La crisi economica colpisce la salute Un italiano su 5 rinuncia a curarsi

Secondo una ricerca pubblicata da "la Repubblica" il 19% dei cittadini è costretto dalla crisi economica a rimandare "controlli, interventi o esami medici"; Secondo noi, la percentuale è più elevata. 


Con quello che costa - per esempio - curarsi i denti, secondo noi il dato reale non può che essere molto più elevato. E come hanno dimostrato numerosi studi, avere problemi con la dentatura causa una serie interminabile di disturbi della salute, compresi problemi cardiaci.


Proviamo a fare un sondaggio su Facebook. Tuttavia anche se il dato risultasse corretto  - cioè 1 italiano su 5 rinuncia a esami, controlli e interventi medici, serebbe sempre troppo.

Staff nocensura.com


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Il 19% delle persone rimanda controlli, interventi o esami per non affrontare spese. Il 70% della popolazione non è soddisfatto del Ssn. I risultati dell'indagine "Barometro internazionale sulla salute" che mette a confronto la situazione di 10 paesi

La crisi economica fa male alla salute perché costringe il 19% degli italiani a rinunciare alle cure. Una persona su cinque rimanda esami, interventi e controlli per non affrontare spese. Un problema in più in un paese dove il Sistema sanitario nazionale è molto criticato e dove la popolazione risulta fra le più insoddisfatte per i servizi sanitari pubblici. Lunghe liste d'attesa, ospedali sempre più pieni e strutture inadeguate sono motivi di malessere per gli utenti.

Lo studio. Sono questi alcuni dati del quinto Barometro internazionale sulla salute. L'indagine, realizzata dall'Istituto di ricerca internazionale Csa su commissione del Gruppo Europ Assistance-Cercle Santé, mette a confronto i cittadini di 10 paesi sui grandi temi d'attualità sanitaria: valutazione del proprio sistema sanitario nazionale e qualità delle cure, istanze sociali, mobilità nell'accesso alle cure, invecchiamento della popolazione, nuove tecnologie, prevenzione e contributo del settore sanitario allo sviluppo economico. Lo studio ha coinvolto Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Svezia, Polonia, Austria, Stati Uniti e, da quest'anno, Spagna e Repubblica Ceca. Il campione analizzato era composto da 5.500 persone.



Tagli anche in Francia e Stati Uniti. Si scopre così che in Italia gli effetti della crisi globale hanno già costretto, nel corso del 2011, una persona su cinque a rinunciare o rimandare cure mediche necessarie o consigliate: soprattutto esami, interventi, visite odontoiatriche o oculistiche. E' una percentuale in costante crescita dal 2009, al passo dunque con il dispiegarsi e l'aggravarsi della crisi economica. La congiuntura economica negativa sembra farsi sentire anche in Francia (29%, +6) e Stati Uniti (25%, + 1) dove cresce significativamente il numero di persone in difficoltà.

Critiche al sistema. Il 70% dei cittadini del nostro paese non è soddisfatto del Ssn. Il dato ci fa raggiungere il secondo posto della classifica internazionale fra le popolazioni che registrano maggior malessere rispetto ai servizi sanitari ricevuti, subito dopo i polacchi (82%). L'Austria è invece il paese in assoluto più soddisfatto del proprio sistema sanitario (86%), seguita da Gran Bretagna e Spagna che registrano, rispettivamente, il 72% e il 69% di giudizi positivi.

Accesso. I tempi d'attesa spingono il 57% degli italiani a considerare che il Ssn non è sia in grado di garantire un accesso equo alle cure.  Inoltre il 77% non è soddisfatto di come ci si occupa di anziani e persone non autosufficienti. La maggior parte degli intervistati considera l'offerta sanitaria pubblica un diritto inalienabile che non deve essere in alcun modo legato a un pagamento di tasse. Solo il 12% è infatti favorevole a versare maggiori imposte in cambio di un accesso più democratico alla salute.

Prevenzione. In materia di prevenzione, l'Italia è il fanalino di coda tra i paesi coinvolti nell'indagine: sono infatti solo il 23% (con un calo di 10 punti negli ultimi 3 anni) i cittadini che dichiarano di aver effettuato di propria iniziativa un check up generale nel corso degli ultimi 5 anni. Il tema di un programma di prevenzione vitalizio rimane praticamente sconosciuto: il 79% degli italiani non ne è a conoscenza, anche se il campione si dichiara molto o abbastanza interessato a questo argomento (93%).

Tecnologie e cura. Il 55% degli intervistati usa internet per cercare informazioni di carattere sanitario, ma la relazione personale con il medico è un aspetto fondamentale per un italiano su due. Per questo è diffuso il timore che l'utilizzo delle nuove tecnologie possa in qualche modo condizionare negativamente la relazione umana fra il paziente e il camice bianco. Sono invece valutati bene dall'83% degli intervistati i dispositivi e i sistemi di sorveglianza a distanza, come il braccialetto elettronico o il rilevatore di caduta, per la cura degli anziani. Il 54% dei cittadini ritiene che il telemonitoraggio delle condizioni di salute via telefono o internet regali maggiore indipendenza alle persone non autosufficienti, permettendo loro di essere più autonome. Telesorveglianza e robotica non cancellano comunque l'importanza e l'indispensabilità dell'assistenza domiciliare indicata in assoluto (96%) come la migliore soluzione per prolungare il mantenimento a casa delle persone anziane o non autosufficienti.

Viaggi. Sono molti coloro che sono disposti a viaggiare per affrontare interventi o seguire terapie. Gli italiani (65%) sono fra i cittadini che più ricorrono a trasferte di lungo raggio per beneficiare di cure specialistiche. E persino nella scelta del luogo di villeggiatura il 74% (+10 punti percentuali rispetto al 2010) dei cittadini interpellati dà "molta importanza" alle condizioni sanitarie locali..

fonte: di Valeria Pini, La Repubblica 


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