Oggi in piazza le forze di Polizia, a protestare contro i tagli


Sindacati: «I tagli hanno lasciato senza carburante le nostre volanti».
Meglio non meravigliarsi il 18 ottobre se un poliziotto dovesse chiedere ad un passante i soldi per mettere la benzina alla volante. Qualcuno potrebbe credere di assistere ad una candid-camera, in realtà in quella data è stato annunciato lo sciopero dei sindacati di polizia.
L'appuntamento è davanti ai palazzi del potere, Senato, Camera, palazzo Chigi, e in decine di città per denunciare «la paralisi del sistema sicurezza ormai al collasso».


La colpa sarebbe di un governo «che si era presentato come quello della sicurezza ma che in realtà ha fallito a 360 gradi». «Tre anni di annunci e tagli continui», ha detto il segretario del Siulp, Felice Romano, «ci hanno portato a non avere più il controllo del territorio».
Ed è proprio a causa dei tagli che i sindacati hanno deciso di provocare l'opinione pubblica chiedendo ai cittadini i soldi per mettere la benzina alle volanti. Agenti, guardie penitenziarie, vigili del fuoco e forestali sono pronte a portare in piazza dei bidoni di benzina per lanciare una provocazione: un fac simile di un'obbligazione «per la sicurezza, la legalità e lo sviluppo di questo paese» da consegnare a coloro che decidano di effettuare una donazione sul fondo assistenza del ministero dell'Interno, finalizzata appunto all'acquisto di carburante.
«Solo così», ha spiegato Romano, «potremmo continuare a far camminare le volanti». Un problema quello del carburante che era già stato denunciato dai poliziotti di Vicenza a settembre 2011.
Il fronte sindacale che ha deciso di scendere in piazza è ampio ed è composto dai sindacati di polizia Siulp, Sap, Ugl, Consap, da quelli della polizia penitenziaria Sappe, Uil, Fns Cisl, Ugl, da quelli della forestale Sapaf, Ugl, Fesifo, Fns Cisl, Uil e da quelli dei vigili del fuoco Fns Cisl, Uil, Conapo e Ugl: tutti uniti per denunciare un governo fallimentare.
«Questo esecutivo», ha sintetizzato il segretario del Sap Nicola Tanzi, «ha lavorato soltanto sulla sicurezza percepita ma si è dimenticato quella reale, che è poi quella che interessa i cittadini» spendendo milioni di euro per «pagliacciate» come la mini naja e le «passeggiate cittadine dei poliziotti per accompagnare i militari». «Noi non ci stiamo a questa resa incondizionata del governo, scendiamo in piazza per non assumerci la corresponsabilità del collasso del sistema sicurezza».
Oltre alle proteste, i sindacati hanno rilanciato la proposta del Sap di unificazione e razionalizzazione delle forze di polizia. Uno «spreco», ha spiegato Tanzi che, se eliminato, consentirebbe un recupero di risorse ci di circa 4-5 miliardi l'anno.



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