Lavoro, in tre milioni hanno perso la speranza


L 11,1 % della forza lavoro, circa tre milioni di persone, vorrebbe un posto di lavoro ma non crede più di poterlo trovare. La percentuale maggiore degli inattivi è rappresentata dalle donne e dai giovani.


In Italia quasi tre milioni di persone - 11,1 % della forza lavoro - sperano in un posto di lavoro ma non lo cercano piu' attivamente.
Sono disponibili a lavorare ma non cercano lavoro perchè sono scoraggiati. Sono convinti di non potere trovare un impiego perchè sono troppo giovani o troppo vecchi, di non avere le professionalità' richieste o perchè ritiengono che non esistano occasioni di impiego nel mercato del lavoro locale.



Ad ingrossare le file degli inattivi che nel 2010 che hanno toccato il valore piu' alto dal 2004, sono sopratutto le donne mentre aumentano i giovani tra i 14 ed i 24 anni, che sono passati dal 21,6% del 2004 al 30,9% del 2010.

Divario nord sud
Marcate le differenze territoriali: gli individui che non cercano ma vorrebbero comunque lavorare equivalgono nel Mezzogiorno, a circa un quarto delle forze di lavoro; un risultato di oltre 6 volte maggiore a quello del Nord.

La percezione della crisi
L'incidenza degli scoraggiati, passata nel biennio della crisi dal 38,1% del 2008 al 42,5% del 2010, sale, dice l'Istat, fino al 47% nelle regioni meridionali, in cui alle minori opportunita' d'impiego si affianca una maggiore sfiducia nella possibilita' di trovare e mantenere un'occupazione. Inoltre la mancanza di competenze specifiche da spendere sul mercato del lavoro alimenta un atteggiamento di rinuncia alla ricerca attiva: gli scoraggiati che hanno conseguito al massimo la licenza media sono la meta' del totale, i laureati un quinto.

Fanalino di coda in Europa
Se si fa il confronto con gli altri paesi europei l'Italia risulta avere la quota maggiore di coloro che sono disponibili a lavorare ma che non cercano un posto. A fronte dei 2,7 milioni di italiani ce ne sono appena 309.000 in Francia (1,1% della forza lavoro) e 530.000 in Germania (1,3% della forza lavoro). Si avvicinano alla percentuale italiana solo la Bulgaria con l'8,3% di disponibili a lavorare che non effettuano alcuna ricerca e la Lettonia con l'8%.


Rainews24

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Commenti

Anonimo ha detto…
fuori gli immigrati a calci, welfare,case popolari e aiuti alle famiglie italiane e l'Italia risorge. L'immigrazione di straccioni scrocconi e criminali è una maledizione, altro che risorsa.

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