Dopo aver fatto eleggere il figlio di Di Pietro, continua la parentopoli IDV

BASILICATA: ASSUNTI IN REGIONE UN EX ASSESSORE IDV, IL NIPOTE DI BELISARIO E L'AUTISTA DELLA MASTROSIMONE, ASSESSORE DIPIETRISTA ALLA FORMAZIONE.
ECCO IL VERO VOLTO DELL'IDV. A ROMA SI INDIGNA PER I PRIVILEGI DELLA CASTA, POI A POTENZA, COME A BOLOGNA, O COME IN QUALUNQUE ALTRA CITTA' D'ITALIA, AL RIPARO DA SGUARDI INDISCRETI, PROSEGUE NELLA SUA POLITICA CLIENTELARE E FAMILISTA. ASSUNTA ANCHE UN EX DEPUTATA DI PRC.

Don Felice Belisario, l'intramontabile leader dell'Idv lucano, trova anche il coraggio di parlare di questione morale in Basilicata, accusando il Pd di avere scheletri nell'armadio che lui naturalmente non ha. E attacca il partito alleato accusandolo di voler escludere i dipietristi dalla spartizione di poltrone per paura della loro severa vigilanza etica. Nel frattempo su temi come la sanità i tre consiglieri regionali dell'Idv hanno tre posizioni diverse...

“In Regione gli amici di Idv”, titola il Quotidiano della Basilicata. “Negli elenchi anche l’autista di Mastrosimone e un nipote di Belisario”. La vicenda coinvolge un ex assessore provinciale Idv e riguarda l’assunzione, probabilmente  a tempo determinato, negli uffici regionali attraverso una chiamata diretta e su segnalazione di agenzie interinali, di alcuni personaggi noti, tra cui spiccano Angela Lombardi (ex deputata del Prc), Antonio Vitucci, ex assessore provinciale Idv, Domenico Telesca, nipote acquisito per parte di moglie del Senatore Belisario, e Cosimo Franco, autista dell’assessore Idv Rosa Mastrosimone.

A dare asilo a cotanti professionisti è, guarda caso, il dipartimento alla Formazione, quello che dopo una roboante telefonata di Tonino Di Pietro al Governatore De Filippo, fu assegnato proprio alla ex mastelliana Mastrosimone che, non essendo stata eletta consigliere, sarebbe rimasta al palo.  E dire che solo pochi giorni fa, nel giorno del suo sessantaduesimo compleanno, in una sconcertante intervista al Quotidiano, don Felice discettava di scheletri e di armadi, dilettandosi, travestito da ghostbuster con il suo passatempo preferito, quello cioè di attaccare gli alleati per creare clima di sospetto e di ricatto: “…i lucani non si accontentano più, la politica non riesce a dar risposte –sentenziava il senatore - …lo sguardo della politica lucana tutta è molto corto. Poi la questione morale da noi è tutta in piedi. C'è una contiguità tra politica e affari…. Io non ho scheletri nell'armadio e posso parlare”.                 E ancora, riferendosi al motivo del tentativo del Pd di escludere Idv da certe spartizioni, Belisario tuonava: “E' una pregiudiziale preconcetta sulla nostra vigilanza etica…Noi dei partiti dobbiamo fare un passo indietro. Bisogna coinvolgere la gran parte della società lucana… Non possiamo essere partiti zombie…  E non mi accusi di antipolitica perché la mia posizione è esattamente opposta. E’ la posizione di chi si propone di governare l'Italia in modo diverso”.

E per la verità in modo diverso (diverso dalla coerenza che il Toninismo d.o.c. continua a voler spacciare come propria qualità etica e politica), almeno in Basilicata i dipietristi stanno governando. Cosa c’è di più diverso, infatti, dei tre punti di vista differenti espressi nel gruppo consiliare regionale dell’Idv in merito all’ambita nomina alla direzione generale del San Carlo, il più grande ospedale della Basilicata? Don Felice ha "non" spiegato: “Forse nel gruppo la comunicazione non è molto concertata. Ma a ben vedere le posizioni sono legittime. Mazzeo Cicchetti è presidente dell'Ordine dei medici di Potenza. Porta il punto di vista di una categoria mortificata dalla scelta e dalle numerose bocciature ricevute. Autilio ha difeso la scelta della giunta e Benedetto ha assunto una sua posizione attendista”. Ben detto, Senatore! Le posizioni sono legittime per chi non ha altro ideale che un antiberlusconismo di facciata, altro fine che la sopravvivenza del proprio pseudo partito, altro richiamo che la spregiudicata trombetta da suonare cavalcando ogni cavallo.

“Da sempre, in politica, patrocinare la causa del povero è stato il mezzo più sicuro per arricchirsi”- scriveva Nicolás Dávila che forse presagiva la tattica populista della ditta Di Pietro. Ma Belisario appare ancora più raffinato; c’è chi vocifera, infatti, che il suo attacco sconsiderato al Governatore De Filippo (“non è l'uomo più stimato della nostra regione, tanto meno il più amato”) sia finalizzato a far fuori proprio la Mastrosimone, in omaggio alla sua tecnica consolidata di servirsi prima di discussi portatori di voti ed eliminarli non appena questi mettono a rischio la propria posizione di nominato privo di consensi elettorali. L’elenco lungo delle “vittime” di don Felice questa volta ce lo risparmiamo; anzi esprimiamo solidarietà alla Mastrosimone della quale continuiamo a non condividere nulla, ma proprio nulla, ma oltre il nulla. Tuttavia siamo costretti ad ammettere che persino inciucisti, intrallazzisti, squinternati e trasformisti hanno una dignità maggiore di certi peregrini acchiappafantasmi a corrente alternata.

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