Il genocidio silenzioso del popolo Mapuche



Riceviamo & pubblichiamo da Leon, che ringraziamo, il seguente articolo, integrato da materiale fotografico e video, che illustra il genocidio del popolo Mapuche; 

Mapuche, letteralmente “popolo della terra”, è l’unico popolo indio che è riuscito a sopravvivere alla colonizzazione europea. Storicamente stanziatosi tra Cile e Argentina, il popolo Mapuche ha sempre lottato con estrema determinazione e fierezza per il propri diritti, primo tra tutti “Il diritto di esistere” e si è visto, nel corso dei secoli, espropriare con la forza e la violenza le sue terre ricche di risorse da far venire l’acquolina alla bocca delle multinazionali.
Attualmente sono costretti ad abitare in porzioni di terra decisamente insufficienti anche per la sola sopravvivenza della popolazione, che è censita attorno ai 600.000 individui. Molti, soprattutto giovani, a causa della perdita dei loro terreni ancestrali, al divieto di dividere l’eredità terriera tra più figli, alle continue repressioni e incursioni militari e alla povertà estrema sono infatti finiti a vivere ai margini delle metropoli come i poveri tra i poveri, e per quelli che si ostinano ad abitare in villaggi rurali si prospetta un futuro sempre più nero.
Lo stato cileno perseguita e discrimina sistematicamente la popolazione indigena e i “Carabineros” non rispettano uno straccio di diritto umano, né verso vecchi, né donne (anche incinta), né bambini. La repressione è resa ancora più brutale grazie alla “legge antiterrorismo”, triste reminescenza della dittatura Pinochet, che consente il carcere preventivo indefinito e l’incriminazione su base di testimonianze anonime.
Questo video mostra uno dei tanti soprusi che i Mapuche sono costretti a sopportare dai Carabineros. Ritrae un funzionario delle Fuerzas Especiales de Carabineros aggredire una donna, con in braccio un bambino, che tentava di evitare che i soldati armati entrassero in casa sua, comunità José Jineo Ñanco, settore Rofúe, Temuco.



La storia di Luis Marileo è un esempio eclatante della violenza con cui vengono condotte queste azioni di repressione ed annientamento della società indigena:
2004 Luis ha 12 anni, viene accusato di partecipazione a 1 associazione terrorista e tentato omicidio, viene chiuso preventivamente per quasi un anno nel carcere minorile di Chol Chol, nel quale subisce tortura fisica e psicologica.
06/2008 Luis viene nuovamente aggredito durante un rastrellamento nella sua comunità e gli viene procurata una frattura alla mandibola.
08/2009 L’ancora minorenne Luis subisce un nuovo attacco da parte della polizia a seguito del quale durante un interrogatorio illegale viene percosso assieme ad altri bambini. Sul furgone che li trasporta al commissariato con false accuse i ragazzi riescono a registrare un video-denuncia.




04/2010 Il ragazzo viene prelevato con la forza dal liceo, insultato, percosso e rinchiuso in una cella 3×2 metri.
02/2011 Finalmente Luis ottiene gli arresti domiciliari ed aderisce allo sciopero della fame che dura 41 giorni per protesta per la violenza subita dalla sua comunità.
Attualmente è ancora in attesa della fase orale del procedimento.
In questa intervista Luis denuncia la violenza dei rastrellamenti che la comunità subisce, a tutte le ore del giorno e della notte. Il ragazzo dichiara che i militari sono soliti chiudere le strade di accesso al villaggio prima di ogni azione (on d’evitare testimoni inopportuni), successivamente lanciano lacrimogeni nelle case senza curarsi della presenza di donne, vecchi o bambini, che spesso restano intossicati e finiscono in ospedale, quindi fanno irruzione alla ricerca di armi inesistenti e non è certo raro che sparino, non pallini di gomma, ma piombo, infine il tutto viene insabbiato con l’ausilio di qualche testimone corrotto già comprato prima di commettere i suddetti crimini e la forte censura applicata alla stampa. Tutto ciò con la protezione ed il supporto dello stato cileno. Obbiettivo di queste operazioni non è certo la lotta a fantomatici terroristi, bensì distruggere la serenità e la dignità di un popolo, incuneare paura e odio nelle comunità indio, specialmente in donne e bambini, e di provocare reazioni violente, così da trovare nuove scuse alla loro eliminazione.



Di seguito le foto scattate da David Mottura nel 2011 che ritraggono il piccolo G. P. dopo aver ricevuto colpi di pallini di piombo.
FONTI:



Commenti

Anonimo ha detto…
SEMPLICEMENTE DEI BASTARDI...IL GENERE UMANO E' DAVVERO CATTIVO, INSENSIBILE E CRUDELE.....MA DOVE STIAMO ARRIVANDO??????

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