Crolla la spesa delle famiglie

di Marco Cedolin

L’ipocrisia della stampa mainstream traspare impietosamente nei titoloni che oggi campeggiano grottescamente sulle prime pagine di quasi tutti i giornali.
“Crolla la spesa delle famiglie, l’Italia è tornata a 30 anni fa” titola angosciata La Repubblica,  aggiungendo “Istat l’Italia in recessione tecnica”.
“Famiglie, la spesa ritorna agli anni 80, bollette e trasporti bruciano i redditi”, campeggia sul Corriere della Sera.
“Crollo dei consumi (come 30 anni fa) nuovi record per benzina e diesel, aprono angosciosamente Il Messaggero e Il Mattino di Napoli.
Tutti visibilmente turbati, sconvolti e stupiti per il calo dei consumi, anche alimentari, di un punto e mezzo percentuale, rilevato nel recente rapporto di Intesa San Paolo. Tutti a domandarsi  come sia possibile una simile iattura, quasi si trattasse di una calamità naturale sfuggita al satellite e al metereologo.
Ma dov’era tutta la pletora di pennivendoli e camerieri che compone la fauna del circo mediatico e oggi si finge “preoccupata”, quando negli ultimi mesi l'usuraio che senza averne diritto siede al governo costruiva le premesse di questa situazione e di quelle ben più gravi che sperimenteremo nel prossimo futuro?....

Non si trovavano in viaggio premio su Marte, né a fare i cronisti di guerra sulle lune di Orione, ma insozzavano le stesse pagine dei loro giornalacci, con lodi sperticate nei confronti del governo Monti, rappresentando lo stesso come un impavido timoniere che tramite il decreto “salva Italia” avrebbe traghettato il paese fuori dalle sabbie mobili della crisi e della recessione. Plaudivano agli aumenti indiscriminati delle tassse. Sorridevano all’incremento delle accise sulla benzina, sostenevano l’eutanasia del posto fisso e solo un paio di giorni fa condividevano con "lacrima" Fornero la preoccupazione che le famiglie italiane, qualora sostenute economicamente, potessero sedersi a mangiare pastasciutta, da congreghe di fannulloni quali sono.

Perché mai stupirsi delle (prime) conseguenze di una serie di manovre economiche  di carattere esclusivamente recessivo, attraverso le quali l’usuraio ha dato il via ad una profonda operazione di trasferimento di ricchezza dalle tasche delle famiglie ai forzieri delle banche di proprietà dei suoi padroni?
Come si può stupirsi del fatto che le famiglie, con il potere d’acquisto dei salari sempre più basso, le prospettive di lavoro sempre più precarie, i prezzi dei generi di consumo sempre più alti, la benzina alle stelle e l’IVA che fra qualche mese raggiungerà il 23%, inizino a consumare di meno?

Giornalisti, , economisti  ed imbratta carta che danno vita ai media mainstream erano forse dell’opinione che i “consumatori” italiani avrebbero iniziato a stampare euro nel buio delle proprie cantine, per continuare a consumare a più non posso, nonostante i salassi ed il futuro plumbeo che incombe sulle loro teste? O si sarebbero precipitati in stato di trance all’interno degli ipermercati, per dare vita ad un’ultima cena a base di caviale e champagne, prima di fuggire sotto a un ponte, dove perfino Equitalia non potrebbe pignorare loro nulla?

Gli italiani staranno anche seduti (come dice lacrima Fornero), perché sulla sedia si risparmiano calorie, ma non possono fare altro che mangiare meno pastasciutta e rendere visita più raramente alla pompa di benzina. 
A meno che vadano in giro a rubare o vengano stipendiati dai banchieri, come i tecnici ed i giornalisti, non potrebbero oggettivamente fare altrimenti, perché allora tanto ipocrita stupore, dispensato a pioggia su giornali e TV? 



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