Stress test: ecco le centrali nucleari europee quanto resistono alle calamità



Vuoi sapere quali sono i risultati degli stress test effettuati sulle centrali nucleari? Ecco una mappa che permette a tutti i cittadini europei di leggere i dati in maniera semplice. Denunciamo finora un’analisi dei rischi incompleta e approssimata.

Visualizza Nuclear stress tests - an interactive mapin una mappa di dimensioni maggiori 
Dopo il disastro di Fukushima in Giappone, l’Unione europea aveva chiesto di effettuare una serie di test, da pubblicare entro il 31 ottobre, sulla capacità degli impianti nucleari di resistere a eventi estremi, quali terremoti, inondazioni, mancanza di elettricità e malfunzionamento dell'impianto di raffreddamento.




A pochi giorni dalla scadenza molti enti nazionali per la sicurezza nucleare non hanno ancora reso pubblici i risultati, nonostante la specifica richiesta dell'European Nuclear Safety Regulators Group che ha progettato i test.


Una nostra analisi preliminare delle diecimila pagine pubblicate finora rivela numerose mancanze. Due esempi: non sono state analizzate situazioni quali l’occorrenza di danni contemporanei in più reattori (come è accaduto a Fukushima) e l’impatto di un aereo contro una centrale nucleare.


Pensare l'impensabile. Questo ci ha insegnato Fukushima e questo doveva essere fatto con gli stress test. Invece di un’analisi esaustiva ci troviamo pieni di incognite. Perchè non ci sono piani di evacuazione per le città e i villaggi intorno alle centrali? Perché le autorità non hanno considerato i rischi in caso di incidente a una centrale con più reattori, come avevano promesso? Perché è stato ignorato il rischio della caduta di un aereo su una centrale?


Denunciamo anche differenze sostanziali nella qualità dei dati pubblicati dai diversi Paesi. In alcuni Stati, come la Francia, nei quali il controllore nazionale è indipendente da chi possiede le centrali, i test sono risultati più completi e rigorosi. Altri paesi, quali Repubblica Ceca, Svezia e Regno Unito, hanno pubblicato dati di gran lunga più superficiali e parziali. Clamoroso è il caso della Repubblica Ceca, che con sei reattori sul proprio territorio ha presentato un rapporto di sole sette pagine. Una presa in giro, se si pensa che la Slovenia, con un solo reattore, ha presentato un rapporto di 177 pagine.
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