La crisi spinge banconote ‘fai da te’, aumentano falsari insospettabili

Qualcuno ha capito come superare la crisi... personale: stampando denaro. Nel 2011 sono aumentati i casi di "cittadini comuni" che in mancanza di soldi hanno deciso di stamparli in proprio, peraltro di discreta qualità. Nelle maglie dei Carabinieri sono finiti casalinghe, parrucchiere, pensionati, meccanici...
Laboratori improvvisati nei negozi di parrucchiera, nelle stanze da letto o negli sgabuzzini di piccoli esercizi commerciali. Sono casalinghe, pensionati e disoccupati in cerca di lavoro. Sono questi i nuovi professionisti della ‘banda del falso’ prestati alle attività di produzione di ‘banconote fatte in casa’. E’ questa la nuova tendenza degli italiani in tempo di crisi economica. I nuovi adepti della ‘banda degli onesti’ hanno dimestichezza con pc, scanner e stampanti e cercano di riprodurre banconote di piccolo taglio, i pezzi da 5 e 10 euro sono i più gettonati, perché facilmente piazzabili al supermarket, nei mercati rionali, dal fruttivendolo e dal tabaccaio. A fotografare la nuova arte di arrangiarsi degli italiani è il colonnello Alessandro Gentili, a capo del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, reparto speciale dell’Arma. “Negli ultimi tempi – spiega Gentili – tra i denunciati per questo tipo di reato ha fatto capolino tutta una serie di personaggi insospettabili: casalinghe, parrucchiere, pensionati, meccanici.
Usano tecniche digitali, ovvero pc e stampanti di ultima generazione, per falsificare banconote di piccolo taglio, quelle che eludono i controlli perché di scarso valore. Spesso basta stropicciarle un po’ e il gioco è fatto, si riesce a farla franca perché in genere non si presta molta attenzione a pezzi da 5 euro, mentre i tagli grandi vengono incassati con tutte le precauzioni del caso”. Per l’alto ufficiale dell’Arma, questo fenomeno è segno di una crisi che incalza sempre di più e colpisce soprattutto il ceto medio basso.Ma il mercato delle banconote false é alimentato soprattutto dai professionisti del settore che hanno legami con la criminalità organizzata: sono più abili con macchine tipografiche, oli e inchiostri che con la pistola. L’Italia, in questo campo, detiene il primato in Europa, seguita da Francia e Spagna. E produce “banconote di altissima qualità, per il 90% realizzate con macchine tipografiche di ultima generazione”, dice Gentili. Solo il restante 10% è prodotto con il digitale ma con una qualità inferiore. Rispetto ai falsari improvvisati che tentano di fabbricare la moneta in casa, i professionisti “alimentano il mercato internazionale, producendo tagli da 20, 50 e 100 euro”. Soldi che sono spesi dalla criminalità organizzata in cambio di cocaina, armi, sigarette di contrabbando.
In Europa sono 14,4 miliardi le banconote false in circolazione secondo i dati del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria. Nel 2011 sono state sequestrate 606 mila pezzi, ovvero solo lo 0,0042 per mille delle banconote ‘taroccate’ esistenti. Di questi 600 mila e rotti pezzi 145.879, ovvero il 25% del totale stando ai dati forniti oggi dal ministero del Tesoro, sono state sequestrate in Italia.
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