Somma Lombardo, i bambini non in regola con pagamento mensa digiuneranno

“Non avrei mai voluto compiere questo passo, l’ho sempre considerato l’ultima spiaggia – ha commentato l’assessore Renato Leoni al quotidiano La Provincia di Varese -. Sono stato costretto da chi continua a non pagare un servizio che sceglie. Credo non sia giusto approfittarsi del Comune e di chi paga invece regolarmente. Il periodo è duro per tutti e ho sempre dichiarato la disponibilità dei nostri uffici ad andare incontro alle esigenze delle famiglie. Sono stati concessi pagamenti dilazionati a chi l’ha chiesto. Ma non si ammettono più furberie. Anche chi paga regolarmente 4,70 euro al giorno, potrebbe essere in una condizione di fatica e sacrificio. Perché un altro dovrebbe non pagare, se non ha un buon motivo?”.
Ogni mese la scuola controllerà lo stato dei pagamenti e chi non è in regola resterà fuori dalla porta e dovrà tornare a mangiare a casa. Dal trattamento sono esclusi i bambini della materna, dove l’orario della mensa è parte integrante del tempo scuola, ma anche in questo caso sono in arrivo solleciti e richieste di regolarizzazione. Nel caso di Somma Lombardo, nel solo anno scolastico 2010/2011 l’arretrato per il servizio mensa non pagato ammontava a 20 mila euro, cifra che è salita a 40 mila nei primi mesi di questo nuovo anno scolastico.
Ma non si tratta di un episodio isolato. Dall’inizio di questo anno scolastico anche il comune diComo (guidato da un’amministrazione Pdl e Lega) ha operato un giro di vite sul servizio mensa quando mancavano all’appello circa 150 mila euro, chiudendo le porte ai bambini che non risultano in regola con i pagamenti (300 su un totale di 4000 utenti del servizio). Prima lo avevano fatto già altri, come Gerenzano in provincia di Varese o Savona (a guida Pd).
Ad inaugurare l’usanza era stato nel 2010 il comune di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, dove nove bambini erano stati lasciati letteralmente a pane e acqua perché “inadempienti” (ovvero i genitori non avevano pagato la retta della mensa). Subito dopo è arrivato il caso di Adro (Brescia), tornato d’attualità in questi giorni, dopo le parole del sindaco Oscar Lancini, che si è scagliato contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, reo di aver concesso un’onorificenza ad un cittadino adrense che intervenne per ripianare il debito delle famiglie morose.
Tra i tanti che fanno cadere le colpe dei padri sui figli, c’è anche chi, come il comune di Concorrezzo (Monza e Brianza), di fronte al medesimo problema ha scelto una strategia diversa. Linea dura sì, ma contro i veri morosi, senza sospendere l’erogazione del servizio ai bambini. Ovvero, i piccoli utenti della mensa potranno continuare a mangiare, ma per recuperare i 50 mila euro di buco maturato sul servizio, il Comune ha annunciato che ricorrerà a tutti i mezzi a propria disposizione, fino a mettere le ganasce alle auto dei “furbi” che non pagano la retta.
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