Italia: il divario salari-prezzi è da record

Divario salari-prezzi da record

L’ aumento dell’ 1,7% delle retribuzioni dei contratti di lavoro non accorcia la distanza con il continuo crescere dei prezzi che ha toccato il 3,4%: il risultato è un divario da record, mai raggiunto dal 1997.
Il prezzo della vita sale e le buste paga restano ferme. E' quanto succede in Italia, dove ad ottobre la forbice tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,7 per cento) e il livello dell'inflazione (+3,4 per cento), ha toccato un nuovo record. La differenza è pari a 1,7 punti percentuali su base annua, il massimo dall'inizio delle serie storiche dell'Istat. Il precedente record, comunica l'Istituto di statistica, era infatti pari a 1,3 punti percentuali. Si tratta dunque del divario più alto almeno dal 1997. D'altro canto, le retribuzioni contrattuali orarie a ottobre restano ferme su settembre, mentre aumentano solo su base annua. 


I contratti in attesa di rinnovo sono 31, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa 4,3 milioni di dipendenti (circa tre milioni nel pubblico impiego). Secondo gli analisti dell'Istat, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 33,1 per cento nel totale dell'economia e del 12,9 per cento nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 22,4 mesi nel totale e di 23,4 mesi nell'insieme dei settori privati. A ottobre, sottolinea l'istituto di statistica, nessun accordo in attesa di rinnovo è stato siglato. Tra le classi che hanno fatto rilevare maggiorazioni più alte ci sono quelle relative alla difesa, con un 3,7%, mentre pare non ci siano state variazioni per le scuole, le regioni e le autonomie locali e il servizio sanitario nazionale. 


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