I finanziamenti di Gheddafi alla campagna elettorale di Sarkozy
Non c'è che dire, proprio una brava persona questo Sarkozy... pronto a farsi finanziare da un "amico" che improvvisamente diventa un "sanguinario dittatore" da bombardare e spodestare... complimenti vivissimi, lei è un politico nato, monsieur Sarkò! Staff nocensura.com
“Sarkozy deve restituire i soldi che ha ricevuto dalla Libia per la sua campagna elettorale. Lo abbiamo finanziato. Abbiamo tutti i dettagli e siamo pronti a rivelare tutti i particolari. La prima cosa che vogliamo è che questo clown restituisca il denaro al popolo libico. Ridacci i nostri soldi”
Saif-al Islam, figlio cadetto di Gheddafi, l’aveva detto esattamente un anno fa, in un’intervista rilasciata alla televisione Euronews TV. Furioso per via della proposta francese di imporre una no-fly zone sulla Libia al fine di evitare che l’esercito bombardasse i ribelli. I portavoce dell’Eliseo avevano allora negato categoricamente. Due giorni fa, il quotidiano investigativo online Mediapart, rende noto di aver preso visione di una nota altamente confidenziale che smentisce le parole del Governo e conferma quanto detto da Saif Gheddafi.
Dopo la fine dell’embargo militareimposto alla Libia, nel 2004, è il faccendiere libanese ad organizzare, tra il 2005 e il 2007, le visite dell’allora Ministro dell’Interno Sarkozy nel paese del Colonnello. E sarebbe ancora lui ad occuparsi delle “modalità di finanziamento” della campagna presidenziale del leader dell’UMP, in collaborazione con Brice Hortefeux.
Rivelazioni che mettono in seria difficoltà Sarkozy a poco meno di un mese dall’inizio delle elezioni, in quello che si prospetterà molto probabilmente come un testa a testa tra lui e François Hollande, candidato del Partito Socialista.
Al di là delle evidenti implicazioni politiche, le relazioni pericolose di Sarko rischiano di distruggere l’immagine di Capo di Stato determinato e carismatico consolidata proprio con l’azione militare in Libia, nella quale la Francia è stata da subito in prima linea. Non a caso lo slogan scelto per la sua campagna elettorale è “la France Forte” (la “Francia Forte”). Forse troppo forte, visti i rapporti “privilegiati” con personaggi del calibro di Gheddafi e Assad.
Intanto, con notevole tempismo, il Presidente francese si è recato oggi pomeriggio alla Grande Moschea di Parigi per l’inaugurazione di una targa in onore dei soldati musulmani morti per la Francia durante la Prima Guerra Mondiale. “Affinché sappiano - ha dichiarato Sarkozy - che possono contare sulla mia amicizia, il mio sostegno e la mia fiducia”. Forse non proprio la stessa amicizia e fiducia che Monsieur le Président ha accordato a Ziad Takieddine...
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