"Capitalism a love story" - il documentario di Micheal Moore


Il documentario di Micheal Moore, famoso regista statunitense (autore di altri celebri documentari) illustra molto bene come il sistema finanziario ha ridotto sul lastrico i cittadini degli Stati Uniti, SFRUTTANDO i loro uomini inseriti nel governo, senza farsi scrupoli a provocare povertà e depressione; pignorando case e sbattendo la gente per strada, mentre i grandi gruppi producevano guadagni sempre più elevati. Ecco come le holding finanziarie americane - ed in particolare Goldman Sachs, condizionano il governo a loro beneficio. Ecco come operano in favore delle banche i banchieri "INFILTRATI" nei governi. Ora le lobby americane stanno "invadendo" l'Europa, estendendo il loro dominio: oppure pensiamo che - mentre gli stretti collaboratori delle banche in USA pensano agli interessi dei loro "datori di lavoro", in Italia penseranno ai cittadini per "bontà d'animo"? C'è davvero da fidarsi degli uomini delle banche, come Monti, che ha legami fortissimi non solo con Goldman Sachs, ma anche con le associazioni massoniche di cui fatto parte i "pezzi più grossi", come il bilderberg group e la commissione trilaterale di cui è presidente??


staff nocensura.com
Nota: non siamo in grado di verificare se i siti sopra citati che propongono il documentario di Moore siano in possesso della licenza necessaria per trasmetterlo online. Ci limitiamo a proporre link che abbiamo trovato effettuando una semplice ricerca su Google Italia, pertanto di pubblico dominio. I file non sono ospitati sullo spazio web del nostro. Non ci assumiamo alcuna responsabilità circa eventuali conseguenze legali che potrebbe avere la loro visione, nel caso i siti che propongono i video non rispettino le normative vigenti.


RECENSIONE by mymovies - Questa volta Michael Moore prende le mosse da lontano, addirittura dall'Impero Romano, per mostrare come i segnali di decadenza di quella potenza antica siano tutti rintracciabili nella realtà odierna. La domanda è più che mai esplicita e con la risposta già incorporata: quanto è alto il prezzo che il popolo americano paga a causa della confusione operata tra il concetto di Capitalismo e quello di Democrazia? Per Moore i due termini non coincidono anzi sono in più che netta opposizione soprattutto ora, dopo la crisi mondiale di cui tutti paghiamo le conseguenze.

Per sostenere la sua tesi questa volta il polemista di Flint (cittadina a cui fa ancora una volta ritorno vent'anni dopo Roger & Me) fa un uso molto più ridotto di gag verbali e visive (anche se non ci risparmia un nuovo doppiaggio del Gesù di Zeffirelli in versione liberistico-sfrenata). Perché questa volta il tema è talmente serio che lo spazio per la risata non può che essere ridotto. È ora di passare all'azione secondo Moore. Ancora una volta non per sovvertire un sistema ma per riportarlo alla purezza delle origini.
In una società in cui può esistere un gruppo immobiliare che si autodefinisce gli Avvoltoi (il cui compito è acquistare a prezzi stracciati case già pignorate per poi rivenderle facendo profitti) e in cui la classe media vede falcidiati i propri beni primari dalla rapacità di banche prive di qualsiasi seppur remoto scrupolo, Moore non può sentirsi a suo agio. E non può non solidarizzare con chi pensa che i rapinatori non siano solo quelli proposti in sequenza nelle immagini delle televisioni a circuito chiuso di banche e negozi. Oggi ci sono rapinatori che agiscono sulla sorte di milioni di persone. Qualcuno di loro comincia a pagare ma l'indignazione non è ancora giunta al livello necessario.
Il livello di cui Franklin Delano Roosevelt aveva fatto proprie le istanze ipotizzando una nuova Costituzione Americana in cui i diritti fondamentali dei cittadini venissero riconosciuti in modo assolutamente dettagliato e inequivocabile. Il Presidente morì prima di essere riuscito a farla diventare legge. Oggi il popolo americano paga questo vuoto legislativo con i posti di lavoro persi e le abitazioni letteralmente divorate da avvoltoi di diverse specie. Moore, da vero americano, auspica un ritorno al passato perché la parola futuro possa tornare ad avere un significato positivo. Quando mostra vescovi e sacerdoti schierarsi senza indugio a fianco di chi sta perdendo il lavoro viene in mente l'abusata terminologia nostrana 'cattocomunista'. Non si tratta di 'comunismo' in questo film ma di diritti basilari che la ricerca sfrenata del guadagno non può mai (in nessuna occasione e per nessun pseudo motivo di 'interesse generale') calpestare.
Moore porta come esempio positivo, tra le altre, la nostra Costituzione. Faremmo bene ogni tanto a rileggerla. Magari dopo avere visto Capitalism: A Love Story.


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Commenti

Anonimo ha detto…
dov'è la versione integrale???? su vimeo ci sono solo i primi 5 minuti
Anonimo ha detto…
Con il trattato di Lisbona la nostra costituzione non esiste più.
Unknown ha detto…
La versione integrale è solo in inglese e si può vedere soltanto se registrati al sito di appartenenza.
Bella sola !!

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