Concordia: terminato il recupero di carburante. Disastro ecologico davvero finito?

costa concordia
Costa Concordia, ormai è ufficiale: è stato scongiurato quello che poteva essere per l'Italia il più grande disastro ambientale di tutti i tempi. Il capo Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha annunciato la conclusione per oggi delle operazioni di 'defueling' della nave, condotte dai tecnici delle società Smit Salvage e Neri e cominciate il 12 febbraio scorso per rimuovere il pericolosissimo carburante dai 17 serbatoi della nave da crociera naufragata davanti le coste dell'isola del Giglio.
Ora "rimangono solo residui fisiologici minori di carburante, che non sarà possibile aspirare dalle pareti dei serbatoi; si tratta di quantità talmente minime da non rappresentare un rischio rilevante per l'ambiente'', ha spiegato Costa Crociere. Per completare le operazioni è stata utilizzata la tecnologia "hot tap", che consiste nella foratura delle lamiere dei serbatoi e nell'applicazione di valvole e flange per prelevare il carburante e introdurre contemporaneamente acqua per sostituirlo. Lo scopo era mantenere la stabilità della nave, evitando così il rischio di un pericoloso slittamento che avrebbe fatto inabissare il colosso.



Terminata questa fase partiranno le operazioni di 'caretaking', finalizzate a mantenere un presidio di protezione ambientale e procedere alla pulizia del fondale dai materiali e dagli oggetti usciti dalla nave, che, come ha spiegato Greenpeace nel dossier Toxic Costa, rappresentano comunque un grande pericolo per l'ecosistema dell'Arcipelago Toscano.
Ma è ancora presto per cantar vittoria: l'emergenza ora riguarda la rimozione della nave. E, mentre il direttore generale di Costa Crociere Gianni Onorato ha ribadito ieri che "la Costa Concordia sarà rimossa intera", al momento si attende l'esito della valutazione dei progetti presentati. Scelta prevista entro il mese di aprile, con i lavori che partiranno, poi, nel mese di Maggio, proseguendo per un arco temporale che andrà dai 9 ai 12 mesi.
Gabrielli infine ha avuto parole di profondo elogio e riconoscenza nei confronti di tutti coloro che si sono dedicati e si dedicano alle operazioni di soccorso: "L'attività coordinata dal direttore tecnico dei soccorsi, il comandante dei vigili del fuoco di Grosseto ingegnere Ennio Aquilino e l'ammiraglio Ilarione Dell'Anna della capitaneria non si è mai fermata. I soccorritori gettano il cuore oltre l'ostacolo pur di restituire un corpo ai congiunti. Ogni volta è qualcosa che ci prende dentro: figuriamoci a chi si immerge. Il grazie a loro non sarà mai sufficiente".
Insomma, i riflettori su questa tragedia ecologica e umana, causata dalla solita eccessiva arroganza dell'uomo, dovranno rimanere ancora accesi. Intanto, sono stati individuati ieri pomeriggio dai sub del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, durante le attività propedeutiche all'impiego dei robot "Rov", cinque corpi all'interno del relitto, tra lo scafo e il fondale, all'altezza del ponte 3.


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