Fuori l’articolo 18, dentro le omelie. Ecco la nuova sinistra


C’è da dirlo, il Pd ce ne ha messo di tempo a trovare la quadratura del cerchio ma oggi, dopo i contributi geniali di Stefano Fassina e di Walter Veltroni, andrà spedito come un treno verso la gloria. Quella ultraterrena ovviamente.
Mentre il “chennediano de noantri” (a cui non cesseremo mai di ricordare che da tempo aveva promesso di ritirarsi in Africa) ha buttato nel water i diritti dei lavoratori italiani aprendo alle modifiche sull’articolo 18, il geniale Stefano Fassina si è vantato del fatto che i fini pensatori di un convegno da lui stesso promosso hanno scoperto che il pensiero cattolico di Ratzinger e Bagnasco può essere di aiuto al Pd contro il neo-liberismo.
Avete capito bene, qui non si parla della Teologia della Liberazione ma proprio delle encicliche di uno dei papi più conservatori della storia che dovrebbero essere usate per antidoto contro le politiche liberiste.

Evitiamo le facile ironie. È più che evidente che il Pd è un non-partito al cui interno è impossibile trovare l’accordo su qualsivoglia argomento. E non parliamo delle tematiche laiche a noi care,  visto che da tempo siamo abituati a vedere esponenti Pd che si muovono come battitori liberi votando con la destra le leggi più illiberali d’Europa in campo etico. Basti pensare che mentre il suddetto Fassina scrive articoli cercando di trovare alleati contro il liberismo in parlamento, il Pd appoggia un governo Monti che più liberista non si può. Emergenza nazionale certo, ma come si ripresenterà ai suoi elettori questa accozzaglia di politicanti dopo aver votato il massacro del welfare in nome dei dettami della Goldman Sachs? Sarà un caso che il Pd è l’unico partito d’opposizione al mondo che continua a perdere terreno nei sondaggi nonostante i suoi avversari maggiori (e chiediamo scusa per l’uso improprio del termine avversari visto che sono parte della stessa maggioranza di governo) abbiano clamorosamente fallito in tre anni di governo del paese?
Si sa che la politica è sempre due passi indietro alla società; il Pd è due passi indietro rispetto al resto della politica. Che alcuni aspetti della dottrina cristiana fossero antitetici al liberismo non ce lo doveva venire a dire il convegno promosso da Fassina. Il problema è quanti convegni impiegheranno ora per stabilire che questi aspetti della dottrina cristiana sono stati massacrati dalle gerarchie ecclesiastiche verso cui i politicanti del Pd continuano a prestare deferenza nonostante tutto.
Se il Fassina cerca spunti anti-liberisti per rivitalizzare «le rinsecchite colture politiche approdate nel Pd» (parole sue), invece di guardare ad una delle forze più conservatrici esistenti potrebbe gettare un occhio sui movimenti che hanno portato a un’inaspettata vittoria nei referendum dell’anno scorso, sul nucleare e sull’acqua pubblica. Lì si che c’erano le forze più socialmente avanzate del mondo cristiano, sempre escluse dalla porpora e vicine alla gente.
Quanto poi a voler essere alternativi al liberismo e stare in un partito in cui uno degli esponenti più autorevoli, Veltroni, sposa apertamente la politica di Marchionne riassumibile in “meno diritti, più lavoro”… beh preferiamo non commentare e stendere l’ennesimo velo pietoso su una delle figure più tristi mai prodotte dal Pci, annoverabile a tutti gli effetti tra “i peggiori crimini del comunismo”.

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