L'inchino fatale richiesto da Costa. Ma isola era vuota! E scatola nera non funzionante

Il Comandante Schettino è pronto a giurare che l'inchino fatale di Venerdì 13 al Giglio gli è stato richiesto dalla compagnia, che come è emerso, gradiva e incentivava tali pratiche: ma perché chiederlo in una fredda sera invernale, quando l'isola era deserta??? L'inchino può avere senso quando l'isola è gremita di turisti, come avvenuto in passato al Giglio e altrove: ma non in una sera in cui l'isola era completamente deserta, e i passeggeri impegnati a cenare a bordo (faceva freddo, non c'era nessuno all'esterno). 


Stando a quanto ha riferito il TG5 nella giornata di oggi, è emerso che la "scatola nera" del Concordia fosse fuori uso da 15 giorni, risulta infatti che l'equipaggio avesse richiesto l'intervento per ripristinarla, cosa che non permetterà di avere dettagli sull'accaduto. Inoltre a bordo potrebbero esserci stati dei clandestini.

Di seguito l'articolo de "il Fatto" che parla dell'inchino richiesto:





Il comandante nei suoi interrogatori coinvolge, nelle responsabilità dell'incidente e dei mancati soccorsi, la compagnia di navi da crociera: "La scatola nera era rotta da 15 giorni e gli avevo chiesto l'invio di elicotteri per i salvataggi". Il capo dipartimento della Protezione Civile Gabrielli comunica che non c'è stata ancora nessuna contiminazione preoccupante per le acque del Giglio e che "a bordo della nave potevano essere stati imbarcati clandestini" 



Dopo la nuova interruzione, decisa nella notte, per i movimenti dello scafo registrati dai sensori, sono ripartite le ricerche dei dispersi all’interno del relitto della Concordia.  Per motivi di sicurezza, le operazioni proseguono solo nella parte emersa della nave. Il capo dipartimento della Protezione CivileFranco Gabrielli, dopo aver sottolineato che al momento nelle acque del Giglio non sono state riscontrate tracce di idrocarburi e che tutti i risultati dei test tossicologici risultano essere sotto i livelli di preoccupazione, ha aggiunto: “A bordo della Costa Concordia potrebbero esserci delle persone non cercate da nessun parente o amico, perché erano clandestini. A oggi – ha concluso – sono 12 i morti accertati, 8 le persone identificate e 4 ancora sconosciute”.  Le ricerche di ieri, del resto, hanno permesso ai sommozzatori di ritrovare un altro corpo. Si tratta di una donna, recuperata sul ponte 5, nel punto di raccordo di poppa. Anche i sub dei carabinieri sono entrati nel Concordia e hanno riportato a terra la cassaforte del comandante Schettino, alcuni suoi effetti personali e l’hard disk con i video interni delle telecamere di plancia. Tutti elementi acquisiti dalla Procura di Grosseto per le indagini.

E proprio dall’interrogatorio di Schettino sono emersi nuovi particolari che sembrerebbero allargare le responsabilità della tragedia: “Dopo quello che è passato – ha detto ai pubblici ministeri il comandante – ce la vediamo con la Società”. Che significa? Schettino, di fatto, sostiene che la Costa fosse al corrente della prassi ricorrente degli inchini, “in tutto il mondo”. In particolare, ha aggiunto il comandante, “quello al Giglio del 13 gennaio venne pianificato e voluto dalla Costa prima della partenza da Civitavecchia. Avremmo dovuto farlo anche la settimana prima, ma non fu possibile perché era cattivo tempo”. Il motivo? “Perché facciamo navigazione turistica, ci facciamo vedere, facciamo pubblicità e salutiamo l’isola”, ha spiegato il comandante.

La Costa, a quanto riferisce Schettino, era anche consapevole della gravità della situazione e della necessità di evacuare la nave, dopo lo scontro. Schettino ha dichiarato che “quando gli dissi che avevo fatto un guaio e che lo informavo di tutto, Ferrarini (responsabile dell’Unità di crisi della Costa Crociere) mi rispose: ‘Si fai così’. Poi dopo gli ho detto ‘mandami gli elicotteri’ e lui ha risposto: ‘Sì, ok, mò ti mando gli elicotteri’”. Ma poi nessun ordine di soccorso e di evacuare la nave è stato dato. E dalle 135 pagine di trascrizione della sua deposizione emerge anche che la Concordia aveva la scatola nera rotta da 15 giorni. A bordo lo sapevano e avevano anche chiesto al tecnico di aggiustarla. Con il pannello del Voice data recorder fuori uso, probabilmente, le registrazioni dei dati sull’accaduto risulteranno compromesse.

Il capitano, incalzato dagli inquirenti, ha dovuto anche ammettere che l’allarme è stato dato in ritardo, giustificandosi dicendo che “prima di dare l’emergenza dovevo essere sicuro, perché non voglio rimanere con i passeggeri in acqua, né creare panico che la gente poi mi muore per nulla”.

LA CRONACA ORA PER ORA


12.45 -Arrivato al Giglio un pool della Polizia scientifica per identificare i cadaveri
Uno speciale pool della Polizia scientifica è sull’Isola del Giglio per procedere alle identificazioni dei cadaveri che vengono recuperati all’interno di Costa Concordia. Il pool, proveniente da Roma, è in grado di effettuare qualsiasi tipo di test specifico non ultimo quello del dna su cadaveri irriconoscibili per l’avanzato stato di decomposizione.

12.30 – I pm di Grosseto hanno identificato la donna che avrebbe portato via il pc portatile di Schettino
I pm di Grosseto hanno identificato, ma non ancora individuato, la misteriosa donna bionda che pochi istanti prima del fermo del comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, prese in consegna la sacca che l’uomo si era portato a terra dalla nave, e contenente un pc portatile. La consegna del computer sarebbe avvenuta nell’albergo dell’Isola del Giglio in cui Schettino si era rifugiato. Secondo quanto appreso, la donna sarebbe un avvocato, anche se non è chiaro se della Costa Crociere oppure se un libero professionista i cui rapporti con le parti in causa sono ancora da appurare. I pm vogliono esaminare il pc anche perchè, considerando la fretta con cui è stato fatto sparire ipotizzano che possa contenere dati importanti.

12.15 – Nella notte ricerche sospese perchè la nave si muoveva di 1 centimetro all’ora
“I movimenti della nave Concordia sono al momento molto bassi, vicini allo zero”. Lo ha sottolineato il prof. Nicola Casagli, docente di scienze della terra all’università di Firenze e incaricato dalla Protezione civile di monitorare i movimenti dello scafo. Le operazioni nella notte erano state sospese in quanto tra le 22 e le 02.00 c’erano state delle accelerazioni che, alle una, avevano raggiunto il centimetro all’ora a prua. Ci vorrà un giorno o due per interpretare – ha concluso Casagli – i dati”.

11.41 – Gabrielli: “12 vittime, 8 identificate. Ma c’è il mistero di una donna ungherese”
Gabrielli prosegue: “Al momento abbiamo 12 corpi recuperati dal Concordia dei quali 8 identificati e 4 ancora senza nome, 3 uomini e una donna. Stiamo, tra l’altro, cercando di capire la vicenda di una cittadina ungherese. I familiari dicono che si trovava sulla nave con un membro dell’equipaggio la notte del 13 gennaio. Dall’Ungheria, però, non abbiamo avuto nessu recamo formalmente, ma i familiari riferiscono che la donna avrebbe telefonato da dentro la Concordia”.

11.40 – Gabrielli: “Per ora inquinamento contenuto delle acquee”
“Arpac, con la nave Poseidon, sta monitorando le acque del Giglio per verificare la presenza di idrocarburi e, dal 20 gennaio, sta tenendo sotto osservazione anche la presenza di altri tipi di sostanze. I risultati, al momento, dicono che per quanto riguarda gli idrocarburi non c’è nulla di strano rispetto a una normale area portuale. I test di tossicità hanno riguardato 2 target: il tratto di mare intorno alla Concordia e il dassalatore dell’isola del Giglio. In queste due aree i rilevamenti sono tutti negativi. Unici due dati con elementi di significatività, ma che non sono comunque  preoccupanti dal punto di vista della tossicità, riguardano i tensioattivi(detersivi) e le sostanze clorurate (per piscine o disinfezione di bagni e camere). All’Arpac, da ieri si è aggiunto l’Ispra. A breve mettermo una sonda anche sul relitto”.

11.30 – Gabrielli: “Ieri sull’isola 643 persone al servizio delle operazioni”
Gabrielli in conferenza stampa ha fatto il punto della situazione: “Giornalmente daremo conto delle forze presenti sull’isola. Ieri c’erano in totale 643 persone. Numero esorbiatante perchè era presente il presidente del Senato Renato Schifani e quindi c’era un sovrappiù di carabinieri, poliziotti e forze dell’ordine. Nel dettaglio, al servizio delle operazioni di ricerca e depurazione ambientale abbiamo disposto di: 140 vigili del fuoco, 91 operatori della Capitaneria di Porto, 65 della marina militare, 30 volontari, 20 della Protezione Civile, 18 della comunità scientifica 30 della ditta Smit e 30 della ditta Neri. Riteniamo che siano sufficienti queste forze per operare al meglio”.

11.00 – I pm cercano il pc portatile di Schettino 
I pm di Grosseto stanno cercando il pc portatile che il comandante Francesco Schettino portò fuori dalla nave e che affidò a una ragazza bionda, e che al momento non si trova.

9.42 – Riprese le ricerche a bordo del Concordia
Sono riprese le operazioni di ricerca nel relitto di Costa Concordia, interrotte la scorsa notte per i movimenti dello scafo registrati dai sensori. i lavori proseguono nella parte emersa per motivi di sicurezza. A bordo i Vigili del Fuoco e i Saf (Soccorso alpino fluviale).

8.50 – Gli esperti analizzano i dati sui movimenti del relitto
Gli esperti della Protezione Civile stanno analizzando i dati provenienti dal sistema di monitoraggio che controlla i movimenti della nave Concordia, per stabilire l’origine dello spostamento che ha costretto le unità operative a sospendere le operazioni di ricerca. Attorno alla nave al momento non c’è alcun tipo di attività se non la presenza della motovedetta della Capitaneria di Porto, e le unità di Castalia.

1.50 – La nave si muove, novo stop alle ricerche
Nuovo stop alle ricerche dei dispersi della Nave Concordia: gli strumenti hanno infatti rivelato un ulteriore movimento della nave. Immediato è scattato dunque l’ordine ai soccorritori di sospende le operazioni.



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