Come riconoscere i moderni schiavisti

Niente di più falso. Si tratta di una semplice considerazione matematica. Con questo non intendo affatto demonizzare la ricchezza, ci mancherebbe altro, né penso che all’origine di ogni fortuna debba esserci necessariamente un crimine (anche se la percentuale probabilistica in merito non deve essere poi così irrilevante). Ma una cosa è il benessere, un’altra l’avidità. Un sistema pensato esclusivamente per permettere a chi ha di avere sempre molto di più, togliendo contestualmente ai poveri anche il poco rimasto è molto più di un reato: è un crimine contro l’umanità. Il processo politico che stiamo vivendo è tutto rinchiuso intorno a questo malsana suggestione. I ricchi e i potenti hanno dichiarato guerra ai poveri e la stanno vincendo. Il concetto di merito in tutto questo non c’entra nulla. Le casate nobiliari che prosperano sulle pelle dei cittadini inermi non sono in genere migliori di nessuno. Si limitano, al più, ad usare con navigata sapienza le infinite armi che il denaro mette loro a disposizione fomentando guerre tra gli ultimi o predisponendo bersagli di comodo in caso di malessere dilagante. Demonizzare tutto ciò che è pubblico, adorare le virtù salvifiche di un mercato senza regole, non riconoscere allo Stato il suo sacrosanto dovere di intervenire per ovviare alle naturali storture che un sistema senza mano pubblica giocoforza produce, significa semplicemente schierarsi a viso aperto dalla parte dei moderni negrieri. E’ facilissimo riconoscere chi vuole ridurre il popolo in ceppi. Basta ascoltarli. Predicano sacrifici, rigore e austerità per gli altri, rivendicano per sé agi, lussi e onori immeritati, sempre pronti ad impartire lezioni non richieste direttamente dall’abisso delle loro sporche coscienze. Imparare a riconoscerli è già un buon punto di partenza.
Francesco Maria Toscano - da "Il Moralista"
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