spray al pepe quando esce – non per proteggersi da potenziali aggressori, ma dai branchi di cani randagi che ha cominciato a vedere nel vicinato. Il mio amico Brian è stato inseguito da uno di questi branchi mentre era in bici. Lo scorso aprile, il direttore dell'ufficio postale di Detroit, Lloyd Wesley, ha presentato una lettera di lamentele al sindaco ed al capo della polizia in merito al “grande rischio” costituito dai pitbull per i suoi impiegati. Wesley ha scritto che nel 2010 ben 59 postini sono stati attaccati da randagi. Nello stesso anno, a New York – una città con una popolazione 11 volte più grande di quella di Detroit – si sono registrati solo 10 attacchi simili.


All'epoca delle lamentele di Wesley, un uomo di nome Dan Carlisle ha pubblicato un video inquietante su YouTube. In passato, aveva usato il sito internet per caricare dei simpatici filmati casalinghi di suo figlio, insieme ad i suoi video rap – Carlisle è un artista hip-hop dell'area di Detroit che registra sotto il nome di Hush. Questo nuovo filmato si distingue dagli altri. In esso, Carlisle guida per una Detroit devastata, passando accanto a palazzi sventrati e lotti vuoti che una volta ospitavano case. Niente di tutto ciò è stato considerato come fatto straordinario, dato che le pessime statistiche su Detroit (90.000 case abbandonate, abbastanza terreno in disuso da riempire l'intera San Francisco) la etichettano da tempo come cliché dell'era della recessione. Ma non era questo il punto del video: il suo scopo era l'epidemia di cani randagi.

Le stime variano, ma in generale il numero di randagi nella città va dai 20.000 ai 50.000. L'ultimo numero, che indicherebbe 350 cani per miglio quadrato, sembra alquanto esagerato; tuttavia, non c'è dubbio che questi cani costituiscano un serio problema. Detroit rimane la principale città più povera negli Usa ed alcuni abitanti che non possono più permettersi di prendersi cura dei loro cani li lasciano liberi o li abbandonano al momento di lasciare la città. (I canili locali registrano un 70% di eutanasia animale, quindi abbandonare i cani a sé stessi potrebbe anche essere, in alcuni casi, una delle scelte più umane). 

Nel video di Carlisle, cani senza collare riempiono le strade ghiacciate e vagano con impunità tra gli edifici decrepiti. La scena più allarmante è quella di un pitbull bianco che strattona lunghe ciocche gommose da un ammasso insanguinato nella neve, come un mago che tira fuori fazzoletti da un pugno senza fondo – sono interiora di un cucciolo congelato, spiega la voce fuori campo di Carlisle.
Carlisle e Monica Martino, una produttrice TV di Los Angeles, hanno cercato di mettere insieme un reality show per Discovery Channel sui cani randagi di Detroit. Ma l'ufficio cinematografico della città, inquietato all'idea di un altro ritratto negativo di Detroit ed esprimendo disgusto in merito al potenziale sfruttamento degli animali, ha rifiutato la garanzia di un permesso, quindi lo show è stato abbandonato. Quando il Municipio ha dato la notizia, Carlisle e la Martino erano così frustrati che hanno deciso di passare la giornata a girare il video per YouTube. Alla fine di questo filmato, veniva chiesto agli spettatori di fare donazioni al Detroit Dog Rescue, un gruppo no-profit di recupero che la coppia, delusa, ha deciso di creare per capriccio. 

Per la sorpresa di Carlisle e la Martino, il video si è diffuso come un virus ed ha attratto donatori durante tutto l'anno. Poi, a dicembre – con un colpo di scena talmente complesso che ci si potrebbe fare una sitcom vecchia maniera pre-reality show – un donatore anonimo ha dato alla nascente organizzazione 1.5 milioni di dollari. All'improvviso, la produttrice di Hollywood ed il losco rapper del Midwest si sono ritrovati sbalzati nella posizione di gestire seriamente una loro operazione di recupero di cani nella città più grande e pericolosa degli Usa. “Attento a ciò che desideri”, dice mesto Carlisle. 

L'immagine di cani selvaggi che si aggirano nei vicinati di una delle grandi città americane è più che una mera inquietante metafora del declino del nostro paese – dato che molto di quello che è successo a Detroit è anche un monito sul futuro per il resto della nazione. Il presidente Obama ha biasimato aspramente il Partito Repubblicano per essersi opposto all'auto-bailout, sebbene nonostante i grandi discorsi sul “salvataggio” di Detroit, il tasso di disoccupazione del Michigan rimane sul 10% e la sua più grande città è sull'orlo della bancarotta. Tutti i servizi di Detroti – polizia, pompieri, nettezza urbana – sono tirati al limite, quindi ci sono poche risorse per permettersi il “lusso” del controllo animali; secondo la polizia locale, viene praticata l'eutanasia ad ogni pitbull randagio che non viene reclamato per 4 giorni.

Parte del motivo per cui i cani abbiano tanta libertà è che moltissimi umani se ne sono andati. Nell'ultimo censimento, la popolazione di Detroit è precipitata a poco più di 700.000 abitanti, circa un milione in meno rispetto a dieci anni fa. La gente se ne va perché non c'è lavoro, il sistema scolastico è un casino, la polizia ci mette mezz'ora ad arrivare quando sparano sulla tua casa con un AK-47. La soluzione del governatore repubblicano del Michigan è stata minacciare un presa di potere dello stato su Detroit nel caso i leader della città non riescano ad implementare ulteriori misure di austerità per aggiustare il bilancio, lasciando un vuoto che la Detroit Dog Rescue si sta sforzando di riempire. 

Carlisle è alto circa un 1,90 m, di carnagione “beige” (così sceglie di descrivere il suo colore: è metà italiano, metà libanese), in forma e con le spalle larghe, pizzetto e scure sopracciglia non troppo folte. Una mattina di febbraio ci incontriamo per portare a spasso il cane e Carlisle si presenta con un'uniforme nera della Carhartt con il logo della Detroit Dog Rescue. 

Carlisle si è circondato di persone familiari e confortevoli. Shance Carlisle (nessuna parentela) suona il basso nella band di Hush. A volte è coraggiosamente ed incredibilmente empatico verso i cani, addirittura al punto che il resto del gruppo lo chiama “l'uomo che sussurra ai cani”. Dante Dasaro (di solito terrorizzato dai cani) era un fotografo che si è occupato molto di Hush nella stampa; ora lavora alla Detroit Dog Rescue come webmaster ed ha inoltre l'incarico di documentare il lavoro sul campo del gruppo. A questo fine, usa una mini-telecamera attaccata alla fronte tramite un braccio retrattile – il che, insieme alla tuta da lavoro che indossa, lo fa sembrare un acchiappa-fantasmi. Infine, c'è la presenza intimidatoria costituita dal massiccio Calvin Cash, la guardia del corpo di Carlisle dai tempi di Hush. Cash si occupa raramente dei cani; lui tiene lontano la gente molesta e per questo si porta dietro una Smith&Wesson. Quando non è in giro con la Detroit Dog Rescue, fa il pastore in chiesa.

La Detroit Dog Rescue riceve circa 250 chiamate a settimana: cittadini che hanno avvistato randagi o cani che sembrano maltrattati oppure semplicemente gente che chiede aiuto. La prima chiamata di oggi era di una donna dicendo che un femmina di pitbull ed i suoi cuccioli vivono nel garage della casa abbandonata all'altro lato della strada.
La donna vive in un quartiere degradato nell'est di Detroit, che Carlisle descrive come “la parte gangster della città”. In strada, indica un cane morto al bordo dell'autostrada. Giriamo alla via segnalata dalla donna, dove le case abbandonate ed i terreni vuoti sono sono più numerosi di qualsiasi altro segno di civiltà. Molte case, con finestre e porte coperte da assi di legno, sono state brutalmente riempite di scritte oscene; una delle case in mattoni è talmente malridotta che si può vedere il cortile sul retro dal marciapiede d'entrata, dando un semplice occhiata tra i buchi in cui una volta erano sistemate le porte e le finestre. Mentre cerchiamo l'indirizzo, un cane – un incrocio di pastore marroncino con un guinzaglio a strascico – corre velocemente da una giardino all'altro. Non c'è nessun padrone in vista, quindi Shance e Dasaro scendono dall'Econoline rosso della Detroit Dog Rescue e cercano di acchiapparlo. Buffo, ma gli accalappiacani usano davvero i grandi retini che si vedono nei vecchi cartoni della Warner Bros. Dante ha il retino; Shance ha un frustone – un palo di circa due metri con un lazzo all'estremità – ed uno spara-rete, che ha il peso di un'enorme torcia, ma può sparare reti simili a ragnatele. Sfortunatamente, la spara-rete non funziona bene e si inceppa. Il cane riesce a scappare, allontanandosi di un altro isolato prima che possano rimettersi in posizione. 

Mentre ci dirigiamo alla nostra metà iniziale, qualcuno chiede a Carlisle con che frequenza i cani si avvicinano a lui. “Non lo fanno!”, dice. “Questo è il bello. Se i cani sono selvaggi, non vogliono aver a che fare con gli uomini. Non ti attaccano a meno che non invadi il loro spazio. Ma circa l'85% dei cani di strada erano una volta domestici. La crisi economica di Detroit ha messo la gente di fronte a una scelta: 'Non posso più dar da mangiare a questo cane, è un peso, addio'”.

La casa dei pitbull non è solo stata saccheggiata dai ladri: il cortile ed il posto-macchina sono stati usati come discarica di ripiego, altro fatto deprimente frequente a Detroit, dove finiscono illegalmente i rifiuti in eccesso dell'intera area metropolitana (materassi, copertoni, mobili rotti). Ci facciamo strada tra un groviglio di rami ed mettiamo piede sopra un mucchio di spazzatura, essenzialmente composto di vecchi cuscini da divano a forma di rocce colorate ed un set di veneziane che sembrano ossa sbiancate. “La madre potrebbe arrivare correndo quando ci avviciniamo alla porta”, sussurra Shance, alla guida con il frustone.

Ma a quanto pare la madre si è allontanata. Nel garage, troviamo 7 cuccioli di 5 settimane, un incrocio tra pastore e pitbull, rintanati in un nido di vecchi vestiti sistemato dalla madre intorno al telaio di un divano rovesciato. Anche in un contesto talmente squallido, i cuccioli sono tremendamente teneri. Carlisle afferra un vecchio scatolone, lo fodera di vestiti e ci infila dentro i cagnolini.

Dopo aver lasciato lo scatolone con i cuccioli nel van, io e Carlisle attraversiamo di nuovo il cortile verso una Ford Journey, parcheggiata sull'isolato accanto. Mentre annoto una cosa sul mio taccuino, Carlisle comincia ad urlare. Allo stesso tempo, sento un chiaro scoppio di latrati. Alzo lo sguardo e vedo un pitbull adulto, a denti scoperti, che ci punta dall'altro lato del cortile. La madre è tornata. Carlisle, retrocedendo velocemente, allunga il braccio e mi spinge dietro di lui, tra il groviglio di rami. Sta urlando al cane, lanciando detriti e fango a calci nella sua direzione. Il cane è solo a pochi metri di distanza. Ha il pelo marrone. Un pitbull, alla carica, con i denti scoperti, che sembra quasi galleggiare. Lo posso giurare: mentre correva verso di noi, tutte e quattro le zampe si staccavano dal suolo, come quelle di un cavallo da corsa.

Tre rami secchi si conficcano nel mio cappotto e si rompono sul mio collo. Poi ci ritroviamo sull'altro lato del boschetto e Carlisle grida: “Corri!” ed entrambi ci giriamo e scattiamo fuori dal cortile. Carlisle aveva ragione: appena lasciamo il territorio del cane, lei smette di rincorrerci.

Tornati al van, Shance, spaventato, afferra una delle grandi reti verdi e si lancia nel cortile, ma la madre è già scomparsa. Dice che tornerà in settimana per prenderla.

Carlisle, senza fiato, sfoggia un sorriso, in maniera un po' sbalordita, come di qualcuno che non sa se credere nella sua fortuna. “Non era mai successo”, dice ansimando. “Ero pronto a darle un calcio in testa”. 

Salvare cani è solo l'ultima di una serie di improbabili svolte che la vita di Carlisle ha preso. Sebbene suo padre, ora in pensione, fosse un investigatore della omicidi di Detroit, Carlisle si è lanciato in un'ambiziosa carriera da giovane delinquente. Poi un giorno, per caso un poliziotto ha preso lo stesso ascensore dell'Ispettore Carlisle e, vedendo il distintivo, gli ha chiesto se era parente del ragazzino ricercato per una serie di furti d'auto. Carlise poteva scegliere: o andarsene di casa o entrare in Marina. Scelse l'ultima opzione, ma, mentre era distaccato a Guam, venne arrestato di nuovo, stavolta per aver rapinato dei turisti. È stato due anni in carcere. Tornato a casa a Detroit, è entrato nella scena rap, facendosi amico il giovane Eminem. Carlisle lo chiama ancora “Marshall”. Poi hanno litigato, sebbene non prima che Eminem partecipasse all'album di Hush del 2005, Bulletproof, sotto l'etichetta Geffen. Il Rolling Stone gli ha dato una stella, mi informa Carlisle. “Avete detto che ho riportato i rapper bianchi indietro di 20 anni”, nota amichevolmente.

Carlisle è riuscito ad inserire alcune canzoni in un reality show sul mondo della boxe che ha avuto vita breve, dal titolo The Contender, dove ha conosciuto la Martino, che voleva sviluppare uno show suo. Un pomeriggio, mentre faceva visita a Carlisle a Detroit, ha notato un cane randagio rovistare nella spazzatura. Quando il cane ha alzato la testa, una sigaretta pendeva dalla sua bocca. La Martino fece una battuta sul fatto che a Detroit i tempi erano così duri che persino i cani avevano iniziato a fumare. Poi ha chiesto a Carlisle se vedeva molti randagi. “Sempre”, le disse.

Quello fu l'inizio del loro sciagurato show. C'è qualcosa di piacevolmente postmoderno nel vedere un reality show fallito diventare una vera realtà per coloro che lo hanno lanciato. A parte il palese problema dei cani, i primi tempi della Detroit Dog Rescue hanno incluso una serie di complicazioni procedurali, come l'assillo del Dipartimento dell'Agricoltura. Tecnicamente, il recupero di randagi è illegale se non viene svolto da agenti con licenza ed addestramento ufficiale. La Detroit Dog Rescue è andata alla ricerca di possibili canili in una zona piena di magazzini ed i suoi membri ricevono addestramento; nel frattempo, il gruppo dà in adozione i cani attraverso il sito internet. Inoltre, tutti alla Detroit Dog Rescue hanno adottato i cani recuperati: Carlisle ha preso un incrocio di dalmata bianco di nome Petey, che era sopravvissuto dei cheeseburgers spartiti da alcuni operai in un cantiere; Shance ha preso un mastino di nome Porkchop, che era scappato dopo essere stato colpito alla testa con una spada samurai da un pazzoide. 
La Detroit Dog Rescue calcola di aver salvato circa 200 cani. A volte arrivano troppo tardi: hanno trovato i resti di cuccioli morti negli attici di alcune case abbandonate. Una donna, un'accaparratrice, aveva circa 30 randagi. Alcuni di quelli che hanno salvato avevano segni di morsi in faccia, chiaro indizio di combattimento tra cani. Shance mi fa vedere una casa di spaccio di droga dove gli spacciatori tenevano un pitbull tremante incatenato fuori. Non c'è nessun cane ora. Shance dice che non hanno il permesso di prendere i cani e basta – sarebbe furto – ma magari la catena di questo cane si potrebbe essere allentata mentre Shance era là vicino. Una volta, alcuni poliziotti di Detroit hanno chiamato la Detroit Dog Rescue perché avevano visto un cervo correre nel quartiere. 

Carlisle dice che altri gruppi di recupero si sono dimostrati ostili nei confronti della loro missione e pensa che qualcuno abbia fatto la spia al Dipartimento dell'Agricoltura. Tom McPhee, il direttore di un'organizzazione no-profit che cerca di stabilire il numero di randagi di Detroit, lavora a stretto contatto con la Michigan Humane Society [organizzazione no-profit privata che offre protezione protezione agli animali nella zona metropolitana di Detroit, ndt]. Dice che l'inefficace controllo sugli animali di Detroit dovrebbe essere “assolutamente privatizzato”, ma sostiene che la Detroit Dog Rescue ha enormemente esagerato il numero di randagi e che il gruppo “è entrato in gioco senza sapere niente sul salvataggio degli animali”. 

“Sono geni nel marketing di strada”, dichiara McPhee. “Passare da una start-up a un'operazione multimilionaria in meno di un anno è estremamente raro. Ed hanno realmente alzato la posta in termini diffusione della cosa. Ma il loro atteggiamento è stato 'fai finta finché non ci riesci'. E stanno calpestando le organizzazioni già esistenti”. Carlisle insiste sul fatto che quelle organizzazioni semplicemente non amano il modo in cui la Detroit Dog Rescue ha evidenziato gli alti tassi di eutanasia. La scorsa estate, due funzionari d'alto rango della Michigan Humane Society hanno dato le dimissioni in protesta contro la politica di eutanasia del gruppo. Carlisle fa notare che la Detroit Dog Rescue ha soppresso un solo cane, che aveva ucciso un gatto domestico e provato a mordere un bambino.

Un paio di giorni dopo, accompagno Shance in un'altra uscita. La notte prima era rimasto sveglio fino a tardi a causa della telefonata di un agente di polizia che aveva appena fatto incursione in una casa di spacciatori dove avevano trovato un pitbull vittima di abusi; per la gioia della sua ragazza, Shance si è precipitato sulla scena del crimine ed ha portato il cane a casa. (I poliziotti che amano i cani a volte violano la procedura e chiamano la Detroit Dog Rescue invece del controllo animali, sapendo che altrimenti le bestiole verrebbero soppresse). Prima di impegnarsi con la Detroit Dog Rescue, Shance aveva passato 10 anni a lavorare come meccanico in un concessionario della Cadillac. Suona ancora in alcuni concerti con gruppi cover per guadagnare qualche extra e mantiene il suo look: anelli d'argento alle orecchie, tatuaggi portafortuna (carte da poker, coppie di dadi rossi) su mani e dita. Alla Detroit Dog Rescue, Shance sente di aver trovato la sua vocazione. Si nota nel modo in cui si relaziona ai cani. “Non so trattare con le persone”, brontola. “I miei trascorsi con le donne parlano da sé”.

Guida il van fino a una casa dove c'è un enorme mastino legato ad un albero, vicino a due materassi sporchi. Lui è Beast. Shance dice lo lasciano fuori giorno e notte. La prima volta che lo ha visto, Shance ha bussato alla porta della casa. Il proprietario ha detto che Beast era incatenato all'albero quando l'aveva comprata. Shance si era offerto di trovare una nuova casa per il cane, ma il proprietario rifiutò, immaginando che volesse tenerselo per protezione. Shance gli ha portato una cuccia ed a volte si ferma con del cibo.

Potremmo essere in qualche posto in campagna, con così tanti campi sterili, anche se in passato era un quartiere residenziale. Beast ha il doppio mento e la faccia da mostro triste. Grattandosi la testa, Shance dice: “La gente è furiosa con noi. 'Perché non ve li prendete e basta?' Innanzitutto, prima di rubarli, non puoi fare in modo che la gente ami i cani o metterteli dentro casa. Anche se potessimo, dove li metteremmo? È un'epidemia! Si vedono 10 cani come questo ogni giorno. Cerchiamo di assicurarci che abbiano cibo, acqua e protezione. Ma sinceramente, se se ne sta occupando il padrone, quel cane non sarà una priorità. I cani che per strada mangiano un fottuto cuscino sono la priorità. Bisogna prendere questo tipo di decisioni ogni giorno ed è uno schifo”. 

Guidiamo verso una casa abbandonata, vicino al fiume. È stata presa d'assalto da un intero branco di cani. Shance ci passa regolarmente per controllarli. È una casa a due piani in pannelli di legno, senza porta principale né finestre. Come saliamo le scale, inizioano i latrati. Attraverso lo spazio vuoto che prima ospitava una finestra, vedo il capo-branco, una labrador nera incinta, che con sguardo truce ci fissa da un divano senza cuscini. “Non avvicinarti a lei”, avverte Shance. “Ti morderà”.

Dal pianerottolo del secondo piano, altri due membri del branco ci scrutano ed alla fine uno scende per mangiare un pezzo di carne essiccata dalla mano di Shance. Dei cani che comandano una casa – è come una racconto per bambini, come un film della Disney. Solo che questo è un caso alquanto allarmante. Shance non può prendere questi cani finché la Detroit Dog Rescue non abbia un canile permanente, quindi nel frattempo cerca di assicurarsi che non gli manchi cibo. In una città povera come Detroit, non è così irragionevole sentir parlare del successo della Detroit Dog Rescue e chiedersi perché delle persone abbiano investito tanti soldi negli animali in un posto dove la sofferenza umana è evidente. Carlisle dice che non si tratta di un gioco a somma zero, che la Detroit Dog Rescue si concentra in un'area specifica per poter fare la differenza. Non che non veda i problemi economici, specialmente dopo che il valore della sua casa è sceso di 50.000 dollari dall'inizio della recessione. Dopo aver lasciato Grey Gardens, Shance riceve una chiamata dalla sua ragazza: hanno staccato la corrente nel loro appartamento. Resta in silenzio. All'improvviso, sembra esausto. “È quello che succede all'uomo che sussurra ai cani”, mormora. “Finché non avrò un mio spettacolo in tv”. 

Qualche settimana dopo, arrivano notizie peggiori: Calvin Clash muore all'improvviso, a causa di complicazioni del diabete. Sulla pagina Facebook della Detroit Dog Rescue, Carlisle ha descritto Cash come “suo fratello” e “migliore amico”, aggiungendo: “Sei stato un vero messaggero. Già mi manchi, ci hai sempre coperto le spalle”. Cash, uomo tranquillo, non aveva parlato molto nel tempo che abbiamo passato insieme, anche che se aveva scherzato sul fatto di cercare cani in pieno inverno. “Ero il faro nella neve”, diceva provocando Carlisle. “Se non fosse stato per me, vi sareste persi”. 

Carlisle andrà avanti. Un membro del Consiglio Cittadino di Detroit si è mostrato interessato nell'appaltare il controllo animali della città alla Detroit Dog Rescue. Se la cosa andasse in porto, Carlisle si prefigura di rendere Detroit la più grande città americana senza soppressioni. “La polizia ci ha chiamato alle due di notte”, dice Carlisle. “'Abbiamo trovato un pitbull in una casa occupata da certi spacciatori. Potete venire a prenderlo?' Le nostre famiglie non se ne fanno una ragione. 'Dannazione, che cosa stai facendo? È questo che vuoi fare della tua vita?'”. Scrolla le spalle: “In realtà non ero preparato a farlo. Ma adesso è la mia vita”.


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